Tre brani che traggono ispirazione dal primo De André e descrivono le tragiche vicende di vere e proprie non-vite.

Storie dell’Assurdo” è il primo Ep del cantautore campobassano Marco Silvaroli.
Su una struttura armonica essenziale composta da pochi accordi e ispiratesi al primo Fabrizio De André, le canzoni di “Storie dell’Assurdo” descrivono le tragiche vicende di vere e proprie non-vite travolte da sterili amori vissuti all’ombra della propria immaginazione, consumate dalla depressione o semplicemente distrutte dalla banalità di un incidente stradale.
L’Ep è composto da 3 brani: “Una vita violenta“, “Lettera a Lina” e “Luce di candela“.
Una vita violenta è un brano che, a partire dalla descrizione di un incidente stradale che coinvolge una giovane ragazza, crea un legame ideale, una perfetta simbiosi tra la giovane donna agonizzante e ormai prossima alla morte e tutti coloro che, attraverso la propria vicenda esistenziale, vivono uno stato di morte interiore: soltanto coloro che a causa delle più disparate ragioni conducono (e subiscono) una vita spiritualmente morta, sono in grado di comprendere lo stato d’animo di coloro che la morte la stanno per ricevere sulla propria pelle.
“Dal punto di vista allegorico, il brano tenta di riflettere sul modo in cui una qualsiasi vita si possa improvvisamente spezzare a causa di un assurdo imprevisto che, per sua natura, si sottrae ad ogni possibile previsione e calcolo umano. Una canzone dunque sulla Morte, ma anche sul Caso”.

Lettera a Lina nasce quando Marco trova a terra, in quel di Genova, un innocuo foglio: si trattava di una ricetta medica recante sul retro una serie di brevi appunti manoscritti che descrivevano alcuni frammenti di vita della signora Lina. Secondo il contenuto di quegli appunti, la signora Lina soffriva di ansia, il giorno, e di insonnia, la notte, e il suo fragile stato psichico si era aggravato a causa di un controllo condotto dalla polizia per motivi sconosciuti presso la sua abitazione. Presa dallo spavento a causa di quella inaspettata visita, Lina era caduta a terra battendo la testa contro l’angolo di uno dei muri della sua casa all’interno della quale silenziosamente sopportava il suo  male oscuro. Il trauma provocato dalla caduta aveva amplificato in maniera irreversibile la sua pregressa sofferenza psichica, consegnando la sua vita all’Inferno della depressione e i suoi sogni alle stanze di una clinica psichiatrica.
“Mi piace pensare che ‘Lettera a Lina’, oltre ad essere una lettera immaginaria indirizzata ad una donna su cui si sono abbattute le più assurde e dolorose sciagure del Caso, sia un modo di consegnare alla memoria collettiva la storia di una vita condannata alla prigionia della malattia e all’invisibilità di una casa di cura, proprio come la sua ricetta medica abbandonata all’indifferenza di una strada”.
Luce di candela descrive la condizione esistenziale di un vero e proprio inetto che vive un amore per una giovane donna esclusivamente all’ombra della propria immaginazione. Nel momento in cui tenta di far compiere al suo amore il salto dalla pura immaginazione alla realtà, la sua azione si riduce in un tentativo del tutto fallimentare.
“Sotto il profilo propriamente letterario, il mio principale punto di riferimento, nella stesura di questo brano, è stato il poeta crepuscolare Guido Gozzano (1883 – 1916), e, in particolare, il suo componimento in versi ‘Toto Merùmeni’”.

Marco Silvaroli è un cantautore nato a Campobasso il 12 agosto 1988. Si avvicina alla musica all’età di 18, prediligendo la canzone d’autore e rimanendo affascinato dalla figura di Fabrizio De Andrè. Su questa scia fonda il primo gruppo con il quale svolge numerosi concerti nella provincia di Campobasso. Nell’aprile 2019 pubblica il suo primo brano inedito: Una vita violenta, che vince il contest organizzato dall’emittente televisiva Nova Web Tv di Torino. Il 6 luglio prende parte al free festival “In direzione ostinata e contraria”, la rassegna musicale conclusiva della V edizione del premio letterario nazionale “Fabrizio De André” (Pietracatella – CB), durante il quale esegue brani di sua composizione e brani del cantautore genovese a cui è dedicato il premio.

A novembre riceve una “Menzione speciale al merito” alla fine della sua partecipazione al VII concorso “CET – Scuola autori di Mogol”. Nel 2020 è finalista al premio internazionale “Habere Artem”, organizzato dalla Aletti editore, con il testo del brano “Luce di candela”. Il testo viene inserito nel volume “Habere Artem” (volume XX, parte III) pubblicato nel mese di aprile e introdotto dalle firme del poeta, critico letterario ed editore Giuseppe Aletti e da Francesco Gazzé (autore di tutti i più importanti successi del fratello Max Gazzé), che raccoglie i lavori degli autori più rappresentativi del concorso. Nel maggio del 2020 pubblica su Spotify per iMusicianDigital il suo primo lavoro discografico dal titolo “Storie dell’Assurdo”, un EP composto dai brani “Una vita violenta”, “Lettera a Lina” e “Luce di candela”. All’inizio di dicembre il testo di un suo brano inedito dal titolo “Al Due di picche” compare nel volume “4° Premio Letterario Internazionale “Maria Cumani Quasimodo”, che raccoglie le opere più rappresentative dell’omonimo concorso, pubblicato dalla Aletti editore e introdotto dalla firma dell’attore Alessandro Quasimodo, figlio del poeta Salvatore Quasimodo e della danzatrice Maria Cumani. “Le mie canzoni non hanno la pretesa di aprire uno spiraglio di Paradiso ai miei ascoltatori; spero soltanto che siano in grado di raccontare l’Inferno in cui molti, purtroppo, sono costretti a vivere”.

Crediti dell’EP
Autore e compositore: Marco Silvaroli
Arrangiatore: Gianluca Vergalito
Esecutori: Luca de Cesare (prima chitarra classica); Gianluca
Vergalito (chitarra acustica e seconda chitarra classica); Matteo Iannaccio (violino); Alessio di Lallo e Angelo Muccino (basso). I brani di “Storie dell’Assurdo” sono stati registrati presso gli studi della ex Bradip house di Campobasso, oggi Tao studios
Mix & mastering: William Fusco (kucastudio).
Designer: Alessio di Lallo

Crediti del brano (canzone e videoclip)

Autore e compositore: Marco Silvaroli
Arrangiatore: Gianluca Vergalito
Esecutori: Luca de Cesare (chitarra classica); Gianluca Vergalito (chitarra acustica); Matteo Iannaccio (violino); Alessio di Lallo (basso). Il brano è stato registrato presso gli studi della ex Bradip house di Campobasso, oggi Tao studios
Mix & mastering: William Fusco e Gianluca Vergalito
Regia: Alessio di Lallo
Aiuto regia: Antonella Iamele
Montaggio: Fabio Capocefalo