“Le novi fasi” è il terzo romanzo pubblicato per Puntoacapo Editrice dalla giovane narratrice piemontese Viviana Albanese.

Mercoledì; Professione pendolare; Le nove fasi: tre romanzi pubblicati dalla giovane narratrice piemontese Viviana Albanese, tutti apparsi per Puntoacapo Editrice in un giusto arco di tempo (cinque anni) e che permettono di valutare non soltanto l’evoluzione di uno scrittore dal punto di vista stilistico, ma anche per osservare lo sviluppo delle tematiche. Non c’è dubbio che Viviana Albanese abbia un naturale talento per costruire una sorta di saga, visto il ricorrere nella sua opera di alcuni elementi. Certo, sono tre storie di giovani donne al bivio; ma non è soltanto questione di personaggi, anche se abbiamo qualche elemento di congruità e continuità fra il primo e il secondo e fra il secondo e il terzo, ad esempio con il protagonista maschile Andrea Alberto Marco, il quale in Professione pendolare era uno dei personaggi di contorno.

L’ambientazione poi ruota attorno a una zona ben precisa, il basso Piemonte, e pare che questo elemento diventi man mano più tenue. Più di tutto, però, ciò che accomuna le tre storie è un setting assolutamente contemporaneo e riconoscibile, in cui il lettore può calarsi agevolmente. Viviana Albanese ha creato un microcosmo dettagliato, locale ma mai biecamente localistica, perfettamente universale e dunque comprensibile a tutti, che ci parla della nostra vita attraverso personaggi di oggi. Gente comune che conduce vite comuni, ma su cui l’autrice riesce a imbastire storie avvincenti, condite da un tono che spazia dall’ironico al drammatico, sempre brioso e accattivante.
Ognuna delle sue storie è poi costruita con grande attenzione ai dettagli e grande sagacia narrativa: l’alternanza dei toni, la capacità ad esempio di celare, rimandare informazioni chiave – in Le nove fasi ne abbiamo un esempio macroscopico su cui tornerò – fanno sì che il lettore resti avvinto dalla storia fin dalle prime pagine.
Senza dubbio Mercoledì era un romanzo corale, imperniato su un piccolo gruppo amicale; gli altri due blocchi narrativi (la vita lavorativa e quella sentimentale) aggiungevano ulteriori importanti connessioni. Professione pendolare introduceva, al di là della storia principale, una gustosa galleria di personaggi visti con occhio spesso ironico, a volte quasi grottesco.
In questo Le nove fasi, invece, c’è un personaggio (Allegra/Ally) che predomina, anche se le è affiancato il citato Andrea Alberto Marco che funge da elemento equilibratore. Le altre due figure centrali – la sorella Serena e il marito Simone – sono quasi del tutto (eccetto nel finale) inquadrate in flashback evidenziati anche tipograficamente. E l’alternanza fra presente e passato è strettamente funzionale, prende le mosse da un meccanismo simile alla madeleine proustiana e pian piano ci porta vicini al disvelamento, in modo anche obliquo come in un giallo: piccoli particolari che si accumulano, indizi se vogliamo, per capire man mano cosa è successo ad Allegra, quale sia l’evento doloroso che l’ha portata ad abbandonare tutto e rifugiarsi a Parigi prima e Nizza poi. È una zona di silenzio di cui Allegra non riesce a parlare, su cui non riesce a fare luce nemmeno per sé: come in uno strano mystery, il lettore deve seguire la storia pagina dopo pagina e raccogliere gli elementi chiave che man mano la scrittrice svela.
Questa tecnica fa sì che Allegra sia quasi sempre in scena ed emerga come personaggio a tutto tondo che per tutto lo svolgimento della storia deve fare i conti con il proprio passato, In parallelo, il co-protagonista Andrea sperimenta qualcosa di molto simile, per cui è naturale (narrativamente parlando) che tra i due nasca una sorta di strana relazione sospesa, tipica anche questa della narrativa della Albanese.
Allegra sperimenta le nove fasi dell’elaborazione del lutto, il processo di superamento di un dolore, cercando di azzerare tutto (fin troppo) per ricominciare, quando potrà, a vivere davvero. Come accade in tutte le storie di questa narratrice ancora giovane ma estremamente originale, il finale è aperto, incerto, e la protagonista viene lasciata all’imbocco di un nuovo percorso di vita.
Allegra non si era mai spinta da sola così lontana da casa. Fino a quel primo luglio 2019, non ave-va mai fatto nulla che non fosse stato preventivamente programmato e, soprattutto, non senza la costante presenza al suo fianco di Serena, la sorella minore, o di suo marito.

Questa volta, però, non era stato possibile. Aveva dovuto prendere ogni decisione da sé, aveva dovuto credere fermamente in quel che stava per fare, ancor di più in un momento simile, quando ogni sua mossa e ogni sua decisione erano valutate e giudicate da chi le stava intorno.
Aveva bisogno d’aria. Aveva bisogno di tempo. Per pensare a tutto, o forse a niente. Affittò così un’auto sulla quale caricò uno zaino da montagna, zeppo di libri e fotografie, e un piccolo trolley azzurro con pochi cambi di abbigliamento. Si diresse istintivamente verso nord, spaventata dalla solitudine che l’aspettava e, allo stesso tempo, sicura come non lo era mai stata in vita sua che quello che stava intraprendendo era il viaggio che avrebbe cambiato la sua vita, come se tutto ciò che era accaduto nei mesi precedenti non l’avesse già stravolta a sufficienza.
Guidò a velocità sostenuta fino al confine, come se fosse strettamente necessario lasciarsi l’Italia alle spalle e poi, toccato il suolo francese, iniziò a percorrere con molta calma strade secondarie.
Può una donna rinascere fuggendo da una vita costruita su bugie? Il primo luglio 2019 Allegra lascia l’Italia da sola e vaga senza meta per giorni finché si ritrova a Parigi, luogo che la riporta con la memoria a un passato recente, a un matrimonio felice con un marito che la ama, in una borghesia confortevole e confortante. Una vita che non è più sua.
Fugge di nuovo quindi, da ciò che conosce e la fa soffrire, e sale su un aereo diretto a Nizza, dove spera di chiudere definitivamente la porta sul passato. Il suo inconscio però si oppone, i ricordi la tormentano e non le lasciano pace, costringendola ad affrontare una dura realtà.
Nata a Genova nel 1979 e laureata in Lingua e Letteratura Inglese, Viviana Albanese pubblica con Puntoacapo Editrice dal 2016, quando ha esordito con il romanzo, Mercoledì, seguito dalla seconda opera, Professione pendolare, 2018. 

Le nove fasi
Autore: Viviana Albanese
Editore: Puntoacapo 2021
Pagine: 160
ISBN: 978-88-6679-294-9
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