Da venerdì 15 ottobre sarà disponibile sulle piattaforme streaming, in digital download e in formato fisico, in edizione limitata, su Amazon e sul sito web ufficiale di Giulio Bianco (www.giuliobianco.com) il suo nuovo album “Delayed” – che conterrà anche il brano “Hamburg”. A seguire la nostra intervista a quest’ultimo proposito.

Buongiorno Giulio, come ti descriveresti come persona ed in quanto creativo?
“Ciao! Istintivo e sincero, scrivo per necessità interiore, per far uscire ciò che ho dentro. Per me la musica assolve la funzione di compagna e di strumento, è il mio modo di “accompagnarmi” nel mondo e il mio modo di comunicare con il mondo… Potrei definirmi interiormente come un grande amante degli spazi. Amo l’autenticità e tendo a circondarmi di affetti veri e situazioni autentiche, scappando via il più velocemente possibile da tutti i costrutti sociali e dal superfluo in generale. Per il resto, ho scritto sempre e solo musica strumentale e credo che questo denoti un certo rimarcare le distanze dal caratterizzarmi attraverso le parole (…)”.
Da piccolo chi sognavi di diventare “da grande” e che bambino sei stato?
“Da piccolo sognavo di diventare un aviatore, da grande continuo a sognare di esserlo ma mi è andata male e quindi faccio il musicista. Battute a parte, sono molto fortunato dato che la musica è la vita che mi sono scelto, non vorrei e non saprei fare altro. Continuo comunque a cercare il volo, solo che lo faccio attraverso le note che sono tappeto volante per le emozioni”.

Dal 1° ottobre è disponibile in digitale il tuo nuovo brano “HAMBURG” …Ebbene è stato affermato che “HAMBURG” «si propone di raccontare la solitudine forzata a cui siamo stati costretti, con un focus particolare sulla difficile condizione degli artisti» ed ecco che mi sorge spontaneo domandarti perché, a tuo avviso, attualmente troppo spesso l’Arte e il campo umanistico ad ampio raggio mi pare vengano considerati di secondaria importanza e “bontà”, se non del tutto superflui… É davvero così?
“«Hamburg» è un breve capitolo di un racconto più lungo che vedrà la luce il 15 ottobre e che si chiamerà “Delayed”. La situazione degli Artisti in Italia è drammatica, ma non serviva una pandemia per rendersene conto …Il mattone fondamentale da cui iniziare a ricostruire è capacitarsi che l’Arte è cultura e ricchezza, e soprattutto è Lavoro. Superflua? Di certo se si è pieni di troppe cose inutili. L’Arte bisogna guadagnarsela. Durante le notti più buie dell’assedio, i cittadini di Sarajevo – poveri di tutto l’indispensabile – attraversarono la città senza corrente elettrica per andare a degli incontri di poesia… «Avevano sperimentato che in una guerra solo i versi erano capaci di correggere, a forza di sillabe miracolose, il tempo sincopato dei singhiozzi» (Erri De Luca)”.

Hai poi spiegato che “HAMBURG” «è figlio del momento storico più buio, nato dalla solitudine ed intriso dello spirito dell’inverno. Venuto dal mare, “HAMBURG” racconta la passionale e disperata ricerca dell’Io. Il videoclip del brano nasce dall’esigenza di svelare quei luoghi interiori in cui gli esseri umani si ricongiungono alla propria essenza, in particolar modo nei momenti di maggiore difficoltà. È una danza intima, sacra. Un passaporto per i propri mondi interiori». Il mare, l’Io e la solitudine quale significato, perché no persino ancestrale, assumono per te?
“Il videoclip di “Hamburg” non sarebbe stato così bello se a curarne il concept e la regia non ci fosse stata Nuanda Sheridan. “Hamburg” è il frutto di tante piccole sensazioni che hanno trovato casa in quelle immagini di ore passate al telefono e della capacità di tirare giù tutte le barriere emotive e lasciarsi leggere da una canzone. Il mare per me è casa, è liquido che genera e rigenera vita. Lo cerco in ogni piccolo angolo di mondo che visito. Poi, l’essere a mio agio anche quando sono solo con me stesso mi ha portato, nel tempo, a saper scorgere la bellezza non di meno nella solitudine”.

In questo nostro umano cercare ed esperire, la felicità come la dipingeresti?
“Penso che la felicità sia insita nella semplicità. Quello che conta veramente, per il sottoscritto, ora è vivere pienamente il tempo, gli affetti e le esperienze”.
Infine, quali le tue priorità e quali i tuoi prossimi progetti a breve e a più lungo termine?
“Mi è capitato di utilizzare alcuni estratti di “Delayed” per risonorizzare live un cortometraggio, in occasione del Climate Space Festival curato da Ludovico Einaudi. Mi piacerebbe continuare tale percorso… E poi scrivere nuova musica, crescere, fare sempre questo lavoro meraviglioso, viaggiare con il CGS. Con Nuanda, inoltre, ci piacerebbe avere la possibilità di realizzare i visual di tutti i brani del disco”.
