Esposizione dell’artista e architetto del sol levante dal titolo “Il colore della mente” in programma dal 22 marzo al 30 aprile.

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La Galleria Milano presenta una mostra di Shūsaku Arakawa, artista e architetto giapponese, figura imprescindibile del concettuale internazionale, la cui ricerca e volta ai meccanismi mentali e alla decodifica del mondo attraverso categorie filosofiche.
Titolo della mostra “Il colore della mente” che verrà inaugurata il prossimo 21 marzo e che si svolgerà dal 22 marzo al 30 aprile.
L’esposizione si inserisce in un percorso di recupero e ricerca filologica che la Galleria Milano sta portando avanti su alcuni degli artisti con cui ha lavorato in passato, tra cui Enzo Mari e Betty Danon.
Ad Arakawa sono state dedicate due personali nel 1983 e nel 2005, quest’ultima insieme a Madeline Gins.
Il percorso di Arakawa si sviluppa tra il Giappone e, soprattutto, gli Stati Uniti.
Nato a Nagoya nel 1936, si trasferisce a Tokyo per studiare presso la Facoltà d’Arte, dove fa parte dell’ambiente neo-dada. Da subito abbraccia una tendenza antiartistica e inizia a lavorare sugli elementi diagrammatici che svilupperà successivamente.

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Nel 1961 lascia il Giappone per New York: il primo incontro e con Marcel Duchamp che diviene il suo mentore e lo introduce al vivissimo ambiente artistico, dove frequenterà John Cage, Jasper Johns e Robert Rauschenberg, tra gli altri.
L’anno successivo, nel 1962, conosce quella che sarà la sua compagna nella professione e nella vita, Madeline Gins; nel mentre mette a punto un linguaggio fatto di parole, segni, ombre, linee, semplici morfemi e gradazioni di colore.
All’inizio predominano silhouette e oggetti d’uso quotidiano, per poi divenire sempre più “costruzioni spaziali che potrebbero essere definite ‘iper-cubiche’ o tetradimensionali” (Gillo Dorfles).
In mostra alla Galleria Milano sono tele, carte e grafiche degli anni Sessanta e dei primi Settanta, dove indaga il rapporto tra spazio e tempo in una sintesi che lui stesso definisce come filosofia del vuoto, o blank.
Proprio in questo periodo pubblica la prima edizione (in lingua tedesca) del fondamentale volume The Mechanism of Meaning (1971), realizzato insieme a Gins: il suo obiettivo primario e comprendere, appunto, il “meccanismo del significato” con un approccio interpretativo, più che analitico.

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Le sue tele, di grandi dimensioni ma mai omogenee, sono piene di “punti focali”, addensamenti di frecce, tubi, elementi rotanti, lettere e parole come mistake, a rappresentare il continuo cortocircuito di significazione in cui si incaglia l’uomo.
Frequente e anche bottomless, una sorta di piramide quadrangolare che, nel bianco della tela, appare come un oggetto misterioso, sovvertito e sospeso.
Tutt’attorno le “macchie di blank, di non-quadro, che interrompono l’universo del tessuto-quadro e ci danno la sensazione che il significato e la forma di tutto il resto fluttuino attorno a queste lacune dell’esistere”, secondo le parole di Italo Calvino, che apprezzava la sua arte ed ebbe modo di discuterne con lui in diversi incontri, tra Parigi e New York.

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Per Calvino la pittura di Arakawa, puramente intellettuale, rende visibile “il colore della mente” – da cui il titolo della mostra: “la mente ha un colore che non riusciamo mai a vedere perche c’e sempre qualche altro colore che ci passa per la mente e si sovrappone al nostro sguardo. […] La mente non puo avere altro colore che quello dei quadri di Arakawa”.
Saranno proiettate anche le sue due opere filmiche, Why Not (A Serenade of Eschatological Ecology), 1970 e For Example (A Critique of Never), 1971, quest’ultimo, nella versione italiana, con voice over di Vincenzo Agnetti.
Shūsaku Arakawa (Nagoya, 6 luglio 1936 – Manhattan, 18 maggio 2010) ha esposto in numerosi musei, gallerie e istituzioni, tra cui:
Museum of Modern Art, Tokyo, 1958; MoMA, New York, 1966; XXXV Biennale di Venezia, 1970; Neue National Galerie, Berlin,
1972; Städtische Kunsthalle Düsseldorf, 1977; Solomon R. Guggenheim Museum, New York,
1997; Solomon R. Guggenheim Museum,
New York in 1997; Gagosian Gallery, New York, 2017.

SHŪSAKU ARAKAWA
Il colore della mente
Galleria Milano

Via Manin 13, Via Turati 14 – 20121 Milano
Inaugurazione: lunedi 21 marzo 2022
Periodo di apertura: da martedi 22 marzo al 30 aprile 2022
Orari della Galleria: da martedi a sabato dalle ore 10,00 alle 13,30 e dalle 15,00 alle 19,00
02-29000352 - info@galleriamilano.com
DIDASCALIA IMMAGINI
Immagine 1  Shūsaku Arakawa, Leonardo's Chronology, 1967, Photo @ Roberto Marossi
Immagine 2 Shūsaku Arakawa, The S.A Equation Recognized 1996-2006, 1962, Photo @ Roberto Marossi
Immagine 3 - Shūsaku Arakawa, Ignore the compass, 1964/5 Photo @ Roberto Marossi
Immagine 4 - Shūsaku Arakawa, Untitled, 1964 ca, Photo @ Roberto Marossi
Immagine 5 – Shūsaku Arakawa, Hard or Soft n. 2, 1967 Courtesy Galleria Milano
Immagine 6 – Shūsaku Arakawa, Next to the Last, 1967-1971 Serigrafia in 75 esemplari, Courtesy Galleria Milano