Nuovi investimenti di Città metropolitana di Torino per la millenaria Abbazia luogo di culto e scrigno d’arte. Patrimonio culturale unico nel suo genere.

Nuove modalità per visitare la millenaria Abbazia della Novalesa, fondata nel 726 sulla via di transito del colle del Moncenisio, acquisita nel 1972 ormai fatiscente dalla allora Provincia di Torino – oggi Città metropolitana – e nuovamente affidata ai monaci benedettini.
Luogo di culto e di preghiera, ma anche scrigno d’arte, offre un patrimonio culturale unico nel suo genere che Città metropolitana di Torino mette a disposizione dei visitatori gratuitamente, nel rispetto dell’equilibrio tra l’apertura al pubblico e i tempi della vita monastica.
Il chiostro centrale, la chiesa dedicata ai santi Pietro e Andrea costruita nel XVIII secolo sulle fondamenta di un edificio tardo romano, le quattro cappelle dell’X! secolo – su tutte quella di Sant’Eldrado – stupiscono ancora oggi e affascinano per la loro luminosità e la conservazione cromatica.

“Abbiamo concordato con i monaci benedettini nuove modalità per far visitare gratuitamente sia l’Abbazia con le sue cappelle che il Museo archelogico – commenta il vicesindaco di Città metropolitana Jacopo Suppo – consapevoli come siamo di possedere un gioiello unico non solo per la Val Cenischia e la Valle di Susa, un bene da tutelare e promuovere, sempre rispettando le regole della comunità monastica. Abbiamo investito molto negli anni passati per i restauri ed ora la Città metropolitana di Torino è pronta a dare nuovo impulso alle opere di manutenzione e recupero“.
Ecco le nuove modalità di visita
ABBAZIA DELLA NOVALESA dal 14 marzo al al 14 giugno sabato alle ore 10,30 e 11,30 domenica alle ore 11,30 dal 15 giugno al 15 settembre lunedi, martedì, mercoledì, venerdi ore 10.30 e 15.30 sabato ore 10,30, 11.30 e 15,30 domenica ore 11.30 e 15.30 giovedì chiuso dal 16 settembre al 7 gennaio sabato alle ore 10,30 e 11,30 domenica alle ore 11,30 Le VISITE CONTEMPLATIVE, durante le quali i partecipanti avranno modo anche di sostare nel parco e nelle cappelle dell'abbazia per meditare, pregare, contemplare, si svolgono ogni primo sabato del mese alle ore 10,30 e la terza domenica del mese alle ore 15,30: in quelle ore sono sospese le visite turistiche per dare modo ai partecipanti di godere del rispettoso silenzio necessario e consono al luogo. La visita al parco e alle cappelle è accompagnata. Le visite possono essere svolte negli orari indicati a partenza fissa o, per gruppi, su prenotazione all'indirizzo visite@abbazianovalesa.org
MUSEO ARCHEOLOGICO Nei mesi di aprile, maggio, giugno, settembre - il sabato e la domenica dalle 11.00-13.00 e 14.00 -16.00 Dal 1 luglio al 15 settembre tutti i giorni alle ore 11.00 13.00 14.00 17.00 - chiuso il giovedì Anche la visita al Museo archeologico è gratuita, può essere libera o accompagnata. Negli orari di apertura sono sempre a disposizione degli operatori museali che possono fornire informazioni e accogliere i visitatori nell'esperienza museale. Il Museo Archeologico è presidiato dagli operatori museali del centro Culturale Diocesano, le visite all'Abbazia sono garantite da Volontari di Novalesa e della Valle di Susa che si mettono a disposizione della Comunità monastica per questo servizio.

dal sito dell’Abbazia di Novalesa L’atto di fondazione dell’abbazia di Novalesa data del 30 Gennaio dell’anno del Signore 726. Il monastero è dedicato ai santi Pietro e Andrea in un tempo in cui la Chiesa d’Oriente e d’Occidente non eranoo ancora separate. I monaci di Novalesa seguivano una “regula mixta” (di San Colombano e di san Benedetto). Proprio da Novalesa, dove fu abate dall’817, Benedetto d’Aniane cominciò l’opera di unificazione dei monasteri dell’impero imponendo la regola benedettina su richiesta di Ludovico il Pio. Questo fa della Novalesa il centro propulsore dell’inizio dell’era benedettina che segnerà il medioevo. Sotto Eldrado, che fu abate della Novalesa del 820 al 845, la comunità conobbe il momento di maggiore fioritura spirituale. Nel 906 i monaci fuggirono a Torino per scampare alle scorrerie dei saraceni in quello che oggi è il santuario della Consolata. I monaci superstiti fondarono in seguito il monastero di Breme, da cui vennero nell’XI secolo alcuni monaci a ripopolare l’abbazia. Ai benedettini si sostituirono i Cistercensi dal 1646 al 1798 quando furono espulsi dal governo provvisorio piemontese. Fu Napoleone ad affidare ai monaci della Trappa di Tamié il monastero di Novalesa per prendersi cura dell’ospizio del Moncenisio. Dopo la caduta di Napoleone il monastero fu ripopolato da alcuni monaci benedettini che si unirono alla Congregazione Cassinese d’Italia nel 1821. La quiete non durò molto perché con le leggi di soppressione del 29 maggio 1855 del governo piemontese il monastero fu venduto all’asta e trasformato in albergo per cure termali. Nel 1972 il complesso fu acquistato dalla Provincia di Torino e nel 1973 affidato alla custodia dei monaci benedettini sublacensi. Una storia non solo lunga quella della Novalesa, ma ricca di cambiamenti e di adattamenti. Nel monastero di Novalesa si sono succeduti monaci benedettini cassinesi e sublacensi, cistercensi e trappisti. Un laboratorio monastico di continuo adattamento e ripensamento alla luce della fedeltà al Vangelo e alla storia con le sue costrizioni e ispirazioni. Il passato può illuminare il presente dando il coraggio di osare i cambiamenti e gli adattamenti di una vita monastica fedele e libera. Del resto i monasteri sono sempre un cantiere aperto non solo in senso materiale, ma prima di tutto spirituale.

