Oggi la nostra redattrice Giulia Quaranta Provenzano ci propone l’intervista alla cantautrice, compositrice e attrice napoletana. La nota artista prevalentemente dedita al jazz e allo swing, con l’occasione, si è un po’ raccontata…

Buongiorno Simona! Vorrei domandarLe subito quando, come e soprattutto da quale motivazione interiore ha avuto origine il Suo viaggio e la Sua dedizione alla musica, alla recitazione. “Buongiorno Giulia, sono sempre stata una sognatrice. Vivevo i miei sbalzi d’umore come, immagino, tutti i bambini e trovavo conforto nella musica in ogni sua forma. Quando ero arrabbiata mi chiudevo in una stanza e ballavo, quando mi annoiavo mi chiudevo in un armadio e cantavo. Mi piacevano i musical americani e i film della Walt Disney, intrisi appunto di musica e nei momenti in ero triste la mia camera diventava un palcoscenico, mi staccavo da terra ed entravo nella mia fantasia. La musica, per me, è stata una compagna e una madre (oltre che il primo grande amore!). Da bambina avevo un alter ego identico a chi sono oggi, ma aveva un nome diverso. Immaginavo di essere esattamente quella che sono oggi”.

Se dovesse assegnare un colore alle fasi più significative della Sua vita finora quale sarebbe e altresì quale canzone vi assocerebbe? “Assocerei il giallo e la canzone “Un poco di zucchero” di Antonio Amurri, Richard M. Sherman e Robert B. Sherman all’infanzia. Il verde invece lo abbino all’adolescenza perché, in quel periodo, ricordo di essere stata molto a contatto con la natura e con la speranza. Come brano scelgo “Come saprei” di Giorgia, in quanto lo cantavo spesso. Sono poi arrivati i diciotto anni e i primi amori, dunque dico celeste per via della conoscenza degli uomini e come canzone “Chissà se stai dormendo” di Jovanotti, dato il mio carattere innamorato. Proseguendo, fino ai ventisei anni d’età, domina il color rosso come le mille passioni che mi rapirono e opto per “Bohemian Rhapsody” dei Queen, per il turbinio che avevo dentro. Tra i ventisei e i trentadue anni c’è il nero a causa di tutta una serie di momenti difficili che ho vissuto, nonostante la mia carriera stesse prendendo il volo. A tale fase della mia vita assocerei la mia canzone “La felicità” poiché davvero in quegli anni ero convinta di averla persa. A seguire è arrivata la maternità e qui vedo un bel rosa pastello, quale la tenerezza che mi ha avvolto e restituito tutto. Il brano che mi sento di indicare è un’altra mia canzone e cioè “Tutto il rumore del mondo”. Successivamente ho vissuto un momento di transizione ed evoluzione, non poco sofferta, al quale attribuirei la canzone “La verità” di Brunori Sas e quale tinta un grigio fumo per la nebbia in cui mi sono trovata. Sono uscita dalla nebbia da poco. Il momento che sto vivendo lo percepisco quale bianco, in virtù della pienezza e della luce che ho davanti agli occhi. È ritornata la serenità. Dal mio ultimo album estraggo “Tempo da consumare” a colonna sonora (…)”.
Cosa rappresenta per Lei l’Arte e quale ritiene esserne il potere nonché principale pregio e valore? Secondo la Sua sensibilità, essa ha più a che fare con l’intimistico “auto centrico”/autobiografico o maggiormente con il sociale-politico in senso ampio? “Quando ho cominciato il mio percorso professionale, per me, l’arte era una necessità. Poi è diventata una cura, dopo è stata divertimento, dopo ancora pensiero e comunicazione. Oggi le attribuisco anche un senso sociale-politico in quanto racconta e divulga gli ideali e i valori attorno ai quali si stringe un popolo, in un determinato periodo storico e di una determinata area geografica. Ecco, così, la cultura. Nel momento in cui l’arte diventa intrattenimento o business, si ha un impoverimento del tessuto sociale e culturale”.

Nella musica quale ruolo Le pare giochi l’immagine visiva nel veicolarne il significato (per esempio nei videoclip musicali) ma pure nell’essere, chissà, almeno in parte e di primo acchito il “bigliettino da visita” di ciascuno di noi? Quanto “pesano” invece rispettivamente il testo, la voce e la base musicale nelle Sue canzoni e nei brani che maggiormente apprezza? “Purtroppo attualmente l’immagine visiva ha un ruolo sempre più importante perché, con la tecnologia imperante, il canale visivo sta prendendo il sopravvento su tutti gli altri sensi. Una canzone oggi la si “guarda” su YouTube o su TikTok… e a volte l’aspetto musicale, il testo, il messaggio passano in secondo piano. D’altronde ognuno di noi ascolta in maniera diversa. Io sono molto uditiva e poco visiva. La prima cosa che deve colpirmi è il suono, il beat degli strumenti, la voce. Poi ascolto il testo e il messaggio. Di solito non guardo i videoclip, a meno che qualcuno non mi spinga a farlo”.

La capacità di rinnovarsi alla luce dei tempi – pur mantenendo la propria firma o “signature” – è possibile e quanto è fondamentale, a Suo avviso? Per riuscire a fare della propria Passione una professione, cosa è necessario e cosa è oggi imprescindibile in un mercato ultra-consumista in cui ogni giorno escono centinaia di canzoni? “Per me è importante, anche per rinnovare la mia passione, cercare sempre nuovi suoni e nuovi modi per esprimermi. Io credo che per fare questo mio mestiere tutta la vita non si debba inseguire il successo, ma appunto la propria passione. Fare e rifare, provare, disfare, mettersi in discussione, senza narcisismo e con forti motivazioni. Secondo me, quindi, bisognerebbe chiedersi prima di tutto perché si sale sul palco e quale professione si ambisce veramente ad intraprendere. Se si sa quello che si vuole è tutto più semplice e non ci si farà distrarre e allontanare dai propri obiettivi e desideri”.
Infine, Le chiedo, quando osserva/legge/ascolta un creativo, una persona di spettacolo, cosa La impressiona positivamente ed entusiasma tanto da farglielo ritenere un valente professionista? C’è qualcuno al quale guarda con stima e con cui Le piacerebbe collaborare? “Io credo che le motivazioni che portano su un palcoscenico arrivino ancor prima di quello che si andrà a cantare. Quando vedo qualcuno che “coincide” esattamente ed è fedele a ciò che canta, quando vedo qualcuno che ha una motivazione forte nel portare avanti i suoi desideri e i suoi cosiddetti perché, questo qualcuno mi conquista più di chiunque altro. Il mio artista preferito, nel presente momento, è Brunori Sas”.
