Oggi la nostra redattrice Giulia Quaranta Provenzano ci propone l’intervista a un giovane artista. Elia Meleleo, con l’occasione, si è un po’ raccontato sia musicalmente, che per quanto riguarda il suo quotidiano nel quale ha precisato come non si definisca mai in alcunché…
Ciao! Vorrei “rompere il ghiaccio” domandandoti subito quando, come e soprattutto da quale motivazione interiore ha avuto origine il tuo viaggio nella Musica (anche in relazione al tuo nome d’arte). “Ciao Giulia! Il mio percorso musicale comincia all’età di dodici anni. Scrissi il primo testo, molto acerbo, per lo più come uno sfogo – avendo sempre avuto, in adolescenza, problemi a relazionarmi con gli altri. Successivamente divenne il mio sogno fino a che, quando capii che non era solo che un sogno ma pure tanto altro, decisi di mettermi in gioco”.
Da piccolo chi immaginavi, sognavi, di diventare “da grande” e che bambino sei stato? “Da piccolo sognavo di diventare un attore o un cantante. Ero un bambino molto introverso, con pochi amici e difficile da capire. Vivevo in un mondo tutto mio. Il mio rapporto con la musica è nato esattamente per questo motivo, per sfogare ossia i miei pensieri e condividerli con la gente”.

Se dovessi assegnare un colore alle fasi più significative della tua vita finora quale sarebbe e quale canzone vi assoceresti? “Il colore che sceglierei da assegnare alla mia vita è il grigio. Essa non è stata mai né bianca, né nera, ma perfettamente nel mezzo a queste due tinte. La canzone che la rappresenta è “Poco prima dello schianto” di Mostro. Tale brano mi ha praticamente cresciuto”.
Cosa rappresenta per te l’Arte, la musica in particolare, e quale ritieni esserne il potere nonché principale pregio e valore. Per ciò che ti concerne, essa ha più a che fare con l’intimistico “auto centrico”/autobiografico o maggiormente con il sociale-politico in senso ampio? Bellezza e fascino, poi, in quali caratteristiche li riscontri? “Per quello che mi riguarda, la musica e l’arte rappresentano l’espressione di sé. Nel mio caso sono state la mia salvezza. La mia musica spazia parecchio tra l’intimistico, perché tendo molto a parlare di me, e il sociale in quanto cerco comunque sempre di rappresentare qualcuno. Bellezza e fascino, dal mio punto di vista, sono in tutto ciò che è nuovo e anche in quello che riesce a catturarmi… persino una foglia che cade può essere, appunto, arte”.
Nella musica quale ruolo ti pare giochi l’immagine visiva, l’estetica, nel veicolarne il significato (per esempio nei videoclip musicali) ma pure nell’essere, chissà, almeno in parte e di primo acchito uno dei primissimi “bigliettini da visita” di ciascuno di noi? Quanto “pesano” invece rispettivamente il testo, la voce e la base musicale nelle tue canzoni e nei brani che maggiormente apprezzi? “Oggi l’immagine visiva è tutto, permette di creare un immaginario e un contatto diretto con chi ascolta. Per me, tuttavia, alla base d’un brano vi è il testo. Si può suonare bene quanto si vuole ma se non si dice nulla, parimenti, non si lascia alcunché… se non un buon sound. Nel mio modo di fare musica il 60% del lavoro è dei miei produttori e il restante mio, nonostante io non sia un maniaco del già citato sound”.
Quando guardi/leggi/ascolti un creativo, una persona di spettacolo, cosa ti impressiona positivamente e più ti entusiasma tanto da fartelo ritenere tale? Musicalmente c’è qualcuno al quale guardi con stima e con cui ti piacerebbe collaborare? “Quello che mi cattura maggiormente di un creativo è la passione che ci mette in ciò che fa. Cerco sempre di lasciarmi trascinare. I miei artisti preferiti sono Mostro, Ultimo e Fasma… collaborarci sarebbe un grande traguardo personale. Non credo, però, che riuscirei mai ad interpretare testi scritti da altri. Ho il costante bisogno di sentire miei i brani che canto, sapere di averci sudato dietro”.
Tuo è il singolo “Lotterò” [https://open.spotify.com/track/3WmRyK3CrXblMvtc4yQ0cl]… da quale tua specifica esperienza ha, immagino, avuto origine? Inoltre, da quale sorta di bussola è orientato il tuo vivere e quali sono le priorità e i valori a timone della tua vita? Hai idea che sia possibile la libertà del singolo pur non trasformandola in egoismo e tirannia del personale? “La mia canzone intitolata “Lotteró” parla principalmente della mia voglia di rivalsa e della mia vita in generale. Sentivo il bisogno di un brano simile, tra l’altro è l’ultimo su tale wave. Il mio vivere si basa in primis, proprio, sul “vivere” (mi scuso per il gioco di parole…). Prendo l’esistenza e ogni giornata come viene, il resto si vedrà! Interessante l’ultima domanda… alla base del collettivo, per me, c’è il singolo. Il collettivo, ovvero, risiede nell’individuo. Se ogni individuo fa il suo, tutto sarà ben funzionante”.
Parlando adesso di amore verso differenti soggetti sia umani che pure animali, ambiente, passioni etc. – benché io non voglia indurti ad alcuna categorizzazione né schematismo riduttivo e ingabbiante, preconfezionato – ho una curiosità ovvero per te cos’è appunto l’Amore, in quali peculiarità lo riscontri? “L’amore, a mio avviso, è l’energia del mondo – esso funziona grazie all’amore stesso. Senza amore non ci sarebbe molto da vivere. Amore per il proprio lavoro, per le persone e non soltanto dacché, per me, risiede in ogni cosa”.
Un proverbio recita «Chi si somiglia si piglia», tu sei d’accordo o no? E cosa ne pensi del non riuscire a bastare a se stessi e dell’avere continuamente bisogno di avere una sorta di partner: è fragilità, dipendenza o è forse narcisismo? “Posso affermare di non essere il tipo di persona che ha bisogno di qualcuno accanto, se non di me stesso. Credo che l’avere costantemente necessità di un partner sia sinonimo di mancanza d’autostima, che porta a un forte egoismo. Una persona che non sta bene da sola, infatti, come può far stare bene qualcuno al suo fianco?!”.
I ricordi, la pianificazione e la progettualità, la sperimentazione e l’osare quanto sono fondamentali nella tua esistenza e in che misura la veicolano a livello artistico? Nella musica, di solito, ti sembra di seguire e assecondare l’istinto oppure la razionalità? “Musicalmente e nella vita, faccio spesso “quello che mi pare”. Mi lascio molto guidare dall’istinto, senza seguire alcuno schema. Il più delle volte non ho idea di come nascano i miei brani e di come io faccia e ce la faccia a portare a compimento quel che è. Sono poco razionale a proposito di questi aspetti”.
A proposito di social, qual è il tuo pensiero al riguardo e con quale finalità ti ci approcci e li utilizzi [https://instagram.com/icaro.ale?igshid=YmMyMTA2M2Y=]? Inoltre che incidenza hanno nella tua quotidianità, musicalmente, e quale idea ti sei fatto del loro uso nei più differenti settori? “I social sono la gabbia della società, vi si mostra solamente ciò che fa comodo e si reifica il proprio essere e gli altri – rendendoli e rendendosi oggetti in vetrine, da giudicare. Sono comunque utili nell’ambito comunicativo, poiché rappresentano un ottimo medium. Li utilizzo molto per mantenermi in contatto con gli ascoltatori”.
Infine puoi anticiparci quali sono i tuoi prossimi progetti e, magari, rivelarci qualche chicca in anteprima? “Certo! A breve uscirà il mio prossimo singolo, di cui non posso ancora dire molto. Ho, pochi giorni fa, pubblicato uno spoiler sul mio Instagram. Non di meno, mi è permesso anticipare che sarà il primo brano del mio primo progetto ufficiale…”.
