Oggi la nostra redattrice Giulia Quaranta Provenzano ci propone l’intervista al bravissimo truccatore. È possibile ammirare molti suoi lavori e collaborazioni prestigiose andando sul suo profilo Instagram che troverete in fondo all’articolo.

Ciao Carmine e piacere di ritrovarti! Vorrei domandarti subito come, quando e da quale motore interiore ha avuto origine il tuo viaggio nel mondo del make-up – sino a decidere di dedicarti, di professione, alla cura e alla valorizzazione dell’immagine delle persone. “Ciao Giulia, piacere mio! Direi che la passione per il make-up è in me dalla nascita. Sin da piccolo ho manifestato attitudini artistiche tant’è che cantavo, ballavo e disegnavo tantissimo… la passione per il trucco ha, comunque, faticato a emergere perché durante il mio percorso di vita, fino ad alcuni anni fa, mi sono sempre dedicato soprattutto al canto e alla musica. È stato nel 2017, dopo un cancro alla tiroide che ha danneggiato leggermente la mia voce, che è riemersa la passione per il make-up appunto. Il cancro è una malattia che ti cambia e tuttavia vi ho tratto il meglio per fare un resoconto della mia esistenza e capire chi davvero volevo essere. Ho quindi intrapreso vari corsi, ho fatto e faccio ancora molta gavetta e, non di meno, oggi sono felice del percorso che ho iniziato. La strada è lunga, eppure so che è quella giusta”.
Da piccolo chi desideravi diventare “da grande” e che bambino sei stato? “Sono sempre stato un creativo… Un giorno speravo di diventare un cantante e quello successivo un ballerino, ma mai un truccatore… sebbene disegnassi di continuo bocche e occhi (ero troppo piccolo per capire che ciò era un segnale). Sono stato un bambino sempre molto educato, benché un po’ monello a scuola, curioso e assai socievole”.

Cosa rappresenta, per te, la Bellezza e quale ritieni esserne il potere nonché principale pregio e valore? “Per me, Bellezza è essere se stessi. Gli ideali che ci vengono imposti dalla società sono sempre di più volti all’omologazione e alla ricerca ossessiva della perfezione estetica… io, invece, penso che il bello stia nell’imperfezione… che è il tratto che ci contraddistingue e rende unici”.
In un’ideale scala da 0 a 10 quant’è e quanto dovrebbe essere importante, a tuo avviso, l’aspetto esteriore e soprattutto com’è possibile capire e riuscire a far emergere la personalità del singolo attraverso un’esteriorità che sia fedele “bigliettino da visita” di ciò che si è interiormente? “Da una scala da 0 a 10, a mio avviso, l’aspetto esteriore si colloca giusto a metà. Mostrarsi curati ha i suoi vantaggi ma se l’esteriorità non va a braccetto a un’interiorità coltivata, la prima, rimane fine a se stessa e diviene effimera. Lo studio, la ricerca, l’interesse per il bello, per l’arte e per il passato sono la chiave per capire chi essere e come comunicare se stessi al mondo”.
Quale ruolo ti sembra giochi l’immagine nel veicolare significati nei più differenti campi della vita – non solamente nel mondo dell’Arte, della Moda e dello Spettacolo – e nell’essere, chissà, altresì indicatore di alcune caratteristiche psicologiche di chi si è e di chi si ha di fronte? “La nostra è un’attualità che fa riferimento a immagini-idolo. Vi è imperante una cultura che è imperniata su modelli e icone generati dal mondo della pubblicità, dello sport, dello spettacolo, della televisione. La condivisione di foto e video e la loro fruizione sono ormai aspetti pervasivi della società. Internet e i social hanno modificato una serie di paradigmi al punto che le giovani adolescenti cercano di attirare l’attenzione sul proprio corpo per inserirsi all’interno di un contesto all’interno del quale questo tipo di messaggio viene accettato e apprezzato, talvolta col rischio di sviluppare una certa dipendenza dal mezzo. È difficile non lasciarsi trascinare eccessivamente dall’odierna realtà, ma non per questo non bisogna non imparare a essere più critici e più coscienti delle proprie capacità. Non esiste solo la bellezza infatti ha valore anche l’intelligenza, la simpatia, la generosità, l’onestà, la solidarietà, la fedeltà… ognuno di noi può essere apprezzato pure per qualcosa che ha dentro e che ugualmente può essere oggetto di comunicazione”.

Se dovessi assegnare un titolo alle fasi maggiormente significative della tua esistenza finora, quale colore e quale canzone assoceresti a ciascun periodo? “Potrei dividere la mia vita in tre fasi. Dalla nascita ai 10 anni d’età il colore è il bianco come l’innocenza, la purezza e la canzone che vi associo è una che mi cantava mia mamma ossia ‘Oba ba luu ba’ di Daniela Goggi. Poi, dai miei 10 ai 27 anni, il colore dominante è il rosso. È stato un periodo di vitalità, amori, forza e la canzone che vi abbino è ‘Dedicato a te’ dei Matia Bazar. Infine dai 27 anni d’età a oggi il colore è il blu che identifico con la calma, la serenità, l’armonia mentre la canzone che vi collego è ‘Run To You’ di Whitney Houston”.
Senza tuttavia voler generalizzare, secondo te, quanto pesa per larga parte della gente il timore del giudizio altrui e la posizione lavorativa/famigliare che si ricopre nello scegliere come apparire e come invece non mostrarsi reprimendo così il piacere dell’assecondare il gusto personale e se stessi? “Vittime della società e dei social che propongono un ideale di vita finto e troppo perfetto, il giudizio degli altri pesa tanto. Oggi, spesso, si cerca di apparire diversi da chi e da come si è perché ciò fa comodo e perché apparire come tutti fa sì che si evitino le critiche. Sono cresciuto sentendomi dire che ognuno è unico e irripetibile, dunque dico che si deve puntare sulla propria unicità per esprimere se stessi e che bisogna farlo senza avere paura del giudizi altrui”.
Ritieni che debba esserci una sorta di galateo del buongusto e, in caso affermativo, cos’è il buongusto tenendo comunque presente il rispetto delle differenti soggettività e preferenze di ciascuno di noi? “A questa domanda voglio rispondere citando una frase di Cary Grant, nella quale mi rispecchio pienamente e cioè che la semplicità è sempre stata l’essenza del buon gusto”.

Tu hai truccato donne assai note quali Frida Aasen, Karolina Kurkova, Cindy Bruna, Kendall Visser, Ashley Park, Loretta Grace e molte altre ancora. Qual è la peculiarità a denominatore comune grazie alla quale, supponi, hai guadagnato la loro fiducia e stima? “Sicuramente ha influito una buona impaginazione del mio profilo Instagram, in quanto quest’ultimo rappresenta il mio biglietto da visita. La fiducia, invece, credo e spero di averla conquista e sempre continuare a conquistarla durante e a fine make-up. La professionalità, la calma e la dolcezza che infondo quando trucco sono il mio punto di forza che, assieme al risultato finale in linea con ciò che desiderano coloro che trucco, ho idea siano il connubio vincente”.
Professionalità di cosa ritieni sia sinonimo e vi è qualcuno con cui, proprio alla luce di ciò, vorresti collaborare? “La professionalità, nel mio settore, è sinonimo di molte cose quali talento, amore, passione verso quello che si fa… alla luce di ciò, vorrei collaborare con uno dei miei make-up artist preferiti ovvero Mohammed Hindash”.
I ricordi, la sperimentazione e l’osare, il pianificare e l’organizzare quanto sono fondamentali nel tuo vivere e in che misura timonano il tuo quotidiano? E ancora, di solito, ti sembra di seguire maggiormente l’istinto oppure la ragione? “Quelli che hai citato sono tutti aspetti con cui mi scontro ogni giorno… Coesistono e vivono insieme, spesso creando in me ansie… ma l’ansia è frutto della passione, senza di lei non ci si metterebbe mai in discussione e nemmeno mai si migliorerebbe. Sovente uso la ragione, però sono anche molto istintivo”.
A proposito di talent e reality, visto che noi ci siamo conosciuti a Roma – nel programma tv “Trasformazioni incredibili” , desidererei chiederti qual è il tuo punto di vista per quanto concerne la tua concezione di Spettacolo. “Credo che fare spettacolo sia sinonimo d’intrattenere il pubblico mostrando le proprie abilità artistiche… Se chiudo gli occhi penso alla mitica Raffaella Carrà, al grande Pippo Baudo, a Loretta Goggi che – con il loro immenso talento – lo hanno davvero fatto magnificamente. Oggi, con grande rammarico, noto che proprio il modo di fare spettacolo sta cambiando notevolmente… L’avvento di alcuni reality è la prova evidente che il talento non è più motore portante della tv e non soltanto di questa e ciò mi rattrista”.

Posso domandarti altresì come hai trovato la mia trasformazione su Real Time e qual è il look che, istintivamente, senti ideale su di me? A prescindere dall’avere davanti la sottoscritta o qualcun’altra ragazza, qual è il trucco che più ti appassiona realizzare e come mai? “Beh, la tua trasformazione è stata pazzesca! Istintivamente vedrei per te un look rock, dietro al tuo dolce viso si nasconde difatti un animo Rock. I Make-Up che generalmente amo realizzare sono quelli Soft Glam, perché valorizzano la bellezza della donna senza stravolgerla”.
Infine, prima di salutarti, puoi anticiparci quali sono i tuoi prossimi progetti e magari pure qualche chicca in anteprima? “Da buon Napoletano quale sono, sono scaramantico pertanto per i nuovi progetti invito a seguirmi sul mio Instagram (dove, di volta in volta, posto tutti i miei contenuti lavorativi aggiornati).
profilo Instagram di Carmine D’Angelo
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