Oggi la nostra redattrice Giulia Quaranta Provenzano ci propone l’intervista all’artista del gioiello. L’abile artigiana realizza orecchini, collane, anelli, portachiavi, reggi occhiali in pelle e materiali di riciclo… tutti interamente fatti a mano!

Buongiorno Caterina! Vorrei iniziare col domandarti come, quando e perché nasce l’idea di dare vita alla tua linea di gioielli in pelle e materiali di riciclo [clicca qui per accedere al profilo Instagram di Ora-fà Caterina]. “Buonasera Giulia, bellissimo nome… quello di mia figlia! Ho sempre avuto la passione per i metalli e la pelle, tant’è che la mia Barbie aveva la giacca con le frange… fatta da me, ovviamente. Una decina di anni fa ero la testimone di nozze di un’amica ma, per l’occasione, non avevo un gioiello che ben si abbinasse al vestito – proprio io che sono orafa… Il matrimonio in questione era alle ore 17… la mattina stessa della cerimonia andai a recuperare la mia scatoletta con i ritagli di pelle e mi feci un anello adatto. Quell’anello ebbe grande successone. Al matrimonio era presente una persona che aveva un negozio e me ne ordinò subito un bel po’…”.
Da piccola chi sognavi di diventare “da grande” e che bambina sei stata? Ci racconti un po’ – partendo dai tuoi primi passi – come sei arrivata a dedicarti a quella che è la tua attuale attività artistica? “Sono stata bambina negli Anni ’70, l’epoca degli hippies. Al tempo andavo in vacanza ad Amalfi, con la mia famiglia. Mentre mamma e papà erano in spiaggia a prendere il sole, io ero sempre qualche metro più in là rispetto a loro… a guardare, ammaliata, l’abilità di un ragazzo con dread e treccine. Lavorava con pinzette e ottone. Da lui imparai a modellare il mio nome con il filo metallico. Avevo sei anni d’età, tuttavia già allora capii che avrei fatto l’orafa. Tutto ciò che vedevo, lo volevo riprodurre. Mi feci un paio di mocassini da indiana, una borsetta e “gioielli “a non finire. Fu mio padre a regalarmi una pinzetta che utilizzo ancora adesso e che porto ovunque, assieme a una scatolina di perline… non si sa mai. L’anno seguente, corrispondente ai miei setti anni d’età, durante una vacanza in un villaggio turistico, scoprii che il rivestimento in giunco dei bungalow era tenuto assieme da un bellissimo filo di nylon nero e che, tirando, il lembo iniziale si srotolava tutto… facendo oscillare la parete, ma questo ai miei occhi era un dettaglio. Quell’estate assieme ai miei cugini e ad alcuni amichetti fondammo “Casa Artigianato della Perla”. In garage creavamo braccialetti di nylon nero appunto e perline colorate, che poi vendevamo. Finite le scuole medie sono entrata all’Istituto Statale d’Arte di Venezia, sezione oreficeria. Qui ho imparato a lavorare i metalli, la bellezza del mestiere e i suoi trucchi. È un lavoro – quello dell’orafo – che si fa con le mani, che necessita di pazienza e nel quale ci si sporca… e dove, però, si può davvero creare. Ho ancora oggi nella mente, sulla pelle e nelle narici i colori e gli odori, ogni gesto, di questo mio mestiere millenario. Sono sempre emozionata quando ne parlo. Da una lastra come pure da un pezzo di pelle, si riesce a dare vita a qualcosa di bello, di nuovo e di unico. Dopo il diploma ho lavorato in molti ambiti, ma il mio “banchetto” non l’ho mai abbandonato. Mi sono sposata, ho avuto due figli… di giorno facevo la mamma e l’impiegata, di notte l’orafa. Ho sempre lavorato tanto e ho avuto molte soddisfazioni. Col passare del tempo ai metalli ho abbinato la ceramica, il legno e la gomma”.
Cosa rappresenta per te l’Arte e quale ritieni esserne il potere, nonché il principale pregio e valore? Inoltre quale ruolo ti pare giochi l’estetica – e quale altresì la Moda – nella società attuale? “L’Arte è tanto, come tanto è anche la bellezza… Per quello che mi riguarda, esse stanno nel fatto di creare, utilizzando materiali diversi… Non sono una ‘disegnatrice’perciò un modello preferisco costruirlo piuttosto che disegnarlo. La moda detta legge, stabilisce una tendenza da seguire… eppure io, personalmente, magari posso farmi influenzare dai colori e dagli abbinamenti, ma comunque la “mia” moda rimane sempre e solo ciò che piace a me, indipendentemente da correnti artistiche e collocazioni temporali”.

Qualora ti trovassi a dover presentare a mo’ di trailer le collezioni dei tuoi gioielli prodotti artigianalmente da te, a Venezia, cosa vorresti fosse evidente delle tue creazioni? La geografia quanto incide nel gusto del creativo e del fruitore d’arte? “Venezia è Venezia… ho avuto la fortuna di nascere e la possibilità di studiare in questa città meravigliosa, dove tutto è arte e movimento… mare, acqua, vento, nebbia… penso però che non sia determinante nascere in un posto piuttosto che in un altro… determinante, per la riuscita di un’impresa, è invece la curiosità così come lo è anche la voglia di fare e l’amore che si mette nel proprio lavoro… insomma fa la differenza la dedizione con cui si porta avanti un progetto – e io non mollo mai!”.
Quale pensi sia il denominatore comune a farti apprezzare dai tuoi clienti e quale la peculiarità che ti distingue dai tuoi colleghi? “Io cerco di essere me stessa sempre e comunque. Se poi posso dare una mano e rendermi utile, lo faccio volentieri. Perché, infatti, non andare incontro alle persone e ai miei clienti?! A distinguere dai colleghi è la propria personalità, l’artigianalità e l’unicità dei propri lavori. È poi, non di meno, necessaria la collaborazione e l’onestà… ma quest’ultima non vi è mai se non sono presenti tutti i detti, precedenti, requisiti”.
I ricordi, la sperimentazione e l’osare quanto sono fondamentali nel tuo vivere e per il tuo estro? Di solito, ti sembra di seguire l’istinto oppure la razionalità? “Sono decisamente istintiva, la percentuale razionale in me è molto ridotta. Nella vita, come nel lavoro, sono una persona che osa. Amo sperimentare e provare, sono decisa e ostinata. Mi piace fare tante cose, mi piace viaggiare, mi piace la compagnia e mi sento bene se ho un obiettivo davanti a me, una meta, un progetto da attuare”.
Vi è un materiale, un accessorio e un colore che tu ami in modo particolare e per quale motivo? Quali sono, invece, gli articoli maggiormente richiesti dalla tua clientela (almeno per quello che concerne lo scorso anno e il 2022)? “Un materiale, per piacermi, deve essere plasmabile ossia mi deve permettere di apporre la mia impronta, la mia idea. Gli articoli più richiesti dalla mia clientela sono sicuramente le collane, tutte uniche in quanto fatte a mano una ad una. Una collana, per l’appunto, è un articolo che porto molto anch’io poiché veste… poi mi piace tanto pure il fatto di rendere versatili le mie creazioni… e proprio le collane le si possono portare sia come cintura, acconciatura, decorazione sul cappello. Quest’anno è richiestissimo il colore, specialmente più colori assieme”.

Qual è il tuo pensiero a riguardo dei social e con quale finalità ti ci approcci e li utilizzi? I social che incidenza hanno nella tua quotidianità e quale idea ti sei fatta del loro uso nei più differenti ambiti? “I social me li sono fatti piacere… sono negata con tutto quello che ha tasti e bottoni, non mi ci approccio volentieri e spesso devo chiedere aiuto. Sono cresciuta con le pinze e i seghetti. Certo, indubbiamente, i mezzi tecnologici sono importanti e determinanti per alcuni aspetti, ma rimane il fatto che preferisco parlare a quattr’occhi e mostrare dal vivo un accessorio, farlo provare di persona”.
Prima di salutarti, puoi rivelarci quali sono i tuoi prossimi progetti e propositi? “Vorrei approfittare di questa bella occasione datami, se me lo permetti, per ringraziare la mia famiglia che mi ha sempre supportato e sopportato… e continua a farlo. I miei figli che, pur studiando, riescono a dedicarmi del tempo. Mio marito che in primis sopporta i miei orari e mi appoggia in ogni situazione. I miei genitori che mi hanno di continuo spronata e che, ancora oggi, mi danno una mano. Infine, ma non ultime, le persone che collaborano con me. Mi auguro, a breve, di riuscire ad aprire uno spazio tutto mio, mi piacerebbe uno show-room dove creare e dove fosse possibile vedere ciò che faccio… dove si possano intrattenere i clienti e scattare foto. Per quelli a lungo termine, invece, chissà… Grazie Giulia per la pazienza, spero di essere stata chiara ed esaustiva… anche se un po’ prolissa”.


