Eccoci con lo  speciale dedicato alle mostre. Oggi il secondo appuntamento alla Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano con la Project Room #16 e la mostra al Museo Marino Marini di Firenze. La proroga della mostra che celebra la galleria Il Gabbiano a La Spezia.

 PROJECT ROOM #16
“VIBEKE MASCINI | RENDEZVOUR
a cura di Chiara Pirozzi e Alessandra Tronconefino al 18 dicemnbre 2022
Fondazione Arnaldo Pomodoro
Via Vigevano, 9 – Milano

La Fondazione Arnaldo Pomodoro presenta Rendezvous di Vibeke Mascini, il secondo appuntamento dell’annuale ciclo espositivo di Project Room, progetto “osservatorio” della Fondazione, dedicato ai più recenti sviluppi del panorama artistico internazionale, affidato per il 2022 alle curatrici Chiara Pirozzi e Alessandra Troncone. In Rendezvous, progetto inedito che Vibeke Mascini (L’Aia, 1989) ha concepito per gli spazi della Fondazione, l’artista olandese mette in dialogo le sue ricerche con le suggestioni provenienti dall’approfondimento della pratica artistica di Arnaldo Pomodoro e dei documenti conservati nel suo archivio. Interessata alle possibilità di trasformazione della materia attraverso l’uso alternativo e autogenerativo dell’elettricità – intesa come proprietà naturale o come frutto di processi industriali – Mascini realizza installazioni multimediali complesse, spesso in collaborazione con studiosi di altre discipline, giocate sull’equilibrio di concetti speculari come vita-morte, positivo-negativo, azione-stasi. Da questi interessi nasce la curiosità dell’artista per l’uso che Arnaldo Pomodoro fa dell’osso di seppia come supporto da incidere per la creazione di gioielli e piccole sculture, nel quale resta impressa la traccia in negativo dell’oggetto realizzato. Rendezvous riflette sul concetto di impronta, intesa da Mascini come segno fisico di un tempo dinamico che si cristallizza. Espandendo la sua ricerca al campo delle scienze naturali, l’artista ha  attivato una stretta collaborazione con il MUSE – Museo delle Scienze di Trento, che ha realizzato per il progetto una serie inedita di scansioni 3D di porzioni di impronte di dinosauri del sito paleontologico dei Lavini di Marco (Rovereto), nelle quali è evidente l’incrocio tra specie animali diverse vissute a centinaia di anni di distanza fra loro. A partire da queste scansioni, Mascini ha realizzato per lo spazio della Project Room della Fondazione alcuni calchi riempiti di acqua nella parte concava, che reagirà al passaggio del pubblico vibrando grazie alla presenza di un rilevatore di anidride carbonica. In questo modo Rendezvous racconta e rende manifesta una stratificazione di segni caricati di nuovi significati, in grado di trasformare un tempo passato e fermo in un tempo presente e in movimento grazie alla sorpresa generata da un nuovo e inaspettato incontro.

“ANDATURE II” Elisabetta di Maggio / Sophie Ko
a cura di Marcella Cangioli e Antonella Nicola
fino al 24 ottobre 2022
Museo Marino Marini
Firenze

Elisabetta di Maggio VUOTO d’ARIA #02, 2020, courtesy Galleria C. Stein photo Serge Dominge
Al Museo Marino Marini di Firenze è stata inaugurata, in occasione della settimana dell’Arte Florence Art Week, la mostra Andature II con opere di Elisabetta di Maggio e Sophie Ko. Andature è un progetto interdisciplinare che nasce nel 2020, a cura di Marcella Cangioli e Antonella Nicola, in collaborazione con l’Associazione Culturale Città Nascosta e il Museo Marino Marini, realizzato grazie al contributo di Fondazione CR Firenze. Il concetto di tempo e il suo indelebile flusso sono al centro, tra confronti e similitudini, della poetica di Elisabetta di Maggio e Sophie Ko, protagoniste di Andature 2022. Elisabetta di Maggio, nei suoi lavori, attraversa con linee rette e curve una cartografia errante tra materiali diversi: dal sapone inciso, come in Fez 2013, a elementi vegetali, foglie, rami, fiori “ricamati” come nei Vuoto d’aria # 1, #2 #3 (2021), dove l’artista immagina nuovi paesaggi dal fragile equilibrio ma dalla forte tensione interna; agli spilli che disegnano il volo incerto delle farfalle, dovuto agli spostamenti d’aria,  Traiettoria di Volo di Farfalla #08, 2017. E ancora ai francobolli, metafore di storie vissute e attese, che compongono, in una complessa e articolata ricostruzione, un meraviglioso e prezioso mosaico, Senza Titolo 2019. Sophie Ko costruisce, invece, mappe cromatiche informi usando pigmenti puri, ceneri ottenute bruciando immagini di opere d’arte che raccolte in teche di vetro, poste verticalmente, si modificano con lo scorrere del tempo come in Geografie Temporali. Atti di Resistenza o Geografie temporali. Le Ceneri della Storia 2020. La posizione verticale fa sì che la gravità spinga la materia verso terra, la fa precipitare e, in questo senso, ogni Geografia temporale è un segnatempo, un orologio a polvere. La cornice delimita lo spazio dell’immagine di cenere, come le ampolle della clessidra definiscono lo spazio del tempo misurabile. Il disegno nel quadro cambia, le immagini vivono nel tempo, ne sono testimoni, scompaiono e ritornano. A volte Sophie Ko inserisce elementi come fiori o farfalle, Geografie Temporali. Vanitas della Terra, 2020,  richiamando l’aspirazione metafisica, attraverso cangiantismi e sfavillii dorati, degli antichi maestri. L’esposizione è corredata da un catalogo con un saggio critico di Francesco Guzzetti; fotografie di Serge Domingie. La mostra sarà visitabile fino al 24 ottobre, dal sabato al lunedì, dalle 10 alle 19, ultimo ingresso ore 18,30. Per l’occasione, alcune opere delle due artiste saranno esposte anche al piano terra dell’Hotel Savoy, a Firenze, Piazza della Repubblica.

“ATTRAVERSO L’ARTE. La galleria IL GABBIANO 1968-2018”
Cinquant’anni di ricerca artistica
A cura di Mario Commone con Mara Borzone, Francesca Cattoi, Cosimo Cimino, Lara Conte, Marta Manini
Direzione del progetto: Eleonora Acerbi, Cinzia Compalati

fino al 19 marzo 2023
CAMeC
La Spezia

Cinquant’anni di attività raccontati attraverso oltre 250 opere. Grazie alla disponibilità dei prestatori, è stata prorogata fino al 19 marzo 2023 l’esposizione "Attraverso l’arte. La galleria Il Gabbiano 1968-2018", promossa dal Comune della Spezia negli spazi del CAMeC Centro Arte Moderna e Contemporanea. Una nuova occasione - per gli spezzini, i turisti, gli studenti e le scuole dopo il periodo estivo - per conoscere la storia unica di una galleria strettamente legata alla città e allo stesso tempo in dialogo con numerose realtà artistiche in Italia e all’estero. Nei mesi a venire saranno dunque proposti ulteriori incontri di approfondimento, attività performative, percorsi didattici e laboratoriali per i bambini e le famiglie, la cui programmazione sarà indicata sul sito http://camec.museilaspezia.it/. Il Gabbiano, con oltre 500 mostre nell’arco dei suoi cinquant’anni di attività, ha portato alla Spezia le eccellenze dell’arte contemporanea italiana e internazionale, con approfondimenti dedicati alla Poesia visiva, a Fluxus (di cui nel 2022 ricorre il sessantennale della nascita), all’Arte concettuale, alla Body Art e alle esperienze legate alla musica, al suono e alla performance. Un viaggio nella storia dell’arte e della città. A integrare e completare il percorso espositivo, che si sviluppa al secondo piano del Museo, l’installazione corale nella  project room, dove cinquanta artiste e artisti (che negli anni hanno esposto e collaborato con il Gabbiano) hanno creato un’immagine, a simbolo della loro arte e in omaggio alla galleria, tradotta sotto forma di bandiera. La bandiera diventa così simbolo di libertà e leggerezza, elementi che hanno sempre contraddistinto l’identità del Gabbiano nella sua lunga e autonoma ricerca artistica. Le immagini in mostra vanno dal collage del 1964 proposto da Lamberto Pignotti, tra i fondatori e teorici della Poesia Visiva italiana, alla ricerca NFT di Alfio Antognetti con la sua "Paper Red", passando attraverso, ad esempio, Alessio Gianardi che propone un approfondimento sulla fotografia, sulle sue sembianze, quindi sull’esistenza, Marco Casentini con la sua instancabile ricerca sul colore e la sua luce, e il gruppo degli artisti canadesi, da sempre attenti alle tematiche green: Lynn Campbell, Anne O'Callaghan, Sylvia Ptak, Yvonne Singer, W. Mark Sutherland, Francesca Vivenza. L’esposizione è curata da Mario Commone in dialogo con Mara Borzone, Francesca Cattoi, Cosimo Cimino, Lara Conte e Marta Manini, ideatrice del progetto grafico e di allestimento; la direzione del progetto è affidata ad Eleonora Acerbi e Cinzia Compalati, conservatrici del Centro. La mostra al CAMeC è parte del percorso di ricerca condotto sugli Archivi della Galleria che confluirà nella pubblicazione di un volume a cura del Circolo Culturale, nel quale sarà documentata la storia della galleria attraverso le mostre, le performance, i concerti e le conferenze realizzate durante gli anni di apertura nelle sedi di via Don Minzoni 63, poi 53 e infine via Ricciardi 15 e in diversi luoghi della città. La galleria Il Gabbiano nasce alla Spezia nel 1968 per volontà di una dozzina di artisti. Un’esigenza probabilmente scaturita dalla mancanza in città di situazioni analoghe ed essendo venuto meno da pochi anni anche il Premio del Golfo, rassegna periodica di pittura di rilevanza nazionale. Il Gabbiano ha avuto il merito di porre al centro del suo percorso la figura dell’artista, attenzione posta fin dagli esordi probabilmente perché la galleria, attiva dal 1968 al 2018, è stata sempre condotta da soli artisti, spinti dalla necessità di avere tra di loro e con il pubblico uno spazio di dialogo e di confronto. L’esposizione è visitabile fino al 19 marzo 2023, da martedì a domenica dalle 11.00 alle 18.00, chiuso il lunedì, Natale e Capodanno. Ingresso intero euro 5, ridotto euro 4, ridotto speciale euro 3,50. Per informazioni: tel. +39 0187727530, camec@comune.sp.ithttp://camec.museilaspezia.it. Nel corso della mostra saranno proposti incontri di approfondimento, attività performative e percorsi didattici e laboratoriali per i bambini e le famiglie.