Eccoci con lo  speciale dedicato alle mostre. A Palazzo de’ Rossi a Pistoia il progetto di esposizione temporanea di opere d’arte. Prorogata la mostra a Palazzo Mosca di Pesaro. A Capena (Roma) l’arte di una giovane generazione nella Collezione Würth.

“IN VISITA”
KORE di FAUSTO MELOTTI in dialogo con POMONA di Marino Marini
a cura di Monica Preti e Annamaria Iacuzzifino al 12 marzo 2023
Pistoia Musei – Palazzo de’ Rossi
Pistoia

Pistoia Musei presenta In visita, il progetto che prevede l’esposizione temporanea di una o più opere d’arte di ambito nazionale e internazionale all’interno del percorso permanente delle Collezioni del Novecento a Palazzo de’ Rossi. L’intento è di creare momenti di approfondimento, dialogo, confronto su autori, temi e correnti culturali del secolo scorso e di quello attuale. Il primo appuntamento, a cura di Monica Preti e Annamaria Iacuzzi, è con Fausto Melotti (1901-1986) e le sue due preziose Kore degli anni Cinquanta messe in dialogo con Pomona del 1945 di Marino Marini. Fino al 12 marzo 2023 le due Kore in ceramica di Melotti, venute in visita da collezioni private, dialogheranno con Pomona, Collezione Intesa Sanpaolo in comodato a Collezioni del Novecento, già presente al centro dell’allestimento stabile inaugurato a maggio. Un dialogo tra forme, materie e immagini che diventa anche un motivo di riflessione sul tema della persistenza del mito antico nell’arte del Novecento e nella contemporaneità. Lunghe e slanciate, di forma conica con superfici riccamente decorate, senza braccia ma con i seni ben evidenziati, le due Kore di Fausto Melotti hanno in sé la suggestione di certe forme delle statuine in terracotta del bacino mediterraneo, prodotte tra neolitico ed età del bronzo. Nella creazione di Kore Melotti adotta una tecnica particolare, lavorando sottilissime sfoglie di creta che si trasformano in sculture leggere e fragili, spesso riccamente decorate con ornamenti vegetali o geometrici e con colori cangianti. Allo stesso tempo, in Pomona il trattamento del materiale lapideo suggerisce l’idea di una corrosione dovuta allo scorrere del tempo. In questo modo Marini sembra contraddire certi ideali di bellezza classica, accentuando nella scultura un senso di appartenenza a civiltà passate. Nei primi anni Trenta Melotti aveva elaborato un proprio linguaggio astratto, dedicandosi alla ceramica tra gli anni Quaranta e il 1961, in un momento in cui la critica e il mercato non sembravano apprezzarne le ricerche più avanzate. Questa stagione artistica ricca di sperimentazioni tecniche e formali sarà invece fondamentale per Melotti, portandolo alla collaborazione con architetti di rilievo per progetti importanti. In visita è un progetto di Pistoia Musei, realizzato nell’ambito dell’allestimento stabile Collezioni del Novecento. Il primo appuntamento, in programma dal 15 ottobre 2022 al 12 marzo 2023, è a cura di Monica Preti e Annamaria Iacuzzi e in collaborazione con la Fondazione Fausto Melotti. Con il contributo critico di Eva Fabbris, Exhibition Curator di Fondazione Prada. info@pistoiamusei.it - www.pistoiamusei.it

“PU.Ra PESARO-URBINO RAZIONALISTA
un progetto di WAR e Anton Giulio Onofri”

a cura di Marcello Smarrelli
fino all’11 dicembre 2022
Palazzo Mosca – Musei Civici
Pesaro

foto Anton Giulio Onofri
La mostra PU.Ra (acronimo di ‘Pesaro-Urbino Razionalista’) promossa da Comune di Pesaro, Fondazione Pescheria, Sistema Museo e Liceo Artistico F. Mengaroni, è stata prorogata e si potrà visitare a Palazzo Mosca - Musei Civici fino a domenica 11 dicembre. L’esposizione a cura di Marcello Smarrelli propone un vero e proprio racconto per immagini incentrato su alcune eccellenze dal patrimonio architettonico di Pesaro, Fano e Urbino, realizzate tra gli anni ‘20 e gli anni ‘40 del XX secolo, oggetto di un attento studio condotto da War (Warehouse of Architecture and Research), attraverso l’obiettivo fotografico di Anton Giulio Onofri. Partendo dal restyling, curato dallo studio War, della sede del Palazzo del Comune, costruzione razionalista progettata dall’ingegner Cesare Pascoletti negli anni ’40 e terminata negli anni ‘50, PU.Ra intende mutare radicalmente la percezione di questi edifici, consentendo alle loro qualità e ai loro pregi estetici di riemergere dalle macerie della storia, come purificati dei significati ideologici e degli intenti propagandistici caratteristici del periodo storico in cui videro la luce. Le 36 fotografie di Anton Giulio Onofri invitano a riconsiderare un corpus selezionato di edifici pubblici ben conosciuti e frequentati, focalizzando l’attenzione su trame e superfici, eleganza progettuale, materiali pregiati e raffinate proporzioni compositive che inducono a riconoscere  la bellezza di queste architetture e a collocarle di diritto in un momento felice dell’arte, grazie alla cura dei dettagli e allo sviluppo costruttivo. Il percorso espositivo  comprende ulteriori dialoghi e confronti: con la raccolta dei progetti originali presentati negli anni ‘30 al concorso per il Palazzo del Comune di Pesaro, conservati dall’Archivio Stroppa Nobili, e con una nutrita selezione di opere della Collezione Vinciguerra dei Musei Civici e allestite nelle ultime due sale, dove opere d’arte e arti applicate dialogano con fotografie d’interni a tutt’altezza, riallacciando relazioni con le architetture, appartenenti alla stessa epoca, firmate da Gio Ponti, Carlo Scarpa, Enrico Prampolini, Tomaso Buzzi, Napoleone Martinuzzi, Mario Sironi, Emanuele Cavalli e altri ancora. PU.Ra è perfettamente in linea con la nomina di Pesaro Capitale della Cultura 2024 e il suo claim “La natura della cultura”. La ‘nuova città’ permetterà a chi vi abita la riscoperta della propria identità con esercizi di cittadinanza attiva e democratica: allo stesso modo, questo progetto desidera stimolare - attraverso lo sguardo e la rilettura dei giovani allievi di una scuola d’arte - il recupero sentimentale di un prezioso patrimonio architettonico offuscato dal ricordo di un regime totalitario. La mostra è realizzata con la partecipazione dell’Archivio Stroppa Nobili e si avvale del contributo degli sponsor Modus Pesaro, Officina d’Arte Wallas, Zolfanelli Impianti Pesaro, e dei fondi PON per la scuola con il Ministero dell’istruzione e l’Unione Europea - Fondo Sociale Europeo.
Orari da martedì a giovedì h 10 - 13; da venerdì a domenica e festivi h 10 - 13 / 15.30 - 18.30 Ingresso con Biglietto Unico Pesaro Musei - Info T 0721 387541 pesaro@sistemamuseo.it - www.pesaromusei.it

“NAMIBIA
Arte di una giovane generazione nella Collezione Würth

fino al 14 ottobre 2023
Art Forum Würth Capena
Via della Buona Fortuna 2 – Capena (Roma)

foto Livia Granati
Dopo essere stata presentata nel 2016 al Museo Würth di Künzelsau, la mostra “NAMIBIA. Arte di una giovane generazione nella Collezione Würth” fa tappa all’Art Forum Würth Capena. La mostra presenta oltre 80 opere di 33 artisti contemporanei che vivono e lavorano in Namibia, delineando una scena artistica fertile e creativa, espressione di una nazione nascente, profondamente segnata dall’indipendenza raggiunta solo nel 1990. Il sottotitolo della mostra, Arte di una giovane generazione, non fa riferimento esclusivamente ad un gruppo di giovani artisti – nati poco prima dell’indipendenza che condividono una affiliazione storica, sociale e politica – ma comprende anche artisti attivi già prima del 1990, che hanno vissuto sotto l'occupazione sudafricana e l’apartheid e che ora sono liberi di esplorare i profondi cambiamenti in atto grazie alla ricerca di nuove tematiche e modalità espressive. La nuova generazione riunisce quindi tutti gli artisti contemporanei, giovani e meno giovani, che assieme contribuiscono ad instaurare un nuovo status quo, ricorrendo alle tematiche dell’identità culturale e personale, ma anche della coscienza sociale. Gli artisti in mostra sono: Elago Akwaake, Lukas Amakali, Petrus Amuthenu, Barbara Böhlke, Margaret Courtney-Clarke, Linda Esbach, Gisela Farrel, Elvis Garoeb, Beate Hamalwa, Martha Haufiku, Ilovu Homateni, Saima Iita, John Kalunda, Lok Kandjengo, Filemon Kapolo, Isabel Katjavivi, Paul Kiddo, David Linus, Nicky Marais, Othilia Mungoba, Alpheus Mvula, Peter Mwahalukange, Frans Nambinga, François de Necker, Saara Nekomba, Urte R. Remmert, Fillipus Sheehama, Findano Shikonda, Papa Ndasuunje Shikongeni, Ismael Shivute, Elia Shiwoohamba, Tity Kalala Tshilumba, Salinde Willem. A metà strada tra la tradizione e l’esplorazione contemporanea, in mostra dialogano modalità espressive di artisti di età diverse che si confrontano su grandi temi come il paesaggio namibiano (Barbara Böhlke, Paul Kiddo, Nicky Marais), la spiritualità (Lukas Amakali, Papa Ndasuunje Shikongeni), la vita rurale (Salinde Willem, Frans Nambinga) e le questioni di attualità politica e sociale (Fillipus Sheehama, Alpheus Mvula). Sebbene numerosi artisti si soffermino sul passato (Margaret Courtney-Clarke, Peter Mwahalukange, Elia Shiwoohamba) e si prefiggano di mostrare le ultime vestigia di un’identità minacciata, l’indipendenza del Paese ha anche visto l’emergere di nuove problematiche come il consumo eccessivo (Fillipus Sheehama, Ismael Shivute), la disuguaglianza sociale (Petrus Amuthenu, Ilovu Homateni) e il problema della comunicazione (Urte R. Remmert). Combattuti tra il ricordo del loro patrimonio culturale e la realtà sociale, politica ed economica odierna, gli artisti namibiani contemporanei restituiscono una visione eterogenea del loro paese. In mostra sono rappresentate diverse tecniche – disegno, pittura, fotografia – ma anche forme espressive più tradizionali come il quilting, l’arte della trapunta, (Linda Esbach) o più attuali come il riciclo  (Saima Iita). Particolare interesse è riservato alle tecniche di riproduzione come l’incisione su linoleum (Elia Shiwoohamba) e su cartone (Lok Kandjengo), oltre alla presenza di opere tridimensionali in pietra (Filemon Kapolo), ferro (Elvis Garoeb), legno (Papa Ndasuunje Shikongeni) e cera (Isabel Katjavivi). Una varietà di tecniche che attraversa le generazioni, riflettendo la ricca e prolifica scena artistica della Namibia di oggi. La mostra è accompagnata dal catalogo edito da Swiridoff con la prefazione di C. Sylvia Weber, direttrice della Collezione Würth, un saggio di Hercules Viljoen, ex direttore della Galleria Nazionale d’Arte della Namibia e di Ulrich Sacker, ex-direttore del Goethe Institut a Windhoek, Namibia. Ingresso gratuito solo su prenotazione: e-mail: art.forum@wuerth.it - telefono: 06/90103800
Orario di apertura al pubblico: lunedì – venerdì: ore 10.00 – 17.00. Apertura straordinaria ogni primo venerdì del mese (festivi esclusi) dalle ore 10.00 alle ore 20.00 - sabato e domenica aperto per eventi e laboratori creativi - festivi chiuso