Eccoci con lo speciale dedicato alle mostre. Esposizioni a Firenze alla Galleria Cartavetra, a Bologna da Spazio 5b e a Roma nel Museo Casa di Goethe.

“PAVLO MAKOV – LE DUE ROSE”
a cura di Borys Filonenkofino al 30 dicembre 2022
Cartavetra Art Gallery
Firenze

Pavlo Makov – Les saisons rousses
La Galleria Cartavetra, a Firenze, ha inaugurato “Le due Rose”, una mostra personale dedicata al lavoro di Pavlo Makov, artista che rappresenta l’Ucraina alla 59a Biennale Internazionale di Arte di Venezia, ancora in corso, a cura di Borys Filonenko. La raccolta di opere presentate ci riporta con semplicità e chiarezza a una riflessione sullo scopo dell’arte, necessariamente legata alla vita, a una visione tanto personale, quanto collettiva, della condizione umana. Attraverso metafore e simboli che costituiscono il suo linguaggio visuale, Makov ricostruisce una narrazione che si muove all’interno della trama conflittuale che coinvolge Russia e Ucraina a partire dalla prospettiva più intima. “L’immagine delle rose che danno il titolo al progetto di mostra, è concreta - afferma l’artista - Io e mia moglie, ogni ottobre andiamo nella nostra casa fuori città per coprire le rose del nostro giardino, preservandole così dal freddo, e a marzo, ogni anno, le scopriamo nuovamente. Ci prendiamo cura delle nostre rose da vent’anni, e ora la nostra casa, a dieci chilometri dal confine, è occupata. Il nostro giardino, rovinato, e le nostre rose sono morte”. Le parole di Pavlo Makov sono un invito a una più ampia considerazione della quotidianità, della somma di tutte le piccole cose che sembriamo scordare. L’artista sottolinea un vissuto reale, andando oltre la cornice delle immagini virali che costellano i mezzi di comunicazione, racconta una guerra che non è iniziata tre mesi fa, racconta un’esperienza privata, ciò che ha nel cuore. La Rosa, un elemento così semplice che diviene metafora di vita, quella stessa vita, quel sentire umano, da cui l’arte non può e non deve separarsi, abbassandosi a mero strumento di propaganda politica. Sulla base di questa volontà si concretizza il percorso espositivo, composto dalle più recenti opere dell’artista, molte delle quali sono state realizzate proprio all’interno della galleria, che si trasforma passando da luogo di produzione a punto di osservazione instaurando un dialogo con il pubblico, alla ricerca di un nuovo sguardo proposto da Borys Filonenko. La mostra è visitabile fino al 30 dicembre 2022, nei giorni di apertura della galleria: dal mercoledì al sabato, dalle 15.30 alle 19.00, a Firenze in Via Maggio 64/R. Pavlo Makov (San Pietroburgo, 1958), vive e lavora a Kharkiv, Ucraina. Si è laureato presso il Crimean Art College, Dipartimento di Pittura (Simferopol, Ucraina) nel 1979, San Pietroburgo Accademia delle Arti nel 1979 e Kharkiv Art and Industrial Institute (dipartimento grafico) nel 1984. Dal 1988 è membro della National Union of Artists of Ukraine, dal 1994, è membro della Royal Society of Painters-Printmakers (Londra, Inghilterra) e membro effettivo corrispondente della Ukrainian Art Academy, dal 2006. Pavlo Makov ha partecipato a numerose mostre: 2022. CARTAVETRA ART GALLERY - Via Maggio 64 r, 50125 Firenze

“IMPERMANENZE” opere di Simona Ragazzi e Raffaele Mazzamurro
a cura di Emanuela Agnoli
dal 30 ottobre al 26 novemre 2022
Spazio b5
Bologna

Frammento senza titolo
Dal 30 ottobre al 26 novembre 2022 lo Spazio b5 di Bologna ospiterà la mostra “Impermanenze” con le opere mai esposte prima di Simona Ragazzi e Raffaele Mazzamurro, a cura di Emanuela Agnoli. Un’esposizione che vuole raccontare, attraverso una selezione di oltre 20 lavori le tante sembianze dell’Io, con le sue continue metamorfosi. Ragazzi e Mazzamurro operano, così,  un’indagine retrospettiva ricca di emozioni sulla continua trasformazione dell’essere umano e della natura, fatta di relazioni, di attese e silenzi, di equilibri precari. L’approccio utilizzato dai due artisti è visibilmente differente: da un lato la Ragazzi propone un’arte figurativa, dall’altra Mazzamurro risulta essere più informale. I due diversi linguaggi artistici hanno, però, molteplici similitudini intellettuali ed espressive che generano un’interessante intesa mentale, la quale indurrà il visitatore della mostra a riflessioni uniche e intime. L’artista bolognese Simona Ragazzi in “Impermanenze” approfondisce il tema dello scorrere del tempo e del cambiamento attraverso lavori scultorei in argilla e terracotta smaltata, fotografie e installazioni: al centro del suo lavoro figurativo ci sono gli esseri umani, uniti e accomunati da un perenne stato di evoluzione tra sentimenti e ricordi. Raffaele Mazzamurro – scultore e pittore bolognese – sceglie un linguaggio materico caratterizzato dai toni forti e drammatici. Nella sua arte Mazzamurro assembla listelli di legno di abete con colla e chiodi per poi bruciarli. Un percorso denso di significati: la cenere simboleggia la caducità e la morte, mentre il fuoco rappresenta la forza creatrice capace di trasformare e rigenerare la materia. Impermanenze vuole essere una via di fuga, uno spazio libero, dove l’atto della creazione di un’opera d’arte rappresenta la libertà, quell’innato desiderio di elevazione al quale l’essere umano aspira per tutta l’esistenza.

“VIAGGIO IN ITALIA XXI – Lo sguardo sull’altro”
cura di Ludovico Pratesi
dal 28 ottobre 2022 al 9 aprile 2023
Museo Casa di Goethe
Via del Corso, 18 – Rom

Museo Casa Di Goethe – Viaggio In Italia XXI Diehl – foto Giorgio Benni – Courtesy Museo Casa di Goethe
Fino al 9 aprile 2023 il Museo Casa di Goethe a Roma presenta “Viaggio in Italia XXI – Lo sguardo sull’altro”, mostra a cura di Ludovico Pratesi, una sorta di viaggio fra le opere di otto artisti appartenenti a diverse generazioni, accomunati dal lavoro tra l’Italia e la Germania:  Francesco Arena, Guido Casaretto, Johanna Diehl, Esra Ersen, Silvia Giambrone, Benedikt Hipp, Christian Jankowski, Alessandro Piangiamore. VIAGGIO IN ITALIA XXI vuole essere  un’indagine del presente dei viaggi in Italia, così fortemente cambiati negli intenti e nel carattere rispetto al Grand Tour dei tempi di Goethe. A ognuno degli artisti il curatore ha chiesto di rispondere con un’unica opera alla domanda: come ti relazioni con l’altro? Il tema del rapporto con l’altro è infatti diventato cruciale e scottante, in un tempo dove l’emergenza sembra essersi trasformata in allucinante normalità, in una Europa in cui ci si trova ad affrontare tematiche complesse come la questione dei migranti, la diversità di genere, il cambiamento climatico, l’affermazione delle identità delle minoranze o le limitazioni di libertà dovute alle pandemie. Lo sguardo sull’altro diventa il filo rosso di una narrazione sospesa tra impegno ed evocazione, denuncia o metafora, per offrire ai visitatori una serie di riflessioni sul presente attraversato da tensioni contraddittorie, che gli artisti riescono a interpretare in maniera complessa e spesso lungimirante. Attraverso 34 opere la mostra gioca sull’incrocio degli sguardi degli otto artisti coinvolti: sia Francesco Arena che Silvia Giambrone affidano alla parola scritta i loro messaggi: il primo presenta una serie di paesaggi raccontati attraverso la scrittura, ridotti alla potenza di una sola frase, incisa su un’opera in bronzo simile a un panetto di argilla: messaggi minimali e poetici che si tramutano in oggetti apparentemente banali ma in realtà portatori di senso; la seconda denuncia la violenza sulle donne e il femminicidio, così frequenti in un paese di matrice maschilista come l’Italia, proponendo un’opera dove la parola diventa messaggio e testimonianza di una sofferenza troppo spesso taciuta; Guido Casaretto reinterpreta il tema della maschera e del travestimento con una narrazione dal sapore metafisico rifacendosi, rielaborandolo con maschere sarde su un lago salato turco e tematizzando così l'appropriazione culturale e il trasferimento di rituali nel Mediterraneo. Anche Goethe era affascinato dalle maschere, soprattutto quelle del carnevale romano, tanto da inserirle nella sua opera più famosa: Faust, parte seconda. La fotografia è usata per cogliere splendori e paradossi della Roma contemporanea, come per Johanna Diehl, che insiste sul tema della memoria, sondando ciò che resta dell’architettura e dell’estetica fascista nel presente: nelle sue fotografie si concentra sugli edifici dell’epoca mussoliniana e sulla loro presenza e sopravvivenza nell'urbanistica italiana; mentre Esra Ersen indaga la dimensione della migrazione attraverso la prospettiva degli immigrati che devono inserirsi nella società italiana, riflettendo parallelamente sul disagio sociale e sulla questione dei rifiuti a Roma. Benedikt Hipp utilizza invece la pittura per raccontare il rapporto con l’altro in maniera simbolica e surreale: il viaggio diventa metafora, fisicità e vulnerabilità, persino desiderio. Christian Jankoswki e Alessandro Piangiamore propongono, infine, una lettura più spirituale ed ironica del tema suggerito: il primo,  con grande umorismo, ricrea un casting filmografico, alla ricerca del “Gesù perfetto”, cercando di denunciare o per lo meno svelare lo show business insito nel Vaticano, mentre il secondo trasforma un dettaglio del suo quotidiano in una visione spirituale e quasi mistica con un dittico di alto valore poetico, in cui il viaggio è verso il cielo, dove tracce del passaggio di uccelli indicano traiettorie celesti. In occasione della mostra è prevista la pubblicazione di un catalogo disponibile a partire da gennaio 2023 e una serie di attività collaterali che prenderanno avvio da gennaio a marzo 2023. VIAGGIO IN ITALIA XXI – Lo sguardo sull’altro
Francesco Arena, Guido Casaretto, Johanna Diehl, Esra Ersen, Silvia Giambrone, Benedikt Hipp, Christian Jankowski, Alessandro Piangiamore
mostra a cura di Ludovico Pratesi
Museo Casa di Goethe - Roma, via del Corso 18 (piazza del Popolo)
Apertura al pubblico: 28 ottobre 2022 - 9 aprile 2023
Orari: martedì – domenica, ore 10.00 – 18.00, ultimo ingresso ore 17.30; lunedì chiuso