Eccoci con lo  speciale dedicato alle mostre. Mostra fotografica all’Orto Botanico di Padova. Un’opera e una monografica al Museo Novecento di Firenze. Collettiva in varie sedi a Treviso

“VINCENZO CASTELLA. Il libro di Padova”
a cura di Salvatore Lacagnina

dall’11 novembre 2022 all’8 gennaio 2023
Orto Botanico
Padova

Giotto, Giudizio universale, 1303-1305, affresco, Cappella degli Scrovegni foto Vincenzo Castella
È una sperimentazione quella che l’Orto botanico di Padova propone nella sua sede, dall’11 novembre all’8 gennaio: trasferire una sequenza di immagini fotografiche dal formato libro a quello espositivo. Operazione solo apparentemente ovvia. Le immagini sono quelle che Vincenzo Castella ha realizzato tra il 2020 e il 2021, raccolte ne Il libro di Padova, volume edito da Silvana Editoriale su commissione di Hermès Italie, nell’ambito della collana di libri fotografici nati come omaggio alle città italiane dove la maison è presente. Lontano da ogni forma di evoluzione dello stile, il lavoro di Castella è legato alla riduzione sistematica del repertorio e della sintesi del linguaggio. La mostra all’Orto botanico propone una selezione di quaranta immagini. Nulla a che vedere con un itinerario nella città, né con la presunzione di un’indagine sociale e territoriale. Le immagini si presentano in due soli formati: uno panoramico (aspect ratio 3:1), stretto e lungo, usato in orizzontale e in verticale, con scatti ravvicinati e accostati tra loro; uno quasi quadrato (aspect ratio 4:3), che appare in pochi momenti precisi, necessari, come un’apertura improvvisa dello sguardo. Se nel libro le fotografie si adattano alle dimensioni del formato, nella mostra ridefiniscono lo spazio che le accoglie e soprattutto creano percezioni differenti. Un quadrittico del Martirio e trasporto di San Cristoforo di Mantegna e un trittico degli affreschi del Battistero di Menabuoi, per esempio, sono stampati in carta leggera di grandi dimensioni, appese liberamente alle pareti come fossero striscioni. Altre immagini in medio formato sono invece incorniciate in modo più tradizionale. E ancora i video, che sono dei movimenti all’interno delle immagini, presentano un’ulteriore possibilità della visione. La mostra - compresa nel biglietto d'ingresso e visitabile negli orari di apertura dell'Orto botanico - è realizzata con il sostegno di Hermès e con la collaborazione di Silvana Editoriale e Studio la Città, nell’ambito delle celebrazioni per gli 800 anni dell’Università di Padova.
www.ortobotanicopd.it/it/il-libro-di-padova-la-mostra

“JEAN ARP – LARME DE GALAXIE”
a cura di Emanuele Greco
“ALBERTO MAGNELLI – ARMOCROMIE”

a cura di Eva Francioli e Sergio Risaliti
dall’11 novembre 2022 al 15 febbraio 2023
Museo Novecento
Firenze

JEAN ARP - LARME DE GALAXIE
Un'opera di Jean Arp, uno dei più grandi artisti del Novecento, riaffiora dai depositi dei Musei Civici Fiorentini. Ancora una volta, il rapporto virtuoso tra il Museo Novecento e il mondo accademico ha dato vita a un'importante riscoperta: Larme de galaxie (1962), piccolo capolavoro donato dall'artista alsaziano alla città di Firenze all'indomani della drammatica alluvione del 1966, tornato alla luce dopo quasi due anni di studio e ricerche condotti da Emanuele Greco, curatore della mostra Jean Arp. Larme de galaxie (11 novembre 2022 – 15 febbraio 2023). L'opera, un unicum nella produzione scultorea di Arp, è protagonista assoluta del progetto espositivo e dialoga con un dipinto di Leone Minassian, pittore e critico di origine armena, autore ingiustamente ai margini della storia dell'arte e ora oggetto di valorizzazione da parte del Museo Novecento, tramite tra Arp e Firenze.
ALBERTO MAGNELLI – ARMOCROMIE
Nell'ambito del progetto di valorizzazione delle opere e degli artisti presenti nelle collezioni civiche fiorentine, il Museo Novecento è lieto di presentare la mostra Alberto Magnelli. Armocromie, a cura di Eva Francioli (11 novembre 2022 – 15 febbraio 2023). La monografica, dedicata al maestro dell'astrattismo internazionale, si inserisce all'interno del ciclo espositivo che, con cadenza regolare, intende delineare dei brevi ritratti di grandi artisti del ventesimo secolo, nell'intento di approfondire specifici aspetti della loro pratica ed episodi meno indagati della loro vita. La mostra consente di riscoprire la complessa parabola creativa dell'artista, a partire dall'esposizione dell'intero lascito destinato dallo stesso Magnelli, in punto di morte, alla propria città natale, Firenze. Esposto per la prima volta nel 1973 alla Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti, il Legato Alberto Magnelli si compone di una serie di opere che includono dipinti, disegni e collage, realizzate tra il 1914 e il 1968.

“L’EUROPA NON CADE DAL CIELO
Riflessioni attraverso l’arte contemporanea”
a cura di Fondazione Imago Mundi
fino all’11 dicembre 2022

Gallerie delle Prigioni, Ca’ Scarpa, Casa Robegan, Museo Bailo
Treviso

Richard Mudariki
Fondazione Imago Mundi, in collaborazione con il Comune di Treviso, presenta fino a domenica 11 dicembre 2022 la mostra “L’Europa non cade dal cielo. Riflessioni attraverso l’arte contemporanea” , nuovo appuntamento espositivo che intende offrire una riflessione sul nostro continente nel tempo presente, le sue sfide e le sue opportunità. La mostra si sviluppa come itinerario all’interno della città di Treviso e coinvolge quattro sedi: le Gallerie delle Prigioni, Ca’ Scarpa, Casa Robegan e il Museo Luigi Bailo. L’Europa non cade dal cielo presenta una selezione di lavori di venti artisti: Matthew Attard, Gabriele Basilico, Maurizio Cattelan, Jasmina Cibic, Braco Dimitrijević, Claire Fontaine, Olexa Furdiyak, Marco Godinho, Dan Halter, Emilio Isgrò, Yurii Ivantsyk, Annette Lemieux, Richard Mudariki, Arcangelo Sassolino, Santiago Sierra,  Giulio Squillacciotti, Slavs and Tatars, Giuseppe Stampone, aolo Ventura e Dominique White. Utilizzando diverse pratiche artistiche – dall’installazione alla pittura, dal suono alla fotografia fino al video –, gli artisti in mostra invitano a considerare i temi dibattuti oggi in Europa. A queste opere si affianca una selezione di circa 40 raccolte di Imago Mundi Collection dedicate ai Paesi europei. Le opere in mostra, nel formato 10x12 cm, concorrono a esprimere la ricchezza variegata e affascinante della cultura visiva e concettuale del nostro continente, in un abbraccio che si estende dal Mediterraneo fino all’Artico. Il titolo dell’esposizione si ispira a un testo di Altiero Spinelli, da molti considerato uno dei padri del federalismo europeo, che nei suoi scritti del secondo dopoguerra espone e anticipa alcuni dei temi all’epoca urgenti e oggi ancora attuali, come la creazione e lo sviluppo di una identità europea, la gestione delle fonti energetiche, il ruolo della diplomazia europea nello scacchiere internazionale e l’impegno per la pace. La mostra vuole contribuire a far riflettere sulle identità dell’Europa di oggi, anche in considerazione delle sfide che in questi ultimi anni ha affrontato: dai flussi migratori all’emergenza sanitaria, dalla crisi climatica alle vicende geopolitiche, fino ai recenti conflitti. Alle Gallerie delle Prigioni la riflessione è sull’identità culturale europea, con le collezioni Imago Mundi dedicate ai Paesi della regione orientale. Tutte le opere mostrano come l’Europa sia da sempre un crogiuolo di culture, lingue e tradizioni che convivono e al contempo creano dissonanze e conflitti quando realtà ibride diventano coabitazioni forzate. A Ca’ Scarpa il focus è sul concetto di incontro tra culture diverse, tra Nord e Sud e trova espressione in Stadium, opera di Maurizio Cattelan, presentata qui dopo trent’anni dalla sua ultima esposizione in Italia: un calcio balilla lungo oltre 6 metri con 22 postazioni, 11 per parte, che si attiva con happening artistici in cui due squadre si affrontano. A completare il percorso espositivo, le collezioni Imago Mundi dedicate al Nord Europa. A Casa Robegan l’attenzione si concentra sul Mediterraneo, con le collezioni Imago Mundi dei Paesi che vi si affacciano. Si propone qui una ricerca sui confini mentali e fisici che delimitano il continente europeo, con il mare che da sempre rappresenta una barriera che, se da un lato arresta il cammino, dall’altro apre nuovi orizzonti. Il Museo Luigi Bailo accoglie infine la raccolta di Imago Mundi Collection dedicata all’Italia, che si affianca alla mostra in corso su Antonio Canova, in un ideale filo rosso che unisce l’arte neoclassica a quella contemporanea e celebra il genio artistico e la creatività del nostro Paese. Gallerie delle Prigioni, Ca’ Scarpa, Casa Robegan: ingresso libero venerdì: 15—18 - sabato e domenica: 10—18 - Museo Luigi Bailo: martedì—domenica 10-18, ingresso con biglietto museale