È un’Emilia meno nota l’Emilia archeologica, ma ricca di fascino e di musei e reperti straordinari che permettono di ricostruire la storia del territorio che abbraccia le province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia, e di gran parte dell’umanità. Una storia che proietta i visitatori nel mondo romano, etrusco e di antiche popolazioni che dalla preistoria hanno lasciato in Emilia le loro tracce. Con Visit Emilia – www.visitemilia.com - ente di promozione turistica della destinazione rinominata “la terra dello slow mix”, eclettica e sorprendente, dove ogni viaggio è un’esperienza unica tra cultura, natura ed enogastronomia, visitare l’Emilia è compiere un viaggio tra epoche diverse che si intrecciano con meraviglie rinvenute dal cuore della storia. Oggi secondo appuntamento con Piacenza e provincia.

VELEIA, L’ANTICA CITTÀ ROMANA
È tra le più importanti testimonianze del mondo romano presenti in Nord Italia, l’antica città di Veleia scoperta a fine ‘700 sui colli piacentini, nel Comune di Lugagnano Val D’Arda (PC). Il suo nome deriva da quello di una tribù ligure, i Veleiates o Eleates. L’abitato era distribuito su una serie di terrazze diversificate nelle fasi edilizie. Si riconoscono le strutture del foro con il lastricato, circondato da un portico su cui si affacciavano botteghe ed ambienti pubblici; la basilica, ovvero i resti di un edificio a navata unica, sede del culto imperiale, in cui erano collocate 12 grandi statue (oggi conservate al Museo Archeologico Nazionale di Parma) in marmo raffiguranti i membri della famiglia dell’età augusteo-giulio claudia. A monte del foro si trova ciò che rimane di quartieri d’abitazione ed un edificio termale. La scoperta della città si deve all’iniziale ritrovamento della Tabula alimentaria traianea, tuttora la più grande iscrizione su bronzo nota di tutto il mondo romano, (anch’essa conservata al Museo Archeologico Nazionale di Parma). All’interno dell’area archeologica è allestito un Antiquarium. Accanto ai calchi della Tabula Alimentaria traianea e della Lex de Gallia Cisalpina, il museo conserva anche reperti che illustrano i momenti più significativi della storia di Veleia: le origini liguri, l’edificazione dei principali monumenti pubblici, le testimonianze degli arredi e dello stile di vita delle dimore private, il ricordo degli spettacoli gladiatori, i riti funerari. In estate, Veleia è scenario del Festival del Teatro Antico, un appuntamento ormai immancabile per rivivere, attraverso la scena, i miti che appartengono a un passato collettivo.

SEZIONE ROMANA DEI MUSEI CIVICI DI PALAZZO FARNESE A PIACENZA
L’esplorazione nell’Emilia romana continua a Piacenza, con la Sezione Romana dei Musei Civici a Palazzo Farnese. Si sviluppa su 15 sale, per conoscere le tappe della storia della città, dalla fondazione all’economia, i commerci, i ruolo del fiume Po, la vita quotidiana, i culti e gli edifici religiosi, i monumenti funerari e le necropoli. Tra le particolarità che si possono ammirare nel nuovo allestimento: il celebre Fegato di Piacenza, di epoca etrusca, modello in bronzo di fegato di pecora, rara testimonianza diretta di pratiche religiose etrusche, legato alla divinazione ad opera degli aruspici, e la statua panneggiata firmata dallo scultore ateniese Kleoménes, oltre ad alcuni importanti reperti inediti in grado di restituire il volto della città e di ricostruire la vita nella Placentia romana. Tra questi uno straordinario letto funerario, ricostruito in legno e con un rivestimento in osso bovino di gusto ellenistico, e le Antefisse, gli elementi decorativi finali delle tegole dei templi, di cultura ellenistico-orientale, che hanno permesso di ricostruire l’apparato ornamentale di un tempio, probabilmente posto nella parte settentrionale di Piacenza colonia romana. Nella sala dedicata alla domus romana, da ammirare ci sono mosaici pavimentali, frammenti di mobilio e lucerne, strumenti per la scrittura, balsamari per unguenti e profumi, contenitori per il trucco e ornamenti personali, attrezzi per la cura della casa, la filatura e la tessitura, resti dei giochi da tavolo, tra cui una scacchiera del II-III secolo d.C. in terracotta.

IL PARCO ARCHEOLOGICO DEL VILLAGGIO NEOLITICO DI TRAVO
Per viaggiare nella Preistoria, bisogna visitare il Parco Archeologico del villaggio neolitico di Travo S. Andrea (PC), in Val Trebbia, tra i più importanti siti preistorici del Nord Italia, rinvenuto negli anni ’80 e tutt’ora in corso di scavo. Il Parco custodisce importanti resti di un antichissimo villaggio risalente a 6.000 anni fa, tra cui le fondazioni di due grandi capanne, pozzetti-ripostiglio, muri in ciottoli e misteriosi forni per la cottura della carne, entro cui sono state rinvenute le più antiche stele antropomorfe italiane. Particolarmente affascinanti sono inoltre le fedeli ricostruzioni di due capanne neolitiche, allestite con accurate riproduzioni di oggetti in legno e altri materiali naturali, vasi in ceramica e strumenti in pietra utilizzati dalla comunità che ha vissuto a S. Andrea nel corso del Neolitico. Recentemente è stata allestita una nuova area, dedicata alla ricostruzione di alcune sepolture di età longobarda, parte di un’estesa necropolidi 117 tombe venuta alla luce ai margini del Parco. Per conoscerne meglio la storia della Val Trebbia, nel cuore del borgo medievale di Travo, all’interno del Castello Anguissola, è allestito il Museo Civico Archeologico, dove sono esposti i materiali rinvenuti nel corso delle numerose campagne di scavo condotte nel villaggio neolitico, nonché reperti provenienti dall’intera valle che ripercorrono la storia dell’uomo dal Paleolitico Medio all’Alto Medioevo.
Per informazioni: Visit Emilia
E-mail: info@visitemilia.com
Sito web: www.visitemilia.com
