È un’Emilia meno nota l’Emilia archeologica, ma ricca di fascino e di musei e reperti straordinari che permettono di ricostruire la storia del territorio che abbraccia le province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia, e di gran parte dell’umanità. Una storia che proietta i visitatori nel mondo romano, etrusco e di antiche popolazioni che dalla preistoria hanno lasciato in Emilia le loro tracce. Con Visit Emilia – www.visitemilia.comente di promozione turistica della destinazione rinominata “la terra dello slow mix”, eclettica e sorprendente, dove ogni viaggio è un’esperienza unica tra cultura, natura ed enogastronomia, visitare l’Emilia è compiere un viaggio tra epoche diverse che si intrecciano con meraviglie rinvenute dal cuore della storia. Oggi terzo e ultimo appuntamento con Reggio Emilia e provincia.

I MUSEI CIVICI DI REGGIO EMILIA
Negli spazi dei Musei Civici di Reggio Emilia si possono ammirare reperti romani in pietra provenienti da Brescello e dalla città reggiana. Nel 1862, grazie al lavoro del sacerdote Gaetano Chierici, uno dei padri della moderna Paletnologia, nasce il Gabinetto di Storia Patria che nel 1870 diviene Museo di Storia Patria. Preziose testimonianze della scienza e della museologia del tardo Ottocento, i materiali di preistoria e protostoria locale sono confrontati con oggetti dello stesso periodo, ma di diversa provenienza geografica, soprattutto italiana. La collezione fu poi ribattezzata Museo Gaetano Chierici di Paletnologia, con sede al Palazzo dei Musei. Le esposizioni si allargano poi al Portico dei Marmi con reperti in pietra, epigrafi romane e sculture dal Medioevo al XVIII; all’Atrio dei Musei con mosaici di età romana e decorazioni pavimentali del XII e XIII. Nel 2021 con l’inaugurazione del piano secondo di Palazzo dei Musei su progetto di Italo Rota e dei curatori dei Musei Civici, si conclude un lungo percorso di ripensamento delle collezioni e del significato che il museo ha acquisito all’interno della comunità. Nelle quattro gallerie disposte a quadrilatero l’allestimento procede in due direzioni: verticale, ovvero una narrazione episodica, e orizzontale, una ‘narrazione seriale’ sviluppata su più episodi e centrata sui materiali museali, in parte provenienti dai depositi, in parte da istituzioni cittadine. L’allestimento propone una narrazione dalla Preistoria del territorio Reggiano, fino alla presenza etrusca e alla conquista romana, all’alto-medioevo – arricchita con citazioni di reperti d’eccezione conservati nelle collezioni storiche.

IL MUSEO LAPIDEO DELLA PIEVE DI SAN VITALE A CARPINETI
Il Museo Lapideo è il cuore della Pieve di San Vitale di Carpineti (RE), dove scoprire con coinvolgimento alcuni antichi reperti provenienti dall’area archeologica del San Vitale. Un museo concepito in ottica multimediale e molto suggestivo per la varietà di frammenti che racchiude e per la loro profondità storica: capitelli decorati con sinuosi intrecci, calchi di eleganti fregi, vasi antichi e la mensa d’altare della Pieve, che fu consacrata nel 1145. Fu grazie all’imperatrice Matilde di Canossa, infatti, che la Pieve di San Vitale – nata nei luoghi abitati dal VI secolo a. C. dai Liguri Verabolenses, che sul monte San Vitale avevano la loro sede politica e militare del “dipartimento” che abbracciava l’Appennino Reggiano – divenne fulcro dell’organizzazione religiosa, giuridica, culturale e sociale del territorio appenninico. Nell’area archeologico-monumentale sono organizzate attività di esplorazione a carattere storico e culturale, che comprendono anche la Via Matildica del Volto Santo, il sentiero Dorato e il sentiero Spallanzani, oltre che laboratori per le scuole; è presente anche un ristorante e un ostello nell’antica canonica.

IL SEPOLCRETO CAROLINGIO DEL CASTELLO DI MONTECCHIO
Annoverato tra i Castelli Matildici, legati alla figura di Matilde di Canossa come si desume da un documento autografo della grande contessa datato 1114 e dalla posizione strategica, nel medio corso della valle dell’Enza, il Castello di Montecchio (RE) la cui attuale struttura risale al tardo medioevo, svela nei sotterranei un vasto Sepolcreto carolingio risalente ai secoli VIII – X. Qui sono state scoperte 28 sepolture, tombe a inumazione disposte in senso rituale verso est-ovest, senza corredo. Il percorso del sepolcreto si completa con la calcara, fornace per la produzione della calce, attiva tra X e XI sec. e tracce di antiche fondazioni di una probabile “ecclesia S. Ambrogi”. Nella parte orientale dei sotterranei sono conservate una cannoniera e due tombe ancora integre.

AREA ARCHEOLOGICA DI LUCERIA A CANOSSA
L’insediamento romanodi Luceria, rappresenta uno dei siti di maggiore interesse nella provincia di Reggio Emilia. Abitato dal II-I sec. a.C. fino a circa il V sec. d.C., deve la sua importanza sia alla posizione occupata, corrispondente al punto in cui il fiume Enza raggiunge l’alta pianura lungo un asse di percorrenza strategico fin dall’età protostorica, sia ai risultati delle indagini archeologiche che hanno restituito informazioni importanti soprattutto in merito alle dinamiche dell’insediamento del territorio. Già dalla fine del XVIII secolo, i duchi di Parma promossero le ricerche nei luoghi dove i contadini recuperavano monete e frammenti di materiali da costruzione. Insieme alla coeva scoperta di Veleia, gli scavi presso Luceria rappresentanol’inizio degli studi archeologici che portano alla fondazione del Museo Archeologico Nazionale di Parma nel 1780. Fra il 1860 e il 1866 Don Gaetano Chierici prosegue le ricerche riportando in luce strutture e tombe tardo-repubblicane con corredi “ibridi” che rivelavano il mescolamento culturale di romani e Liguri, i precedenti abitanti dell’area. Gli scavi più recenti, condotti tra il 1983 e il 2008, hanno messo in luce un importante tratto di strada, parte della via romana che univa Parma a Lucca valicando l’Appennino. Su questa si aprono le tracce di strutture legate ai mercati di ovini che qui si svolgevano assieme a un interessante edificio funzionale alla sosta e al commercio lungo la via. L’inaugurazione dell’area archeologica è avvenuta nel 2014, mentre nel 2022 è stato installato un nuovo allestimento dell’area.

AREA ARCHEOLOGICA DI CAMPO PIANELLI DI PROSSIMA APERTURA A BISMANTOVA (Castelnovo Ne’ Monti)
Il sito archeologico di Campo Pianelli è posto ai piedi della maestosa Pietra di Bismantova(RE), dove un’area pianeggiante e leggermente sopraelevata ha costituito per secoli un punto di attrazione per l’insediamento umano.Gli scavi archeologici hanno mostrato l’evidenza di una prima occupazione già durante l’etàdel Rame, grazie al rinvenimento di diversi frammenti ceramici tipici della Cultura del VasoCampaniforme. Altri momenti di insediamento sono stati documentati durante l’età delBronzo media e recente, con l’individuazione di due capanne, e nella successiva età delFerro, con elementi culturali etruschi e liguri.Il rinvenimento di maggior rilievo è però la necropoli ad incinerazione risalente all’età delBronzo finale (XI-X sec. a.C.), già indagata a metà ‘800 dal pioniere archeologo GaetanoChierici e successivamente oggetto d’indagine in un’importante campagna di scavo nel 1973, che ha portato all’individuazione di ben 49 sepolture.I ricchi corredi conservati all’interno delle urne cinerarie gettano luce su un periodo in cuile testimonianze archeologiche in area emiliana sono assai rare. Gli oggetti in bronzo,pasta vitrea e ambra testimoniano contatti a lunga distanza con l’Adriatico e il nord Europa, evidenziando come questo settore montano fosse pienamente inserito in un sistema di scambi che collegava centro e nord Italia. Le urne cinerarie, di diversa forma e racchiuse in piccoli pozzettidi pietra, presentano significativi elementi decorativi come quello della barca solare, rappresentato sul vaso biconico della cosiddetta “Tomba della Principessa”.Molti dei manufatti rinvenuti sono oggi esposti al Museo Civico di Reggio Emilia, mentre inloco è stata realizzata la ricostruzione di parte della necropoli, con fedeli riproduzioni delle urne cinerarie e deicorredi in bronzo. È possibile fruire dell’esperienza tramite il servizioguida attivo ogni weekend con partenza dall’Eremo della Pietra di Bismantova.

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