Riflessione che nasce dopo che per la quarta volta il nostro direttore partecipa alla visita guidata e animata alla sede aulica della Città metropolitana di Torino. Con questo intervento si inaugura lo spazio “Pensieri Paralleli”.

Sabato scorso ho partecipato per la quarta volta alla visita animata e guidata agli ambienti di Palazzo dal Pozzo della Cisterna a Torino: era l’ultima (almeno per qualche mese) in quanto a breve prenderanno il via importanti lavori di ristrutturazione che si rendono necessari alla sede aulica della Città metropolitana di Torino e che interesseranno gli ambienti interni e il giardino.
Tutto questo era già di per se valido motivo per partecipare a questo “evento-arrivederci” ma non è stato questo che mi ha spinto ad assistere per la quarta volta alla visita di questa struttura nel cuore di Torino.
Vi chiederete: quarta volta? Ma quello che c’è da vedere non è sempre tutto uguale?
La mia risposta non può che essere: si tutto è uguale ma ogni volta tutto è diverso.
Innanzitutto a ogni appuntamento cambia il gruppo storico che anima la visita con variegate proposte che rievocano i secoli scorsi, interventi e presenze veramente affascinanti.

Sabato 14 ottobre è stata la volta, prima presenza a Palazzo Cisterna (così abbreviato da molti se non da tutti), del “Gruppo Storico Tradizioni Sabaude”, una compagine che fonda il proprio interesse sul periodo che va dal XVII al XVIII secolo e che ha allietato i presenti con balli di quelle epoche che il gruppo fa rivivere e che hanno ammaliato i presenti anche per gli splendidi abiti da loro confezionati (abiti e non costumi, la loro è far rivivere un momento storico non fare una mascherata, questo è importante).
Questo è già di per se un motivo per tornare a “Palazzo”: dai “Principi dal Pozzo” a “La Lusentela”, dalla “Maschera di ferro” ai “Principi di Piemonte”, dai “Lavandai di Bertolla” a “Speculum Historiae”, dal “Ventaglio d’Argento” a molti altri fino al gruppo “Tradizioni Sabaude” hanno animato le visite e le animeranno quando a lavori conclusi queste riprenderanno.
No, non è solo questo che mi spinge a tornare nel capoluogo regionale per vivere (avete letto bene vivere e non seguire) la visita al Palazzo.

Ogni volta che torni ti ritrovi ad assaporare poco più di trecento anni di storia che è passata tra quei muri e questo è un altro motivo che mi convince a tornare (e vorrei farlo in modo più assiduo ma non sempre ci riesco).
E poi ogni volta che si torna si materializza l’opportunità di rivivere gli ambienti e rivederli con un occhio diverso: scoprire che il luogo è lo stesso, chi ti fa da guida sono le stesse persone ma gli ambienti seppur “fermi” hanno sempre un qualcosa di nuovo da dirti, da trasmetterti.
Tutto ciò non si potrebbe realizzarsi se Anna e Denise, impareggiabili narratrici della storia del palazzo e dei suoi spazi, non trasmettessero con passione quello che stanno raccontando.
Una passione che viene da dentro, dall’anima delle due addette dell’Ufficio Stampa dell’Ente che per un sabato al mese si trasformano in eccelse padrone di casa vogliose di trasferire ai loro ospiti ogni aspetto, anche quello più nascosto, di quell’edificio.

E anche se è un qualcosa che hai ascoltato più volte (nel mio caso sono quattro, lo so sono ripetitivo) ti pare che lo stai ascoltando per la prima volta.
Così quando Anna e Denise ti raccontano un pezzo di storia del palazzo o ti fanno notare un particolare dell’ambiente che stai visitando senti dentro di te un qualcosa che sale e che ti lascia stupito e affascinato, proprio come la prima volta.
Volutamente non faccio esempi, anche se ce ne sarebbero tanti da fare ma non lo farò in questo articolo perché non voglio togliere, a chi avrà l’opportunità di essere visitatore in occasione della visita mensile, lo stupore di poterli scoprire dalla voce di Anna e Denise, possibilità che ora si potrà avere solo a lavori terminati (se ho ben percepito si parla della primavera 2024) quando il Palazzo e il suo giardino saranno ancora più stupefacenti.
Nel frattempo se siete interessati non potete che fare come me… attendere la ripresa delle visite animate e guidate quando con occhio particolare si potrà “vivere” cosa gli interventi in programma restituiranno alla nostra vista spazi, ambienti e dettagli restaurati e ristrutturati.