Sabato 4 e domenica 5 novembre il direttore assisterà, al Teatro Storchi di Modena, all’evento e vi raccontiamo i sentimenti che sta suscitando in lui questa importante occasione.

foto Gianni Peressotti

Emozioni”: ecco quello che sto provando dentro di me quando manca una settimana alla decima edizione del “Premio Pierangelo Bertoli”, in programma al Teatro Storchi di Modena sabato 4 e domenica 5 novembre (la seconda data coincide con l’ottantunesimo compleanno del grande cantautore e non è cosa da poco), e di cui ne abbiamo già scritto in precedenza per presentare questo importante evento.
Non una emozione, più emozioni.

La prima è legata a chi il premio è dedicato: Pierangelo Bertoli e alle occasioni in cui ho avuto modo di incontrare questo grande cantautore. E ogni volta è riuscito a lasciare un qualcosa in me.
La prima volta che ho avuto modo di incontrarlo risale a circa quarant’anni fa, quando non scribacchiavo ancora per giornali. Il luogo un paesino in provincia di Alessandria, Solero, dove era in programma un concerto, saltato a causa di una pioggia torrenziale.

Pierangelo Bertoli

Concerto annullato: con gli amici si prese la decisione di andare nel “miglior” bar del paese a bere qualcosa… e lì c’era a cena Pierangelo. E fu l’occasione di conoscere prima di tutto un grande uomo che non si negava mai nello scambiare anche solo due parole al volo.
Un ricordo particolare di Pierangelo Bertoli risale al 1984 (ottobre, Sanremo, Club Tenco): una serata fantastica dove era radunati quasi tutti i miei cantautori preferiti.
Fabrizio De André, Paolo Conte, Francesco Guccini, Gino Paoli e… Pierangelo Bertoli: occasione unica per interagire in un clima molto differente da un concerto (allora il “Tenco” era un grande raduno famigliare).
Una volta ho avuto modo di incontrarlo anche in Alessandria per un data organizzata da Radio Italia. Mi ricordo che l’ho presentato a mia figlia dicendo “Hai di fronte un grande uomo e un grande artista che canta una delle canzoni più belle e significative: Rosso colore” e Pierangelo rispose con grande umiltà: “Dipende sempre da chi l’ascolta”.
È vero e lo penso ancora oggi: non puoi ascoltare i brani di Pierangelo se dentro di te non hai spazio per veri sentimenti.
Pensando a tutto questo già mi emoziono… e non poco.

Riccardo Benini e Alberto Bertoli (da Facebook – fotozoommodena)

Poi pensare di tornare allo Storchi, fa crescere in me ulteriori emozioni.
Innanzitutto il poter incontrare Alberto Bertoli e Riccardo Benini e poi vivere due serate veramente intrise di “Bertolismo”.
Avere la possibilità di ascoltare dal vivo le sue canzoni (e Alberto ha la capacità di trasmettere le stesse sensazioni che trasmetteva il padre) e di vivere un clima eccezionale che difficilmente si ritrova in altre iniziative è un qualcosa di unico perché il “Premio Bertoli” è testimone che la musica è un qualcosa da condividere sei vuoi viverla in modo intenso.
Quelle che sto sentendo sono emozioni personali ma l’ultima che voglio evidenziare è ancora più personale.

Il “Premio Bertoli” allo Storchi di Modena significa, dopo una serie di vicissitudini di salute che mi hanno profondamente segnato, il mio ritorno a un evento serale e sono non solo felice ma felicissimo che questo avvenga al cospetto di due amici come Alberto Bertoli e Riccardo Benini che sinceramente stimo moltissimo e di un Premio che è un qualcosa in più della “medaglietta” e della “fetta di salame” che Pierangelo canta ne “I Poeti”.
E lo so già nel momento in cui varcherò l’ingresso dello Storchi e metterò al collo il pass  vivrò un momento che mi commuoverà.
E se già mi succede ascoltando le canzoni di Bertoli (cantate da lui o da Alberto) seduto al computer mentre scrivo viverle dal backstage del “Premio Bertoli” sarà un qualcosa di “commoventemente significativo” e le sensazioni che proverò saranno sicuramente immutate e oggetto di miei nuovi “Pensieri Paralleli”.