Nella nuova serie, Axl abbandona il colore, mostrandosi senza camouflage. È una scelta assolutamente vincente questo cambiamento improvviso di Alessandra Mangano che, in queste tele, mostra senza alcun dubbio una rinnovata mano, più matura e raffinata, ma anche nuove e inattese sfaccettature.

  • Signora Mangano bonjour — esordisco.
  • Ca va? — chiedo, poi.
  • Ho deciso di iniziare una serie nuova, una trilogia — risponde Alessandra Mangano.
  • Olè! — replico — Tipo? Idea? Concetto?                       
  • continuo.
  • Tolgo il colore — mi gela lei.
  • Mmmm —.

Emetto questo suono che esprime tutta la mia perplessità, mentre la mia testa vola alle opere di Ale, le vede sfilare una ad una: La Magia, Amore Incondizionato, Basilisco di Isolabella, …, e un cancellino immaginario leva quelle polveri che evocano, raddolciscono, poetano.

  • Mmmm — mi parte ancora — non ce la
    faccio — penso.

 

   — Ale — dico — non ci riesco, non so…

Silenzio…

— È il momento di fare uno switch — sentenzia Alessandra Mangano  — la nuova serie si intitolerà “Sotto la pelle”, solo china nera, e sarà il mio autoritratto.

Fino a quel momento, ho legato Axl ad una sensibilità di tipo universale — uno per tutti, tutto per tutti, ommmm… Maestro Miyagi metti colore ma non togli colore, Alesan, Ahahah! — quindi, la sua decisione mi catapulta di fronte ad una lavagna vuota, nero, zero.

— Beh — concludo — non riesco ad immaginare le tue tele in quel modo, o meglio: non afferro questa nuova identità, la percepisco così lontana, fredda, distante, boh… —.

Silenzio.

 — Comunque, tu sai esattamente quello che vuoi comunicare e come, quindi aspetto “sorpresamente” di vedere l’esito concreto di questo swich. Bacio. — .

 —Bacio. —.

Bip.

Qualche giorno dopo arriva la notifica da Alessandra Mangano su WhatsApp e la apro:  

 — Il viaggio wip (work in progress) —.

  — Urca! — penso — bella mano, grafica

ricercata. Ale ha acquisito più.   

consapevolezza —.

Dopo qualche giorno ancora arriva la foto de “Il viaggio” terminata.

— Nitida, diretta, convincente,  
affascinante, esotica, esoterica. Il  
colore? Passato.— penso.

Arrivano anche le foto di “La confidenza” e “Nel profondo”.

(…

        — Nel profondo… erotica, sensuale,  

“Manga-Mente Hokusaiana”,
nippo/black&white Beardsley -ana e… —
stop!

                                                                               …)

Vi dirò poi come Axl ha reagito a questa mia affermazione.

È nata, quindi, sotto “Sotto la pelle – Autoritratto dell’anima”, e mentre leggo mentalmente il titolo guardando le foto di questa trittica sequela vedo, altresì, una mano immaginaria  che tocca la fronte, poi scivola sul plesso solare, infine, … , Padre, Figlio, …, 3 presenze imprescindibili, un legame paritario, una generazione, tanto terrosa quanto inafferrabile.

La mano che opera. Il colore?…

  • Ciao Maria, allora? — chiede Ale.

Il viaggio – La confidenza – Nel profondo:  brevemente il senso

Il primo autoritratto: Axl é Il viaggio

Il viaggio per Axl è partenza e porta imprescindibilmente ad un’evoluzione — giammai restanza o tornanza, quindi — . Gli episodi di quest’ultimo rimangono impressi come un tatuaggio. L’esistenza è un viaggio o meglio “Il viaggio”.

La prima opera affonda nelle radici terragne di Alessandra Mangano fino a perdere la gravità, diventando così visione che testimonia i suoi percorsi dell’anima.

Il secondo autoritratto: Axl è La confidenza

In ogni frame del viaggio la costante di Ale è l’ascolto: il suo orecchio accoglie bisbigli e sussurri, la cui forza è nei loro contenuti. Le confidenze necessitano di fiducia, comprensione, silenzio, un’armatura per mantenere l’equilibrio, la capacità di trasformare il peso in leggerezza.

Il terzo Autoritratto: Axl è nel profondo

La mente crea spesso viluppi dove si annidano pensieri: lì, ci si può perdere ossessivamente e rovinosamente. Axl trova la soluzione a questo groviglio nel cuore: lui può fornire lo sguardo giusto per uscirne.

La mente annebbia. Il cuore vede.

Sotto la pelle — Autoritratto dell’anima

Alessandra Mangano – Axl

Pelle e tela, tela e pelle, la pelle di Ale Mangano è tela: su quest’ultima nascono i 3 step — così li chiamerebbe Axl — in cui lei si sintetizza e identifica.

“Sotto la pelle” mostra quella mano benedetta e benedicente che, attraverso una sequenza di gesti, chiama a ruolo un credo viscerale. È quella stessa mano che lo inocula ssssotto la pelle, e quel  pensiero ssss’insinua, ssscivola, diventando liquido nero, sottile, che trascende l’epidermide — Ssssotto — : un tatuaggio.

Toc, toc, toc… tic, tic, tic… oltre 100 colpi al minuto: così, Apo Whang-Od, la più anziana mambabatok del mondo, usando un martelletto di bambù aiuta la spina di una pianta di agrumi (Calamensi) intrisa di inchiostro, una miscela di carbone e acqua in realtà, a forare la pelle  — ahia! Direte voi. Ma è un dolore dalla voce sacerdotale, intima —.

Con questa pratica antica e minimale, l’ultracentenaria mambabatok, anche nota come Maria Oggay, trasforma un corpo in vestale di valori simbolici — è ullalim , in cui l’eroe guerriero Banna e si innamora della bella Lagunnawa,sono carne, mente e spirito che fanno all’amore al suono di un tam tam, è il sangue che si trasforma in vino e la cenere in araba fenice, è… —, in decolonizzazione estetica e riappropriazione identitaria.

Alla veneranda età di 106 anni, Maria oggi “incide” solo 3 puntini, 3 come le opere di Alessandra Mangano, come Padre, Figlio…

Tic, toc, tam e Ale spinge una spina — verosimilmente quella del fico d’India de “Il viaggio — e Lei, la pelle, cede e diventa arrendevole.

Il Black & White della Mangiano è un imperativo — Sbam! Come un pugno picchiato su un tavolo, una porta sbattuta — la cui forza spazza via il sonnifero cromatico.

  • Quindi? —direte.

La Mangano mostra una nuova maturità artistica e se la gioca de visu, senza barare!

Mette sul tavolo infatti 3 opere pulite, dove la sua mano — quella benedetta, benedicente, che picchietta Tic Toc, quella che mette e toglie cera e colore Ahahah! —, solo declinando l’inchiostro — lei e il nero liquido, quindi, in una sfida o un amplesso — impartisce pieni e vuoti nelle composizioni, minia ogni elemento con un margine di errore pressoché nullo, gestisce l’intensità e l’importanza degli attori…

Vi sembra poco? Alessandra Mangano dosa sapientemente forza e delicatezza, così il tratto, nitido e deciso, si contrae oppure espande, si infittisce oppure rarefà, inorgogliendosi o scomparendo.

L’aspetto simbolico rispecchia una ricerca meticolosa e confluisce lui pure in questo amplesso, sposandovisi.

La mano della Mangano allora risulta affascinante quanto la pianta del fico d’India, tenace come le sue radici, durevole, coraggiosa e perseverante, e dilettosa come il frutto, così succulento e carnoso, tanto da allietare i sensi e non solo. È una mano felice come il fiore di loto, splendida nei suoi natali fangosi, leggera come la libellula, mutevole come la cuauda pavonis, equilibrata come il bonsai, profonda e complessa, come il polpo e i suoi abissi.

È una mano orientaleggiante, che dell’oriente ha rubato la saggezza, l’essenzialità ma anche una certa qual forma di sensualità.

A questo punto vediamo come ha reagito Alessandra Mangano a questa mia affermazione.

Nel profondo rewind

  • Ale hai mai pensato a creare un’eroina manga? — gliela butto lì, ridendo.
  • Eh? — fa Ale, ma immagino gli occhi aperti palla.
  • La Ale di “Nel profondo” è sensuale,
    quella bocca, e quel polpo poi… una
    nippoValentina . Ahahah! — rido (mica tanto!) —.
  • Non saprei, non l’avevo vista sotto questo 
    aspetto — risponde Ale con tono
    morbido.
  • Hai presente il polpo di Hokusai?
  • Adoro! — ribatte senza esitazione.
  • Allora vedi che non sono poi così lontana?

Nella Mangano esiste anche questa sfumatura così femminile:

Odioso polpo! Mi togli il respiro succhiandomi alla bocca del ventre! Ah! Sì…è…lì! Con la ventosa, la ventosa…! Lì, lì…! Finora era me che gli uomini chiamavano polpo! Polpo…! Come fai…! Oh! Limiti e confini scomparsi! Svanisco!”.

Questo esclama la pescatrice in estasi di “Take to ama”. Hokusai  fonde, in un unicum, la pescatrice e il polpo che perdono le forme concettuali per esprimersi in un totale abbandono d’amore, dove lui diviene lei e viceversa, in un giogo passionale che supera i limiti del conformismo occidentale.

Per certi versi, queste opere della Mangano possiedono una carica erotica squisita, discreta, raffinata — come guardare una geisha, una donna d’arte, come il polpo e la pescatrice, oppure come nelle controverse opere erotiche del brillante illustratore Beardsley.  — che si insinua, confondendosi.

  • Ale? Ci sei? — faccio l’occhiolino.
  • Sì —.