Intervista con l’autrice del romanzo giallo dall’8 novembre in tutte le librerie e i bookstore. La scrittice ci ha parlato del suo nuovo lavoro, di lei e dei suoi progetti.

Dall’8 novembre 2023 in tutte le librerie e bookstore sarà possibile trovare il nuovo giallo di Ida SassiFino all’ultimo battito” (Leone Editore). L’abbiamo intervistata

Chi è Ida Sassi nella sua quotidianità?
Una donna irrequieta che non può stare ferma. La mia quotidianità è la scrittura, non resta molto. La scrittura è la mia vita. Quando non scrivo, immagino le storie che scriverò. Quando esco, ho un quaderno nella borsa, in modo da poter annotare una scena, un’idea, soprattutto nei tempi vuoti, come durante i viaggi in treno, in aereo, o nelle sale d’attesa. Sono un’attenta osservatrice. Guardo i luoghi, la luce. Ascolto i dialoghi, il modo di parlare. Ho due figlie meravigliose, che sono grandi e hanno bisogno di me solo qualche volta. Ho fatto quello che fanno tutte le donne che lavorano, cercando un equilibrio impossibile, lavorando in orari strappati al sonno, di sera, all’alba. Ora è più facile, ma credo che la mia vita somigli a quella di tante donne che hanno un lavoro e dei figli.

Dove ha tratto ispirazione per descrivere i personaggi del suo romanzo?
I personaggi dei miei romanzi non sono tratti da persone reali. Sono individui immaginari, a cui dedico molto tempo. Ognuno ha la sua storia, il suo passato, la sua provenienza, e questo mi permette di conoscerli, di sapere come agiscono, come pensano, come parlano. Fatta questa premessa, è molto probabile che parte della realtà che osservo permei la narrazione, anche non volendo. Madame Bovary c’est moi, afferma Flaubert. Non posso dire: Guido Valenti sono io, però certamente frammenti di me, del mio carattere, della mia storia, si trovano disseminati in vari personaggi, in Guido e in Isabella soprattutto, o nella madre di Guido e anche in altri.

Quanto della vita quotidiana è all’interno del suo libro?
Il mio libro racconta la vita quotidiana, parla di noi, esplora la frattura delle vite ordinarie. Non è ambientato in un universo lontano che non ci tocca. Racconta il male e il bene mescolati in modo inestricabile. Non ci sono i buoni e i cattivi separati da un confine rassicurante. Ci sono degli esseri umani, con la loro complessità e le loro vite. Con le preoccupazioni quotidiane, piccole e autentiche. I personaggi fanno la spesa, cucinano, portano i figli a scuola, sono antieroi quotidiani.

Il suo luogo e momento preferito per scrivere?
Scrivo al tavolo del soggiorno, davanti alla finestra sul cortile, guardando di tanto in tanto le piante del terrazzino. Non ricordo come e quando si sia verificato questo cambiamento: ho abbandonato il tavolo da studio in camera, che ho usato per tanti anni quando le figlie erano piccole e avevo bisogno di silenzio. Ora ho tutto il silenzio che voglio e la casa è diventata troppo grande. Scrivo tutto il giorno, ma il momento preferito è la mattina, la mattina presto, dopo il caffè.

Progetti per il 2024?
I miei progetti riguardano la scrittura. Ho in mente tante storie. Il quinto volume della serie di Guido Valenti è quasi pronto e sto scrivendo il successivo. Intanto penso ad altri romanzi, che comincio a tratteggiare. Il tempo non basta per tutto quello che vorrei fare. Voglio continuare a scrivere i gialli della serie, sia perché sono profondamente legata ai personaggi sia perché il giallo è il genere che prediligo. Il romanzo giallo contiene una ricerca, un’interrogazione, è un percorso verso la conoscenza. Nel corso della storia, il personaggio accede a un livello superiore di maturazione, cambia, più o meno consapevolmente, e alla fine l’esperienza attraversata lo rende diverso. Tuttavia, ho in mente anche progetti di un altro genere, dal romanzo storico, alla storia d’amore. Ma come si fa? Peccato che la giornata non duri qualche ora in più.