Intervista allo scrittore autore del romanzo “Intrigo sull’Olimpo” che ci ha parlato quanto ha preceduto e seguito il suo romanzo d’esordio pubblicato dalla Giovane Holden Edizioni di Viareggio (LU).

Sebastian Ruggiero è autore di un retelling di successo del mito di Persefone: il suo romanzo “Intrigo sull’Olimpo” – pubblicato dalla Giovane Holden Edizioni di Viareggio (LU) – ha già procurato al suo autore il Premio Internazionale Casentino 2023, per la sezione “Mitologia e Romanzo”.
Per Ottiche Parallele, ho avuto il piacere di intervistare lo scrittore Sebastian Ruggiero, con la volontà di tracciare un suo profilo in quanto autore e di approfondire ciò che ha preceduto e seguito la pubblicazione del suo romanzo d’esordio.

Sebastian Ruggiero, classe 1979, professione Dirigente Scolastico. Quest’anno è uscito per le edizioni Giovane Holden il tuo romanzo d’esordio, “Intrigo sull’Olimpo”: la prima domanda che mi sorge spontanea è come abbia trovato il tempo per scriverlo, dovendoti dividere tra i tuoi impegni lavorativi. Quanto è durata la stesura del tuo esordio? Una volta che è nata l’idea di scriverlo la storia è venuta fuori naturalmente oppure hai incontrato qualche difficoltà?
Il mio romanzo d’esordio, “Intrigo sull’Olimpo”, nasce in realtà ai tempi in cui svolgevo la mia professione di insegnante di scuola primaria. La mitologia classica mi ha sempre appassionato fin dalla più tenera età. Il testo ha poi avuto un suo sviluppo e da Dirigente Scolastico ho proceduto ad una sua ulteriore revisione. Il mio mestiere assorbe molto tempo, è totalmente immersivo e troppo spesso il tempo è occupato nel disbrigo di pratiche burocratiche. La scrittura mi dà la possibilità di aprire una parentesi di respiro. La stesura di “Intrigo sull’Olimpo” è durata alcuni mesi, anticipata da uno studio sui miti e sui classici. Nel suo percorso di nascita il tema centrale, che è il rapimento di Persefone e l’intrigo che si cela dietro di esso, ha visto poi avvicinarsi altri miti, altri personaggi, che ben si allineavano col mio racconto dandone uno sviluppo dinamico.

Romanzi come il tuo e come “Intrigo sull’Olimpo” non possono che essere preceduti da un lungo lavoro di ricerca e di confronto con le fonti, dal momento in cui tutto ciò che racconti, seppur con una certa libertà creativa, è la rielaborazione di qualcosa che in fondo è stato già scritto. Quanto hai dovuto documentarti prima e/o durante la stesura di “Intrigo sul’Olimpo”? La tua esperienza decennale nell’insegnamento ti ha giovato in qualche modo? O al contrario, talvolta, avere una conoscenza piuttosto approfondita del mito che racconti nel tuo esordio ti ha in qualche modo rallentato?
Effettivamente avvicinarsi ad un argomento come questo, necessita di uno studio approfondito, mai sufficiente. Molto spesso, lo stesso mito può avere versioni diverse, come la genealogia o il suo finale. Ho cercato di evitare possibili incongruenze scegliendo tra l’ampio spettro che la mitologia classica ci offre. Il desiderio poi di scrivere un romanzo a sfondo mitologico nasce durante la mia esperienza professionale di docente di scuola primaria. Proprio il contatto con i miei alunni mi ha ispirato a tracciare un racconto a tema mitologico, in quanto scorgevo l’interesse verso questa materia. Il testo nel suo sviluppo si rivolge poi ad una platea molto più ampia ed è destinato a tutte le fasce d’età.

Probabilmente, non tutti conoscono il mito di Persefone, anche se probabilmente durante l’adolescenza ci avranno avuto a che fare. Ti va di raccontarci in poche parole il mito di Persefone? E ancora: quali sono stati i motivi che ti hanno portato a scegliere questo mito piuttosto che un altro?
Il mito di Persefone è legato al ciclo della rinascita, dall’alternarsi delle stagioni o anche dal tema della resurrezione.
Persefone è la giovanissima figlia di Demetra, nata da una relazione della dea delle messi col divino Zeus. Una mattina, mentre è intenta a raccogliere fiori su un prato viene rapita da Ade, che si è follemente innamorato di lei e la porta con sé nell’Averno. Demetra, ignara di tutto, vagabondò a lungo per le valli della terra, ma non riuscì a trovarla. Alla fine si rivolse a Zeus che le rivelò la verità. Allora Demetra e Ade fecero un patto: Persefone avrebbe passato sei mesi nel regno delle ombre con Ade, e altri sei mesi con la madre, al principio della stagione della rinascita della natura. Come si può notare è un mito dove Persefone è un personaggio del tutto privo di autonomia, vittima della violenza di Ade ma anche del tutto impotente davanti alle scelte della madre e del marito. La mia Persefone non è vittima, è protagonista della sua esistenza e fa scelte autonome.
La scelta è ricaduta su questo mito in quanto fin da piccolo l’ho interpretato come una sorta di primissimo fatto di cronaca avvenuto nella storia e intorno ad esso ho costruito un racconto che cerca di spiegare come si sia svolto questo rapimento per amore.

Navigando su Internet alla ricerca di informazioni sul tuo conto, il tuo sito web sebastianruggiero.it traccia un breve profilo del tuo percorso autoriale. Si evince un grande amore per la letteratura. Cito testualmente: “da Stephen King a Fëdor Dostoevskij, passando per Agatha Christie e fino alla letteratura per l’infanzia”. Se potessi sceglierne solo uno, chi è stato per te un autore che in qualche modo ti ha guidato nella vita – prima di tutto – e in seguito nella scrittura?
Prima di risponderti, do uno sguardo alle mie librerie. Sono tanti gli autori che mi hanno colpito per la loro scrittura. Da piccolissimo ho divorato i classici, Salgari e Verne, mi sono commosso per Oliver Twist e le Grandi Speranze di Dickens, mi hanno insegnato tanto le ambientazioni dei racconti della mia isola della Deledda, di Sergio Atzeni e non ultima di Michela Murgia. Da tutti loro e da tanti altri ho imparato il piacere della lettura e della scrittura.

Concentrandoci sulla tematica principe del tuo libro, la mitologia, ci sono altri personaggi ed eroi provenienti dal passato che ammiri, e perché? Se avessi dovuto scegliere un altro soggetto per il tuo romanzo – o se dovessi farlo per le tue prossime opere – chi sceglieresti?
I miei eroi sono sempre state quelle persone di ingegno che con la forza della parola hanno saputo esprimere la forza del proprio pensiero e delle proprie azioni. Il mio prossimo eroe di cui sto tracciando il canovaccio, e che vedrà la luce non prestissimo, è però un uomo semplice che in un periodo molto difficile della storia dell’umanità, ha fatto una scelta complicata per difendere i suoi principi. Non è stato quindi ai vertici della Storia, ma nelle retroguardie, dove vivono quotidianamente gli eroi.

A proposito del futuro, cercherò di soddisfare la mia mera curiosità in quanto lettore: ci sono in programma nuovi libri? Pensa di continuare a seguire questo filone, oppure, “Intrigo sull’Olimpo” non può che considerarsi un lavoro a parte rispetto a quella che potrebbe essere la tua produzione a venire? D’altronde è freschissima la notizia della tua presenza tra i finalisti del concorso “Streghe e Vampiri” indetto dalla Giovane Holden Edizioni…
“Intrigo sull’Olimpo” avrà un suo fratello. Sto studiando la stesura di un nuovo romanzo a tema mitologico che segue il percorso tracciato dal precedente. Altri miti mi stanno venendo incontro e scorgo la possibilità di incastonarli nuovamente in un nuovo mosaico. Per il resto ho scritto un secondo romanzo di genere che è risultato tra i finalisti del concorso “Streghe e Vampiri” indetto dalla Giovane Holden Edizioni. Così come le mie divinità di Intrigo sono molto umane, anche il protagonista di questo racconto è un vampiro molto umano.

Nel rapporto con i lettori, durante le presentazioni o nelle occasioni che ti hanno visto protagonista, c’è qualcosa che ti è rimasto impresso più di tutto? E che rapporto hai con le presentazioni, in generale: ti senti preparato o ti prepari in qualche modo particolare? Hai paura che qualcosa vada storto?
Le presentazioni sono un momento emozionante e ognuna è diversa dalle altre. Non sono mai particolarmente teso o preoccupato, anche perché col mio mestiere sono abituato a confrontarmi con un pubblico. Sono particolarmente pignolo e ci tengo che ogni cosa vada bene.

Di tutte le presentazioni che hai tenuto finora per presentare il tuo libro, ce n’è stata una che ti ha lasciato qualcosa in più? Una che ti è piaciuta particolarmente? Per qualsivoglia motivo – e non necessariamente a discapito di quelle che invece non menzionerai.
Tutte le presentazioni sono preziose. La scelta del relatore poi deve essere accurata perché rappresentano per certi versi la madrina o il padrino che deve accompagnare la tua creatura in quell’occasione. Di certo le presentazioni che ricordo con più piacere sono state quelle in cui hanno partecipato i miei ex alunni, ormai diventati grandi, e che ancora ricordano con piacere e affetto le nostre lezioni insieme.

Un’ultima domanda per concludere. Chi speri che possa leggere “Intrigo sull’Olimpo” e perché dovrebbe farlo?
“Intrigo sull’Olimpo” si rivolge ad una platea amplissima, dai bambini agli ultracentenari. Perché dovrebbero farlo? Per farci nuovamente catturare da quel mondo, da quella cultura, da cui proveniamo e lasciarci affascinare da rappresentazioni virtuose da imitare o conoscere quelle meno virtuose non tanto per correggerle ma per individuarne la complessità. Infine perché leggere è sempre un’opportunità di crescita.