Intervista con l’artista uscito a fine dicembre con il singolo “Mare”, brano estratto dall’EP “Aurora”. Giacomo ci ha parlato di se, del suo modo di fare musica, di questo suo lavoro discografico e di progetti futuri.

Pino(t), al secolo Giacomo Polato, ha pubblicato a fine dicembre il singolo “Mare” tratto dall’EP “Aurora”.
Per i lettori di Ottiche Parallele Magazine abbiamo intervistato il cantautore veneto che ci ha parlato dimusica, del suo singolo e dei progetti futuri.

Ciao, benvenuto sulle pagine di Ottiche Parallele Magazine! Quando nasce il tuo amore per la musica? 
Ciao! La musica c’è sempre stata nella mia vita fin da quando sono un bambino. Ho iniziato a suonare a 8 anni il clarinetto, poi alle medie ho preso il sassofono. Alle superiori ho rubato la chitarra a mio fratello iniziando a strimpellare e poi a scrivere. Direi che gli ultimi anni del liceo sono stati fondamentali per capire “cosa volessi fare da grande”, indirizzandomi prima in Inghilterra a studiare Songwriting e poi, ora, a fare sassofono jazz al conservatorio. 

Cosa rappresenta per te la musica in generale e il tuo fare musica in particolare?
Per me “musica” vuol dire potermi veramente esprimere. Il perno della mia musica è proprio quello di comunicare ciò che vedo e che sento tramite parole che evocano immagini nitide nella testa di chi mi ascolta. La musica poi è ciò che muove tutto nel mondo: ti riempi quando sei vuoto, può curarti se se depresso, farti ricordare quando l’età ti fa dimenticare. Immaginate il mondo per un giorno senza musica: i film, i bar, le radio, i viaggi in macchina o in bus, la sala d’attesa del dentista, tutte le emozioni che si perderebbero.  

Quali musicisti hanno ispirato il tuo stile e la tua musica?
Sono fan sfegatato di molti artisti italiani: tra i primi direi Venerus, Willie e ​Fulminacci; amo e ho seguito in concerto anche Jovanotti, i Negramaro, Margherita Vicario, Frah Quintale. Non ho proprio degli artisti di riferimento o almeno non per quanto riguarda la mia musica. Ne ho sicuramente nel mondo del jazz, a cui ispiro il mio timbro caldo e graffiato del sassofono – Lester Young, Sonny Rollins, Stan Getz e Gerry Mulligan- ma anche nel panorama crooner, soul e nelle big band del secolo scorso: Etta James, Harry James, Ray Charles. I cantautori italiani che da piccolo ascoltavo con i miei sicuramente incidono sul mio modo di scrivere. La verità è che non so mai dare una risposta a questa domanda perché penso solo a ciò che voglio dire e comunicare e non a chi devo assomigliare per farlo. Spero, infatti, che chi mi ascolta mi riconosca sempre dicendo “questo è proprio Pino(t)”.

Da poco è uscito il tuo nuovo singolo. Di cosa parla il brano e cosa vuole trasmettere?
È nato nel mio salottino inglese in uno dei tanti giorni d’estate in cui i miei quattro coinquilini erano tornati a casa. Non era il mio periodo migliore e sognavo di poter vivere quell’estate che mi stavo perdendo. Un’estate spensierata, felice, nella quale potessi sentire la vita. Sono partito dall’idea del sogno. Un sogno di quelli a cui pensi tutto il giorno e che ti fanno svegliare con un’energia in più. Ho cercato di disegnare quell’immagine basandomi sull’estate che avrei voluto vivere in quel momento. Ho provato a trascurare il più possibile la negatività e la tristezza, perché volevo poterla riascoltare a distanza di giorni con il sorriso e non piangendo. L’arrangiamento poi ha fatto il grosso del lavoro, dando la spinta e la positività che mancavano ad una canzone che altrimenti sarebbe rimasta malinconica. Nasceva per ricordarmi delle emozioni che di lì a poco avrei vissuto e devo dire che si è rivelata efficace. Spero che, come ha fatto a me, le ricordi a qualcun altro che mi ascolta. 

A questo singolo ne seguiranno altri o stai lavorando ad un album?
Presto arriverà il video di un altro brano contenuto nell’EP, ma sto già lavorando ad altro…

Quali saranno i tuoi prossimi progetti?
Ho due nuove canzoni quasi pronte per essere ascoltate e che presto pubblicherò insieme ai loro video. Seguiranno tante altre canzoni e spero anche un album, ma intanto mi concentrerò a portare la mia musica dal vivo a più persone e fin più luoghi possibili.

Ringraziamo Giacomo per la disponibilità e Clarissa D’Avena di Red&Blue Music Relations per la collaborazione.