Dal 9 febbraio su tutte le piattaforme. li jàstimi sono antiche imprecazioni pronunciate in dialetto. La jastima pronunciata da NIMA concentra sacro e profano, è preghiera e maledizione, supplica e condanna. Le sue produzioni, attraverso l’elettronica, decostruiscono, ricombinano e si appropriano di un passato che irrompe nel presente-futuro.

Artwork DYSPHIC

jastima è il nuovo singolo di NIMAgiovane producer, compositrice e songwriter siciliana, uscito il 9 febbraio in distribuzione ADA Music Italy. 
Le produzioni di NIMA, attraverso l’elettronica, decostruiscono, ricombinano e si appropriano di un passato che irrompe nel presente-futuro.

La sua terra natale diventa il punto di partenza per la ricerca dei suoni. 
Una ricerca che tocca tutte le terre bagnate dal Mediterraneo. 
Per questo la lingua utilizzata è il Nụhmeyya, mix di fonemi arabi, greci, siciliani ed ebraici, lingua dell’anima parlata dal primo e dall’ultimo abitante di un Mediterraneo decostruito e ricombinato.

Nel mondo siciliano, li jàstimi sono antiche imprecazioni pronunciate in dialetto. La jastima pronunciata da NIMA concentra sacro e profano, è preghiera e maledizione, supplica e condanna.
Al contempo figlia e custode del mare, NIMA si ribella al fato: è contro di lui che riversa la sua rabbia e il suo caos, rimanendo inerme nell’accarezzare i volti dei corpi che il mare riporta a galla. Fato desiderato e detestato, benedetto e dannato.
Essere sovrannaturale un tempo amico e ormai traditore e per questo degno di essere maledetto.
La cover è di DYSPHIC, artista malesiana: www.instagram.com/dysphic

Autore: NIMA
Compositore: NIMA
Mix a cura di NIMASebastiano Rossi
Mastering di Sebastiano Rossi
Ascolta jastima: https://ada.lnk.to/jastima
NIMA, classe 1997, è una producer, compositrice e songwriter siciliana. Le sue produzioni, attraverso l’elettronica, decostruiscono, ricombinano e si appropriano di un passato che irrompe nel presente-futuro. Tutto parte dalla forza motrice generata dalla sua terra natale che diventa il punto di partenza per la ricerca dei suoni. Una ricerca che esce dai confini territoriali per toccare altre terre bagnate dal Mediterraneo, andando oltre il concetto di terra e spazio. Per questo la lingua utilizzata è il Nụhmeyya, mix di fonemi arabi, greci, siciliani ed ebraici, lingua dell’anima parlata dal primo e dall’ultimo abitante di un Mediterraneo decostruito e ricombinato. Le sue radici ibride e antichissime restituiscono il battito vitale a un’eredità popolare che può rivivere attraverso nuovi impulsi musicali elettronici.

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