Da oggi, 4 maggio, fino al 28 luglio 2024 in varie sedi della città romagnola è visitabile una serie di esposizioni. Oggi ve ne presentiamo tre: i disegni della Collezione FRAC, Il Grand Tour della natura dalla Calcografia Nazionale e dal Fondo Piancastelli e I carteles de cine cubani. La Biennale del Disegno è organizzata dal Comune di Rimini ed è curata da Massimo Pulini. Info: www.biennaledisegnorimini.it

EVERYTHING SPOKE SO VIVIDLY
Disegni dalla Collezione FRAC - Picardie, Amiens
Rimini, Museo Fellini, Ala di Isotta
4 maggio – 28 luglio 2024
Mostra a cura di Jan-Philipp Fruehsorge
Raymond Pettibon: Pardon, I feel rather sneaking to do it (just do it! I said). (TH. I confess – Not having the faith. Not me!, 1993. Collection FRAC PIcardie, Amiens

Il fior fiore della mitica Collezione del FRAC Picardie di Amiens, eccezionalmente in Italia, ospite d’onore della quarta edizione della Biennale del Disegno di Rimini (4 maggio – 28 luglio).
La FRAC di Amiens è ritenuta tra le più importanti, se non la più importante raccolta pubblica in Europa specializzata sul disegno. Riunisce 1300 opere di 250 artisti francesi e internazionali, a documentare – a livello di assoluta eccellenza – le diverse declinazioni del disegno contemporaneo, dal secondo dopoguerra ad oggi.
Everything spoke so vividly, scelto a titolo dell’esposizione riminese, riconduce alla sensazione di stordimento provata dallo scrittore francese Stendhal mentre, nel 1817 era in Italia impegnato nel Grand Tour.

Robert Morris: Labyrinths: Untitled (Section of a Circular Labirinth), 1973. Collection FRAC PIcardie, Amiens

«Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere». Così descrive quella che da allora sarà definita come la “Sindrome di Stendhal”.
Nell’accezione di questa grande mostra, quella frase, con giusta libertà poetica, descrive cosa può essere disegno: un gesto veloce, un lampo di creatività e intensità vitale.  Soprattutto quando il disegno è realmente opera creata da un vero artista. E di opere di grandi artisti la mostra è veramente ricca. Valgano i nomi di Giuseppe Penone, Raymond Pettibon, André Masson, Francois Morellet, Pierrette Bloch, Stéphanie Mansy, Jean-Chistophe Norman, Marlene Dumas, Konrad Klapheck, Yazid Oulab, Edithe Dekyndt, Robert Morris, Boryana Petkova, Françoise Pétrovitch, Jean-Luc Verna, Nancy Spero, Sandro Chia, Enzo Cucchi, Ed Ruscha, Annette Messager, Agnes Martin, Matt Mullican, Pier Paolo Calzolari, Cy Twombly.

GROTTE, CASCATE E FORRE
Il Grand Tour della natura dalla Calcografia Nazionale e dal Fondo Piancastelli
Rimini, Biblioteca Gambalunga, Sale antiche
4 maggio – 28 luglio 2024
Mostra a cura di Massimo Pulini, Franco Pozzi

Nella quarta edizione della Biennale del Disegno, emergono testimonianze mai esposte, o poco conosciute al pubblico, di straordinari disegni a soggetto naturalistico-ambientale.
Raffigurano grotte, cascate o scorci impervi di valli, che anticipano, sin dagli ultimi decenni del Settecento, quelli che verranno chiamati i teatri “romantici” della natura.
Parallelamente ai percorsi d’obbligo del Grand Tour, che prevedevano soggiorni nelle più importanti e storiche città, si sviluppa l’interesse per la singolare varietà di paesaggi e di natura offerti dalla penisola italiana.
La mostra “Grotte, cascate e forre. Il Grand Tour della natura; dalla Calcografia Nazionale e dal fondo Piancastelli” è allestita nelle Sale Antiche della Biblioteca Gambalunga, a cura di Massimo Pulini e Franco Pozzi.

Felice Giani, Seconda caduta del Lamone nella strada di Marradi, 1794, Forlì, Biblioteca Comunale Aurelio Saffi, Fondo Piancastelli

Come recita il sottotitolo, la mostra attinge da due grandi nuclei pubblici: uno romano e uno forlivese.
Nella vasta raccolta conservata nella Calcografia Nazionale di Roma è presente un fondo di bellissimi disegni a grande formato, di fine Settecento e ancora anonimo. Sono fogli che raffigurano antri rocciosi, anfratti di boschi e scorci naturali dal forte impatto visivo, carte eseguite perlopiù a inchiostro bruno e molte di queste sembrano realizzate per una destinazione teatrale.
Per raggiungere le città italiane, piene di storia e bellezza, si dovevano affrontare tragitti che immergevano i viaggiatori entro una natura gravida di spunti ispiratori, di emozioni trascendenti e scenari adeguati ai romanzi così come a suggestive scenografie teatrali.
La Biblioteca Piancastelli di Forlì conserva uno straordinario taccuino di Felice Giani, che con il suo energico e sprezzante segno descrive e interpreta un breve ma accidentato percorso tra Faenza e Marradi, compiuto nel 1794 con alcuni allievi ed amici. I disegni documentano i percorsi impervi di artisti che sul finire del Settecento e agli inizi dell’Ottocento andavano a cercare le forze naturali con le quali confrontarsi, anticipando di almeno una generazione lo spirito romantico.

CINEMA E LIBERTÁ
I carteles de cine cubani
Rimini, Palazzo del Fulgor-Fellini Museum
4 maggio – 28 luglio 2024
Mostra a cura di Luigino Bardellotto, Adolfo Conti e Patrizio De Mattio
Nelson Ponce, Arancia meccanica, 1971, Venezia, Centro Studi Cartel Cubano, Collezione Bardellotto

Cartel de cine significa locandina in spagnolo, ma a Cuba vuol dire molto di più.
Il visitatore ha perfetta occasione di rendersene conto a Rimini grazie alla mostra “Cinema e libertà. I carteles de cine cubani”, allestita nel Palazzo del Fulgor a cura di Luigino Bardellotto, Adolfo Conti e Patrizio De Mattio.
Nel 1959 a Cuba non fu solo tempo di Rivoluzione politica, ma anche culturale.
Si pensò in particolare a creare un nuovo cinema che si smarcasse da tutti i punti di vista dallo schema commerciale hollywoodiano. Si decise così che anche le locandine dei film dovessero essere ripensate, evitando i canoni affermati (grandi volti delle star, scene madri, slogan suggestivi) dei manifesti cinematografici tradizionali.
I nuovi carteles (prodotti in tecnica serigrafica 51 x 76 cm) furono così liberati della loro funzione pubblicitaria e lasciarono ai disegnatori grafici piena libertà interpretativa del film, contribuendo a una vera propria rivoluzione visuale e concettuale del pubblico delle sale cinematografiche El cartel de cine diventerà a tutti gli effetti un’opera d’arte esposta nelle strade.

Giselle Monzón, Ladri di biciclette, 2009, Venezia, Centro Studi Cartel Cubano, Collezione Bardellotto

Carteles sono un fenomeno grafico unico (che perdura ancora oggi a Cuba), di eccezionale qualità e creatività artistica, punto di incrocio di stili e forme espressive diverse, isola felice di libertà in un paese dove ogni forma di comunicazione visiva è posta sotto rigidi controlli.
La mostra si articola in senso diacronico dal 1959 al 1979 con una sezione finale dedicata alla produzione di oggi.
Vi sono esposti i manifesti degli autori più importanti insieme a fotografie, giornali, bozzetti e layout preparatorii.
Tutto il materiale originale proviene dalla collezione “Luigino Bardellotto – Centro Studi Cartel Cubano” di San Donà di Piave, la più grande collezione privata al mondo di manifesti cubani.
La mostra è accompagnata dalla visione di alcuni estratti di un nuovo documentario prodotto e diretto da Adolfo Conti insieme a Elia Romanelli dedicato al tema.