Dalle montagne della Valle d’Aosta nasce il Donnas DOC nel segno della viticoltura eroica di quei luoghi.Vino nato dalla sapiente cura e dedizione di questa varietà, situato nella frazione di Le Roncdevaccaz, affonda le sue radici in tradizioni antichissime nonostante la difficoltà nel coltivarlo dovuta proprio alla forte pendenza della montagna circostante.
Hervé Grosjean, proprietario ed enologo della storica azienda valdostana presenta il VdA Donnas DOC, figlio del terroir e del clima di questa zona situata nella bassa Valle. Il vigneto nebbiolo Picotendro è una varietà autoctona che – grazie ai suoi tratti distintivi – ha ottenuto la DOC già nel 1971.

Questa famiglia di vignerons, impegnata da sempre nella coltivazione di ben undici uve originarie della Valle d’Aosta, propone una nuova etichetta come simbolo di una vera e autentica espressione di questo biotipo di nebbiolo.
Vino nato dalla sapiente cura e dedizione di questa varietà, situato nella frazione di Le Roncdevaccaz, affonda le sue radici, è il caso di sottolinearlo, in tradizioni antichissime nonostante la difficoltà nel coltivarlo dovuta proprio alla forte pendenza della montagna circostante. In questi luoghi, infatti, i terrazzamenti secolari trattenuti da muri con altezze anche di 4 metri, sono in grado di fronteggiare i ripidi declivi e sorreggere le vigne a pergole, dette topie. Qui, la viticoltura eroica trova la sua massima espressione.
Afferma Hervé: “È con grande orgoglio che presentiamo questo nuovo progetto: l’azienda ha fatto investimenti in zona acquistando nuovi appezzamenti e ad oggi la produzione è ancora limitata ma contiamo di poterla aumentare nel prossimo futuro. Nonostante le condizioni molto difficili in cui si va a lavorare, resta al centro di tutto la vite e la cura che vi poniamo: il Vda Donnas rappresenta in modo forte e identitario la nostra regione e il nostro territorio”.
Grazie ad un tannino marcato e persistente, il Donnas VdA DOC è un vino che ben si presta all’invecchiamento, il tutto ben armonizzato da 15 mesi di affinamento in tonneaux e 15 mesi di bottiglia. Dal colore rosso rubino intenso con riflessi granata, al naso esprime equilibrio ed eleganza con sentori di marasca, frutti di bosco, note fini di rosa con un ritorno di mandorle e un tocco di erbe aromatiche. Al palato è morbido, elegante, con un buon tannino ed acidità a contrastare una leggerissima dolcezza; il finale è persistente e finemente speziato. Ben si abbina a piatti a base di carne e formaggi stagionati.
| GROSJEAN VINS GRAND VINS DE MONTAGNE Produttrice di vino in Valle d’Aosta dal 1600, la famiglia Grosjean ha saputo coniugare perfettamente nel tempo, in vigna e in cantina storia, tradizione, inventiva e innovazione. È però il “fattore umano”, rappresentato dal grande amore che ciascuno dei suoi componenti ha per il lavoro e la propria terra, ad averlo fatto diventare una delle famiglie di vigneron che hanno reso importante l’enologia valdostana. Amore rinnovato oggi dalla terza generazione dell’”era moderna”, con la conduzione cantina Grosjean Vins passata ai giovani Hervé, Didier, Simon e Marco. La trasformazione nell’azienda di oggi è iniziata negli anni ’60 del secolo scorso, con Nonno Dauphin che decide di investire completamente nell’attività vitivinicola arrivando a imbottigliare il proprio vino di ciliegiolo, presentato con successo all’”Exposition des Vins du Val d’Aoste” nel 1968. Negli anni successivi i figli Vincent, Giorgio, Marco, Fernando ed Eraldo si specializzarono nei vari ambiti dell’azienda consolidandola. Dal 1980, con l’approfondimento delle conoscenze enologiche e il perfezionamento delle tecniche agronomiche, c’è un’accelerazione dello sviluppo aziendale, con la valorizzazione dei territori, a cominciare dalla Vigna Rovettaz, uno dei più importanti cru della regione, incolto fino ad allora. Nel 2000 viene costruita una nuova cantina per lavorare le uve sempre più abbondanti e per accogliere i primi visitatori. Nel 2011 Grosjean Vins è la prima cantina della Valle d’Aosta a convertire i propri vigneti al metodo biologico, in anticipo di almeno 10 anni rispetto alle altre aziende. Un salto di qualità fortemente voluto per salvaguardare e assecondare una natura aspra ma allo stesso tempo generosa, che in questi luoghi impervi, battuti dal vento e baciati dal sole mantiene, naturalmente le vigne sane. Nel 2015 la cantina viene ulteriormente ingrandita per adeguarla alla crescita produttiva arrivata a 140.000 bottiglie, e per dedicare maggiore spazio alle degustazioni sempre più richieste da un crescente pubblico di appassionati. Nel 2022 vengono acquisiti quattro nuovi appezzamenti, che hanno consentito di aumentare la superficie coltivata a vite di 180.000 metri quadrati (pari al 12% della precedente superficie vitata). I vigneti Quella praticata in Valle d’Aosta è una viticoltura eroica. Le vigne della famiglia Grosjean crescono su terreni difficilmente raggiungibili, ad altitudini oltre i 500 e fino a 900 m s.l.m. con pendenze che arrivano fino all’80%, necessariamente terrazzati. Qui le lavorazioni richiedono fino a 700-800 ore per ogni ettaro, contro le 150 medie di un vigneto italiano. Le tecniche tradizionali di lavorazione dei terreni assieme all’agricoltura di precisione, come l’irrigazione goccia a goccia, permettono di portare a maturazione grappoli sani e di primissima qualità. In cantina Il processo di vinificazione seguito in cantina prevede solo le poche lavorazioni necessarie ad accompagnare i processi naturali. Favorendo e controllando la fermentazione naturale innescata dai lieviti presenti nell’uva, o di quelli appositamente selezionati solo se necessario, e reintroducendo la follatura al posto del rimontaggio, i vini Grosjean sviluppano qualità, finezza, leggerezza, riducendo al minimo l’uso di solforosa. Per i lunghi affinamenti, lo stile adottato è il Borgogna, con l’utilizzo di piccole botti di legno di rovere. Vitigni e vini La Valle d’Aosta è la più piccola regione d’Italia ma, al tempo stesso, una delle più ricche a livello enologico con quasi 20 varietà autoctone. Con orgoglio, la famiglia Grosjean coltiva ben 11 di queste varietà: Petite Arvine, Premetta, Gamay, Cornalin, Nebbiolo – Picotendro, Neyret, Fumin, Muscat, Chardonnay, Pinot Noir, Petit Rouge. I 21 vini prodotti rappresentano una delle più importanti selezioni enologichedella Valle d’Aosta: piccole produzioni, nicchie di identità familiare e territoriale. C’è la linea di vini biologici – con otto etichette – che vuole emozionare e al tempo stesso dimostrare l’impegno a preservare al meglio possibile il fragile ecosistema della terra per consegnarla intatta alle future generazioni. La linea classica – nove etichette, dalla Borgogna fino ai vini piu’ autoctoni e rari – esprime pienamente l’essenza dei vini di montagna con tanta freschezza, mineralità e una beva eccezionale. Con il recente lancio di quattro bollicineGrosjean Vins è entrata anche nel mondo degli spumanti con due etichette metodo Classico, un metodoCharmat-Martinottie unAncestrale (seconda fermentazione in bottiglia per ottenere l’effervescenza naturale), completando la gamma dei vini prodotti. Infine ci sono le chicche, rappresentate dell’edizione limitata – 500 massimo 1.300 bottiglie – di vini che celebrano particolari annate o la storia della famiglia Grosjean-Le Frères, quella del nonno Dauphin e della moglie e dei loro cinque figli. La terza generazione non intende però fermarsi qui. Dinamica e giovane ha già in serbo alcune interessanti sorprese, come la vinificazione di uve Nebbiolo raccolte nel comune di Quart per la produzione di un nuovo Clairet (uno dei vini più identitari e storici della viticoltura valdostana) e una zona dedicata interamente al Nebbiolo-Picotendro nel cru di Donnas. |
| Degustazioni in azienda Si chiamano Les Classiques, Le Reserves, Selection Bio, Selection Bio et Vigne e Selection Top le cinque degustazioni proposte dalla famiglia Grosjean. Si va dal pacchetto di tre vini della linea classica per chi si approccia per la prima volta ai vini di montagna, per passare poi ai vini bio, fino al pacchetto che propone i sei vini top dell’azienda. Per i grandi intenditori, la famiglia Grosjean apre la propria cantina privata per l’esclusiva degustazione dei cinque migliori vini della propria collezione personale. Adotta un cru Con l’iniziativa Adotta un Cru il racconto di come si produce un vino Grosjean diventa realtà. Entrando nella quotidianità aziendale, chi adotta un filare di uno dei cru dell’azienda – Rovettaz o Tzeriat – potrà seguire la nascita e la maturazione del vino, dal tralcio, al grappolo, alle lavorazioni in cantina, fino al calice finale. Scegliendo di adottare un filare, si ricevono subito una bottiglia di una vecchia annata (selezionata dalla collezione privata della famiglia Grosjean) del cru scelto, una degustazione in cantina, sconti e, alla fine del periodo, 6 bottiglie della nuova annata del vigneto adottato, scegliendo tra l’annata adottata o quella commercialmente disponibile sul momento, tutte con etichetta personalizzata. |
