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Intervista con la pianista e compositrice siciliana che da poco ha pubblicato l’album “The Choice” e che è impegnata nel tour organizzato per presentare questo lavoro. L’artista rispondendo alle nostre domande ci ha parlato dell’album, di musica, di progetti, del sogno nel cassetto e del suo impegno contro la violenza sulle donne.
Nello scorso mese di maggio la pianista e compositrice di Vittoria, provincia di Ragusa, Giuseppina Torre, ha pubblicato il suo nuovo album “The Choice”.
L’artista siciliana per parlare del nuovo album, di musica in generale, di un suo sogno nel cassetto e del suo impegno contro la violenza sulle donne ha risposto alle nostre domande.
Ecco, quindi, la lunga ma interessantissima intervista a Giuseppina Torre.

Ciao, ci racconti brevemente di “The Choice”?
Certo! “The Choice” è un’opera che riflette profondamente sul tema delle decisioni e delle scelte che influenzano il nostro percorso di vita. Ogni brano dell’album esplora emozioni complesse e situazioni personali attraverso una combinazione di melodie delicate e potenti, arricchite da armonie profonde e significative. L’album rappresenta un viaggio emotivo attraverso esperienze di resilienza, cambiamento e autenticità. Ogni traccia è stata composta con l’intento di trasmettere un messaggio universale di speranza, forza interiore e libertà individuale. Attraverso la mia musica, cerco di connettermi con gli ascoltatori, ispirandoli a riflettere sulle proprie scelte e a trovare il coraggio di seguire il proprio cuore. Spero che “The Choice” possa essere non solo una sequenza di brani musicali, ma anche una fonte di ispirazione e conforto per chiunque si trovi di fronte a momenti di decisione e di cambiamento nella propria vita.
Cosa auspichi di trasmettere con questo tuo album e più in generale con le tue composizioni?
Con il mio album “The Choice” e con le mie composizioni in generale, il mio obiettivo principale è trasmettere emozioni profonde e universali attraverso la musica. Auspico di ispirare e connettermi con il mio pubblico attraverso le melodie, le armonie e i temi che compongo. Voglio trasmettere un messaggio di speranza, incoraggiando le persone a perseverare attraverso le difficoltà e a trovare la forza interiore per affrontare le sfide della vita. Spero di ispirare autenticità e integrità nelle persone, incoraggiandole a seguire il proprio cuore e a essere sincere con se stesse e con gli altri. La musica è un potente mezzo di espressione emotiva e ha il potere di unire le persone. Spero che le mie composizioni possano creare connessioni emotive tra persone di diverse culture ed esperienze di vita.
Da dove trai ispirazione per le tue composizioni?
Diverse fonti influenzano profondamente il mio processo creativo e sono, soprattutto, le esperienze personali, sia gioiose che dolorose. Le emozioni intense legate a momenti significativi della mia vita si riflettono spesso nella mia musica, permettendomi di esprimere ed elaborare sentimenti profondi attraverso le composizioni. Anche la bellezza e la tranquillità della natura mi ispirano profondamente. I paesaggi naturali, le stagioni, e gli elementi come l’acqua, il vento e la luce influenzano le mie composizioni, trasportando l’ascoltatore in atmosfere evocative e immersive. Inoltre esplorare nuovi luoghi, incontrare nuove persone e immergermi in culture diverse sono esperienze che ampliano la mia visione del mondo e influenzano il mio approccio musicale. I viaggi mi permettono di scoprire nuovi stili musicali, strumenti tradizionali e tecniche che arricchiscono la mia sensibilità di artista. Anche ascoltare altri musicisti e esplorare una vasta gamma di generi musicali è una fonte continua di ispirazione. Trovo ispirazione in tutto ciò che mi circonda: dalle emozioni umane alla bellezza della natura, dall’arte alla letteratura, e dalle esperienze di viaggio alla diversità culturale. Ogni fonte di ispirazione contribuisce a plasmare il mio percorso musicale e a creare composizioni che spero possano connettere profondamente con chi le ascolta.
Ci sono momenti, situazioni che ti sono favorevoli nel comporre?
Trovo che il silenzio e la solitudine siano essenziali per concentrarmi profondamente sulla musica. Momenti di tranquillità mi permettono di immergermi completamente nei miei pensieri e nelle mie emozioni, consentendomi di esplorare nuove idee e di elaborare melodie e armonie. Spesso le idee musicali mi vengono in modo improvviso, come durante una passeggiata nella natura, mentre osservo un tramonto o mentre leggo un libro. Momenti di ispirazione improvvisa sono preziosi e cerco di catturarli immediatamente per svilupparli ulteriormente nella mia composizione. Le emozioni forti, sia positive che negative, possono essere una fonte potente di ispirazione. Momenti di intensità emotiva mi permettono di canalizzare quelle emozioni nella mia musica, creando composizioni che sono autentiche e toccano il cuore degli ascoltatori.

Ci sono musicisti a cui ti ispiri?
Sì, ci sono diversi musicisti a cui mi ispiro e che hanno influenzato il mio percorso musicale nel corso degli anni. Ecco alcuni di loro: Roberto Cacciapaglia, che è il super visore artistico di “The Choice”, in quanto la sua musica è caratterizzata da una profonda emotività combinando elementi classici con influenze contemporanee. Mi ispiro alla sua capacità di creare melodie che toccano il cuore degli ascoltatori; Yann Tiersen , conosciuto per le sue composizioni per il film “Le fabuleux destin d’Amélie Poulain”, è un maestro nel creare atmosfere evocative e melodie incantevoli. La sua capacità di fondere stili diversi e di esplorare nuove sonorità è una fonte continua di ispirazione; Chopin, come compositore classico, ha influenzato profondamente il mio approccio al pianoforte e alla composizione. Le sue composizioni sono caratterizzate da una grande sensibilità emotiva e virtuosismo tecnico, che continuo ad ammirare e studiare; Arvo Pärt la cui semplicità e la profondità emotiva mi colpiscono sempre. La sua musica sacra e contemplativa ha un impatto spirituale profondo che mi spinge a cercare la bellezza e la verità nella mia musica. Ciascuno di loro ha contribuito a plasmare il mio stile e la mia visione musicale, incoraggiandomi a esplorare nuove idee e a crescere come compositrice.
Personalmente penso che un musicista debba entrare in sintonia con lo strumento che suona e solo in quel momento lo strumento non solo suona ma “parla” agli spettatori diventando un tutt’uno con l’artista: ti ci ritrovi in questo?
Assolutamente, sono pienamente d’accordo con questa visione della musica e del legame profondo tra il musicista e lo strumento. Per me, suonare il pianoforte non è solo eseguire note e melodie, ma è un’esperienza emotiva e comunicativa che permette di esprimere e condividere emozioni con il pubblico. Quando mi siedo al pianoforte, cerco di entrare in una sorta di sintonia emotiva e fisica con lo strumento. È come se il pianoforte diventasse un’estensione di me stessa, un mezzo attraverso il quale posso tradurre i miei sentimenti più profondi in suoni e melodie. Questa connessione intima mi permette di comunicare con gli ascoltatori in modo autentico e significativo. Quando questa sintonia è raggiunta, lo strumento non è più semplicemente un mezzo tecnico per produrre musica, ma diventa un canale attraverso il quale posso trasmettere emozioni, storie e esperienze. Gli spettatori possono percepire questa autenticità e questa profondità, creando un’esperienza condivisa che va oltre le parole e raggiunge direttamente il cuore e l’anima. Credo fermamente che la musica sia un linguaggio universale che può trasformare e connettere le persone. La sintonia tra il musicista e lo strumento è essenziale per creare questa magia musicale, dove ogni nota e ogni frase parlano direttamente agli spettatori in modi che vanno oltre il semplice ascolto.
Che riscontro stai ottenendo portando in giro “The Choice”?
Positivissimo, è bellissimo condividere con il pubblico ciò che hai pensato e trasformato in musica negli anni che precedono la pubblicazione. Vedere negli occhi le emozioni che la tua musica suscita è appagante, gli applausi e gli abbracci calorosi a fine concerto, ascoltare le emozioni che ha scaturito la mia musica mi incoraggia a proseguire il mio percorso di pianista e compositrice.
Ad aprile sei stata nella Corea del Sud: in un periodo dove la k-pop sta spopolando in tutto il mondo e timidamente sta arrivando anche in Italia come sei stata accolta dal pubblico?
Fin dal mio arrivo, sono stata accolta con calore ed entusiasmo. Il pubblico coreano è incredibilmente attento e apprezza profondamente la musica. Durante il concerto, ho sentito una connessione speciale con gli spettatori, che hanno risposto con applausi calorosi e sincere manifestazioni di apprezzamento. Uno dei momenti più emozionanti è stato quando, durante il bis, ho suonato il mio arrangiamento al pianoforte di “Arirang”, una canzone popolare profondamente radicata nella cultura e nel cuore del popolo coreano. Interpretarla al pianoforte ha suscitato una forte risposta emotiva. Il pubblico ha mostrato grande commozione e gratitudine per aver reso omaggio a un pezzo così significativo della loro tradizione. Molti hanno apprezzato il fatto che un’artista straniera si fosse avvicinata così tanto alla loro cultura, mostrando rispetto e interesse per le loro tradizioni musicali. Ciò ha creato un ponte culturale, rafforzando il legame tra me e il pubblico coreano che ha apprezzato la mia sensibilità nell’approccio e la mia capacità di mantenere l’essenza della melodia originale pur aggiungendo un tocco personale. La reazione calorosa e commossa del pubblico coreano ha reso questa esperienza unica e indimenticabile, rafforzando il mio amore per la condivisione culturale attraverso la musica.
A tuo parere esiste ancora un forte interesse per brani esclusivamente strumentali?
Sì, esiste ancora un forte interesse per brani esclusivamente strumentali nella musica contemporanea, anche se può variare a seconda dei generi musicali e dei gusti del pubblico. La musica strumentale consente agli artisti di esprimere emozioni e atmosfere senza il bisogno di testi. Questo permette agli ascoltatori di interpretare la musica in base alle proprie esperienze e sensibilità, creando una connessione personale e profonda. Senza testi, l’attenzione si concentra maggiormente sulla melodia, sull’armonia, sulle texture sonore e sulla tecnica degli strumentisti. Questo può portare a una maggiore esplorazione musicale e a una più ampia varietà di stili e approcci compositivi.

È uscito l’album, sei in tour: hai altri progetti?
Certamente, ho già in cantiere il mio prossimo album!
Che genere di musica preferisci ascoltare?
Personalmente, apprezzo una vasta gamma di generi musicali in base al mio umore e alle circostanze. Tuttavia, alcune delle mie preferenze includono la musica classica, l’ambient e la musica strumentale, il jazz, in particolare artisti come Miles Davis, John Coltrane e Bill Evans, la Musica Pop (adoro i Coldplay) e non disdegno la musica elettronica, mi piace esplorare la vasta gamma di suoni elettronici, dalla musica dance all’ IDM (Intelligent Dance Music), fino alle produzioni più sperimentali. In generale, sono aperto a scoprire nuovi generi e artisti e mi piace esplorare la diversità musicale che il mondo ha da offrire.
Artisticamente parlando c’è nel tuo cassetto un sogno che vorresti vedere realizzato e che ancora non lo è stato?
Sì, fino ad ora ho firmato la colonna sonora di diversi documentari andati in onda su Rai 1 e Canale 5 e di un docu-film tratto dal libro di papa Francesco “La mia idea di arte”, ma adesso mi piacerebbe cimentarmi nella scrittura della colonna sonora di un film.
Vorrei chiudere questa intervista chiedendoti di parlare del tuo impegno nella lotta contro la violenza sulle donne…
Attraverso la mia musica cerco di sensibilizzare gli animi di chi mi ascolta, scuotere le coscienze. Nei miei concerti poggio sempre sul mio pianoforte un paio di scarpe rosse perché oltre ad essere un simbolo internazionale contro la violenza sulle donne, rappresentano i passi che bisogna fare per cambiare gli eventi cui sono pieni i fatti di cronaca. Ogni cambiamento è iniziato con un piccolo passo ed io, nel mio piccolo, voglio contribuire al cambiamento con la mia musica e le mie scarpe rosse. Inoltre spesso sono invitata da istituzioni scolastiche per raccontare alle nuove generazioni la mia esperienza di artista e di donna, ciò è un’esperienza gratificante poiché bisogna educare gli adulti di domani sin da piccoli al rispetto dell’altrui persona e a fornire loro gli strumenti per decodificare tutti quei segnali che sono riconducibili alla violenza psicologica, prima che si trasformi in violenza fisica.
Ringraziamo Giuseppina Torre per la disponibilità e Silvia Eccher di Parole e Dintorni per la collaborazione.
