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Intervista con il fondatore di “L’Uomo e il Pellicano”, Fondazione i cui fini sono culturali e filantropici. Alberto Guglielmi Manzoni ci ha parlato di questo ente, dei suoi scopi, delle sue attività e dei progetti futuri.

Chi è Alberto Guglielmi Manzoni? Puoi spiegare brevemente ai lettori di Ottiche Parallele chi sei e cosa fai? 
Anzitutto vorrei esprimere un ringraziamento a voi di Ottiche Parallele e al direttore Fabrizio Capra per questa opportunità di farmi conoscere tramite il vostro interessantissimo e ricco di rubriche magazine on line. In estrema sintesi, potrei dirvi che mi occupo di cultura e di solidarietà: due aspetti che per me significano molto. Sono nato a Sanremo, dove risiedo, e sono cresciuto nel Ponente ligure. Mi sono laureato in Filosofia presso l’università di Pisa compiendo studi anche in Germania. Alla laurea è poi seguito un Master in Comunicazione d’Impresa a Milano. Dal 2005 lavoro presso la Pubblica Amministrazione, svolgendo l’attività di orientatore nel settore dei Centri per l’Impiego. Negli ultimi anni, ho deciso di frequentare un dottorato in Scienze Religiose a Lugano, in Svizzera. A livello extralavorativo, per passione mia personale, mi piace scrivere e tenere conferenze. Ho scritto alcuni saggi sull’etica di Albert Schweitzer (medico-missionario in Africa e premio Nobel per la Pace, personaggio cui idealmente si ispira questa mia fondazione), ho tradotto un carteggio tra Albert Schweitzer e Albert Einstein, ho scritto sulla presenza dei tedeschi e del kaiser Federico III di Germania a Sanremo, su Alfred Nobel e la sua villa nella Città dei Fiori, e su figure minori del mondo delle idee e della spiritualità. Quanto alla fondazione, avevo in animo di crearla  già da diversi anni e alcune dolorose vicende famigliari ne hanno, per corsi dire, accelerato il percorso di attuazione. Toccando con mano certe situazioni, si guarda poi alla Vita con occhi e con animo diversi, si rivede la scala delle priorità e si sviluppa un senso di gratitudine per i talenti e i doni ricevuti o, comunque, per tutto ciò che di positivo si ha a disposizione.

Da poco più di un anno hai costituito la Fondazione l’Uomo e il Pellicano ETS: dove è nata l’esigenza di dare vita a questa Fondazione? 
Come dicevo prima, avevo in animo di creare una realtà, un organismo nell’ambito del Terzo Settore già da qualche tempo e alcune dolorose vicende famigliari (un fratello malato neurologico grave, costretto a casa  da alcuni anni) mi hanno ulteriormente spinto a porre in atto ciò che era un progetto.

La denominazione data a questa Fondazione ispira un po’ di curiosità: perché Uomo e Pellicano? 
Lo so, me lo dicono in molti e mi fa piacere: volevo trovare un’espressione che suscitasse curiosità e rimanesse impressa e credo proprio di esserci riuscito. Uomo con la U maiuscola sta ad indicare gli esseri umani nella loro totalità e il Pellicano con la P maiuscola è termine metaforico per indicare la Natura, l’ambiente fatto di animali e piante. Poi, ci sarebbe da spiegare il perché della scelta di questo animale. Albert Schweitzer come medico missionario in Africa, ha curato molti lebbrosi nel Gabon ma ha curato  anche tanti animali feriti o maltrattati che gli venivano portati, compresi i pellicani. Si possono trovare su Internet bellissime foto in bianco e nero di Schweitzer mentre cura o nutre alcuni pellicani. Ma poi il pellicano è un animale ricco di simboli: in molte opere d’arte, e secondo una fiorente letteratura, questo volatile viene rappresentato mentre con il lungo e possente becco si perfora il petto irrorando di sangue i propri piccoli per nutrirli. È dunque simbolo di totale dedizione e sacrificio agli altri. Nella teologia cristiana è simbolo, non a caso, di Cristo stesso.

Gli scopi della Fondazione sono culturali e filantropici: come possono coesistere queste due anime e se nello svolgimento delle attività i due filoni si incontrano e dialogano tra loro? 
La Fondazione l’Uomo e il Pellicano ETS ha poco più di un anno di vita. Nata nel maggio 2023, con sede a Sanremo e operativa a livello nazionale, persegue due filoni: uno culturale e uno filantropico-solidaristico. Più concretamente, la sua attività si declina secondo le seguenti linee di indirizzo: ricordare la figura e l’opera del medico-missionario in Africa e premio Nobel per la Pace Albert Schweitzer (1875 – 1965), noto per la sua etica del ‘rispetto per la vita’ da lui applicata nella cura dei lebbrosi ed estesa agli animali e alle piante; presentare libri od organizzare eventi che abbiano al centro l’approfondimento di aspetti scientifici, storici o di tutela del paesaggio così come tematiche relative alla crescita e al miglioramento personale,  alla salute e al benessere psicofisico; promuovere il sentimento della gentilezza come filosofia di vita;  aiutare famiglie con disabili gravi a casa (malati, ad esempio, neurologici). Come si può notare, le due dimensioni – quella culturale e quella filantropico-solidaristica – sono profondamente intrecciate e si richiamano l’una all’altra.

Cosa vuoi trasmettere a chi partecipa alle iniziative della Fondazione? 
Mi piacerebbe trasmettere un po’ di gentilezza e un po’ più di amore per la vita.

Come è stata la risposta in questo primo anno e poco più dalla costituzione? 
In questi neppure 15 mesi di vita sono stati realizzati alcuni eventi, molti dei quali musicali benefici a favore di AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) per aiutare famiglie con malati di SLA nel Ponente ligure, che hanno avuto un buon riscontro di pubblico. Ovviamente, il percorso agli inizi è molto complesso e impegnativo, e in salita. Bisogna farsi conoscere, avere tanta visibilità e conquistare la fiducia delle persone.

I prossimi progetti della Fondazione? 
Ci sono in cantiere una serie di iniziative per l’autunno e l’inverno: appuntamenti culturali (conferenze) e musicali benefici. Per chi volesse farsi un’idea della fondazione, conoscere gli eventi che ha realizzato in quasi 15 mesi di vita, avere ulteriori informazioni, può andare sul sito internet della fondazione oppure sulle pagine social (Facebook e Instagram) della stessa. Probabilmente a breve uscirà anche la pagina TikTok. Per chi, invece, fosse interessato e disponibile a far crescere questa fondazione ancora giovane, lo può fare tramite erogazioni liberali e destinazione del 5 x 1000.

Se si vuole porre un obiettivo in vista della ripresa post ferie cosa vorresti raggiungere con la Fondazione?
Senza dubbio ampliare la rete di contatti e di visibilità, e creare eventi fuori del territorio del Ponente ligure. Se tutto andrà per il verso giusto, forse questo si realizzerà tra la fine di quest’anno e gli inizi dell’anno nuovo.

In conclusione vuoi dire qualcosa in particolare ai lettori di Ottiche Parallele?
Invitando i lettori di questo bel magazine on line a seguire le attività della mia fondazione, vorrei lasciarli e lasciare voi tutti con alcune parole proprio di Albert Schweitzer: “Lo spirito della nostra epoca disprezza ciò che è semplice. Non crede più che semplicità possa corrispondere a profondità. Si compiace di ciò che è complicato e lo considera profondo. Allo spirito della nostra epoca piace l’eccesso nei toni, nelle linee nel pensiero. Pensare, invece, è armonia nel nostro intimo”. Questo annotava Albert Schweitzer in un saggio del 1923. A distanza di molti decenni non si può non dargli ragione. Semplicità può essere segno di profondità. Più ancora, tutto ciò che è profondo è al tempo stesso semplice e può essere espresso in parole semplici. Ai giorni nostri, purtroppo, a trionfare sono invece l’eccesso dei toni, la virulenza del linguaggio, le compiaciute complicazioni verbali, il predominio dei sensi e dell’egoismo in luogo della ricerca dell’essenziale, della riflessione e dell’approfondimento culturale.

Sito internet fondazione: http://www.uomoepellicano.it
Facebook: L’Uomo e il Pellicano
Instagram: uomo_pellicano
Mail: albeguglie@yahoo.it
PEC: fondazioneuomoepellicano@legalmail.it

Ringraziamo Alberto per la grande disponibilità e Silvia Eccher e Francesco Di Mento di Parole e Dintorni per la preziosa collaborazione.