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Oggi nonnoatipico torna con i suoi racconti ma, questa volta, non ci parla di una delle sue sempre interessantissime escursioni ma su come ha iniziato a intraprendre una modalità più lenta e rispettosa di quanto ci circonda maggiormente votata al rapporto con l’altro e lo fa in attesa della presentazione di un libro… e sul perché si trovava a quella presentazione.
Seduto in una osteria di San Benedetto del Tronto, in attesa dell’arrivo di due scrittori che di lì a poco avrebbero presentato un loro nuovo libro, assaporando insieme a Roberta un interessante vino della Val Samoggia, mi stavo interrogando sul motivo della nostra presenza e soprattutto sulla concatenazione di cause che avevano fatto sì che ci trovassimo in quel luogo.
A pensarci bene, tutto ha avuto inizio una dozzina di anni or sono quando per motivi di lavoro incontrai una persona con la quale cominciai ad intrattenere una collaborazione professionale dapprima episodica e poi, con il passare del tempo, sempre più stringente.

Al rapporto professionale cominciò ad intrecciarsi una conoscenza personale sempre più profonda tanto che, dopo alcuni anni, Roberta ed io gli chiedemmo di essere uno dei nostro testimoni di nozze.
Senza essere tacciato di eccessivo sentimentalismo, non ho difficoltà ad affermare che raramente ho incontrato una persona così preparata professionalmente e, nel contempo così dotata intellettualmente, dai granitici valori morali e soprattutto da una umanità senza pari.
Tanto diverso da me ma contemporaneamente così stimolante!
Cosa c’entra tutto questo con il fatto che stiamo bevendo questo calice di bianco a San Benedetto?
C’entra perché, riconoscendogli grandi doti, lo ascoltavo quando mi narrava dei suoi trascorsi universitari, del bellissimo rapporto che aveva con i suoi coinquilini a Bologna già suoi amici di scuola alle medie ed al liceo.
Lo ascoltai a tal punto che gli chiesi di presentarmi due di loro che si distinguevano, tra l’altro, per essere degli autori di libri di viaggio…
Li conobbi e, per la proprietà transitiva, mi piacquero tantissimo e cominciai a seguirli nella loro carriera letteraria.
Nel corso del tempo ho divorato i loro libri che rappresentavano per me un modo nuovo di concepire e vivere il viaggio: lento, con grande coinvolgimento con le persone con cui venivano in contatto e soprattutto mi colpiva l’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi e desueti.
L’uso della modalità “a quattro mani”, che tanto utilizzano, la considero geniale: due persone si trovano nel medesimo momento, nel medesimo posto descrivendo separatamente le proprie sensazioni.
Ci troveremo in presenza di due racconti totalmente diversi a riprova che la realtà è figlia prevalentemente della soggettività di chi racconta.
Nel momento in cui, da novello pensionato, mi gettai a capofitto nella utopia di “nonnoatipico” individuai i caposaldi sui quali costruire questo mio nuovo modo di approcciare l’avventura ed il viaggio: una modalità più lenta e rispettosa di quanto ci circonda maggiormente votata al rapporto con l’altro; parimenti cercavo di utilizzare mezzi non convenzionali, cosa che anche se indegnamente, mi accomunava a loro e, devo dire che nei momenti di lettura dei loro libri mi trovavo sempre più coinvolto stante la similitudine che percepivo fortemente tra la loro esperienza ed il mio utopico desiderio.
Ma, alla fine, cosa ci unisce? Le medesime pulsioni? Le medesime (o quasi) modalità?
No! Ci lega un comune amico totalmente ignaro ed assolutamente poco interessato alle nostre gesta che attraverso i suoi racconti ha fatto nascere da parte mia il desiderio di conoscerli.
Questo stà a significare che esistono dei legami intangibili ed irrazionali che ci legano con l’altro… ci vorranno cinque, dieci o più anni ma tutto questo verrà fuori nel momento che ci lasceremo trasportare dalle sensazioni…
Questi due autori si chiamano Paolo Merlini e Daniele Silvestri: personaggi particolarmente dissimili tra loro ma che indubbiamente si compendiano rendendosi gradevolissimamente complementari.
Uno con un approccio più meditativo e filosofico e l’altro più operativo e comunicativo; un connubio vincente!
Il libro in questione è: Viaggetti in Emilia (fuori rotta dall’Appennino al Po) edito da Exòrma.
Un libro veramente bello e coinvolgente!
Ci tengo anche a citare tre tra i loro precedenti libri che ritengo indispensabili in una libreria di ogni persona libera e curiosa:
– Un altro viaggio nelle Marche
– Trieste, Livorno, Taranto
– Dove comincia l’Abruzzo
Buona lettura e…buon viaggio!
