Riceviamo e pubblichiamo

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Fino al 29 marzo 2025 le opere provenienti dalla collezione Fabio Sargentini sono in mostra nella città scaligera: da un lato lo scultore considerato tra i giovani più promettenti, dall’altro il gallerista che gli ha dedicato tre personali negli anni ottanta.

Nunzio – Talismano, 1985 – piombo e carbone su legno – 208 x 84 x 22 cm – foto Agostino Osio – Alto Piano – opera esposta nella seconda personale all’Attico, Roma, febbraio-marzo 1986; poi alla XLII Biennale di Venezia, sezione Aperto ’86 quando Nunzio vince il Premio 2000 come miglior giovane artista

L’esposizione alla Galleria dello Scudo a Verona fino al 29 marzo 2025 si concentra sul primo decennio del lavoro di Nunzio (Nunzio Di Stefano) con una selezione di quindici sculture degli anni ottanta dalla collezione di Fabio Sargentini.
Da un lato lo scultore considerato tra i giovani più promettenti, dall’altro il gallerista che gli dedica tre personali, nel 1984, 1986 e 1988.ù
Prima mostra alla Galleria Spatia a Bolzano nel 1981 con testo di Gabriella Drudi; poi, a Roma, la collettiva alla Galleria La Salita di Gian Tomaso Liverani nel 1982, quindi la personale Undici sculture all’Attico di Fabio Sargentini nel gennaio 1984 presentata da Giuliano Briganti.
Con questa mostra, Sargentini riaprì lo spazio espositivo in via del Paradiso 41 a Roma, dopo la chiusura nel 1978.
L’Attico, galleria entrata a pieno titolo nella storia delle avanguardie per le iniziative legate al mondo del concettuale e della performance, tornò a riproporsi come punto di riferimento per le tendenze più attuali, accogliendo esponenti di punta dell’ultima generazione di artisti.

Nunzio – Meteora, 1986 – pece e pigmenti su legno 190 x 174 x 20 cm – foto Mimmo Capone – opera esposta nella seconda personale all’Attico, Roma, febbraio-marzo 1986; poi alla XLII Biennale di Venezia, sezione Aperto ’86 quando Nunzio vince il Premio 2000 come miglior giovane artista

Le opere documentano una fase creativa di grande fermento, apprezzata sia in ambito nazionale, con mostre come Ateliers nel 1984, a cura di Achille Bonito Oliva, nell’ex Pastificio Cerere a Roma, sia internazionale con le personali da Annina Nosei a New York nel 1985 e 1987 e l’invito nel 1986 alla VI Biennale di Sydney, cui segue la sua presenza in rassegne a Parigi, Chicago, Berlino, San Paolo del Brasile, Istanbul.
Sempre nel 1986 vince il Premio 2000 come miglior giovane artista alla XLII Biennale di Venezia nella sezione Aperto ’86 a testimonianza di un percorso che lo conferma, nell’arco del decennio, tra le personalità più originali nel panorama artistico italiano.
Per l’occasione la Galleria dello Scudo pubblica un catalogo in italiano e inglese con testi di Elena Abbiatici e Claudio Spadoni, e con un’intervista a Fabio Sargentini.
Le fotografie di Agostino Osio – Alto Piano documentano le opere esposte.

GALLERIA DELLO SCUDO
via Scudo di Francia, 2 - Verona, Italia
Orari
da lunedì a sabato
10:00 – 13:00 | 15:30 - 19:30
domenica chiuso
Nunzio in una foto del 1988
Nunzio Di Stefano nasce nel 1954 a Cagnano Amiterno, in provincia dell’Aquila. Studia a Roma all’Accademia di Belle Arti, diplomandosi nel corso di scenografia tenuto da Toti Scialoja. Nel 1973 apre uno studio nell’ex Pastificio Cerere, nel quartiere romano di San Lorenzo, dove lavorano anche Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Piero Pizzi Cannella e Marco Tirelli. La sua prima mostra personale è del 1981 alla Galleria Spatia di Bolzano, dove presenta una serie di sculture in gesso installate a parete e una serie di acquerelli. Nel 1984 espone sculture in gesso di grandi dimensioni a L’Attico di Fabio Sargentini a Roma in un’importante personale presentata da Giuliano Briganti, quindi figura nella rassegna Ateliers organizzata da Achille Bonito Oliva, in cui sono riuniti gli artisti attivi negli studi di San Lorenzo. Il debutto negli Stati Uniti avviene nel 1985 con la personale da Annina Nosei a New York, che gli apre le porte del mercato d’oltreoceano e contribuisce alla diffusione internazionale del suo linguaggio espressivo. I suoi primi lavori con il piombo e il legno combusto appaiono per la prima volta a L’Attico nel 1986, tra febbraio e marzo; alcune di esse saranno riproposte nell’estate dello stesso anno alla LXII Biennale di Venezia, dove l’artista vince il Premio 2000 come miglior giovane artista. Dell’ottobre 1987 è la sua personale alla Galleria Civica di Modena, la sua prima in uno spazio pubblico.  Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, gli appuntamenti espositivi si susseguono intensi sia in Italia che all’estero. Gallerie che ospitano sue personali sono Galerie Triebold, Basilea (1989); Galerie Di Meo, Parigi (1989); Galleria Marilena Bonomo, Bari (1990); Galleria dell’Oca, Roma (1991). Gli anni ’80 e i primi ’90 sono scanditi dalla partecipazione a numerose collettive all’estero, tra le quali: L'Italie aujourd'hui, Centre National d'Art Contemporain, Nizza (1985); Nuove trame dell'arte, Castello Colonna, Genazzano (1985); Anniottanta, Galleria Comunale d’Arte Moderna, Bologna (1985); 1960-1985. Aspekte der italienischen Kunst, itinerante in numerosi musei tedeschi (1986); la VI Biennale, Sydney (1986); l’XI Quadriennale, Roma (1986); XLII Biennale di Venezia nella sezione Aperto 86 (1986); Prospekt 89, Frankfurter Kunstverein, Francoforte (1989); Roma interna, Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig, Vienna (1991); III Biennale di Istanbul (1992). Nel 1993 Nunzio Di Stefano viene invitato nuovamente alla Biennale di Venezia, dove tornerà nel 1995 con una sezione personale, che gli varrà la Menzione d’Onore. Nel 1994 la Kodama Gallery di Osaka ospita la sua prima personale in Giappone, cui segue, l’anno seguente, la partecipazione alla II Biennale di Fujisankei dove la sua scultura Ombre, creata per gli spazi dell’Open-Air Museum di Hakone, vince il Prize for Excellence. Dello stesso anno è la personale allestita in Villa delle Rose a Bologna che documenta il lavoro dell’ultimo decennio. I suoi primi lavori in bronzo vengono proposti nel 1997 alla Galerie Alice Pauli di Losanna, dove tornerà a esporre nel 2001 e nel 2010. Il 2000 si apre con una personale alla Galleria Fumagalli di Bergamo. La ricca antologica dal 22 gennaio 2005 al Macro a Roma, organizzata da Danilo Eccher, offre l’occasione per ripercorrere l’intero percorso creativo dagli esordi sino agli esiti più recenti. Nel dicembre dello stesso anno tiene la sua prima personale alla Galleria dello Scudo di Verona, a cura di Lea Vergine, dove presenta una serie di installazioni in legno combusto che creano stranianti rapporti con lo spazio. Nel 2007 prende parte alla collettiva San Lorenzo in Villa Medici a Roma. Di due anni dopo è la partecipazione a Italia Contemporanea. Officina San Lorenzo, rassegna curata da Daniela Lancioni al Mart di Rovereto. Nell’inverno 2011-2012 Nunzio torna a esporre alla Galleria dello Scudo nella mostra Pentagramma, che riunisce una selezione di opere su carta di grande formato. La costante presenza della linea curva, ricorrente soprattutto nel lavoro grafico, enfatizza il ritmo di una ricerca plastica sempre tesa verso nuove soluzioni di sintesi compositiva. Nel 2012 è presente nella rassegna Senza titolo - Nunzio & Dessì: two Italian Artists from the Biedermann Collection al Museum Biedermann di Donauesching. Tra le iniziative più recenti, si ricordino le personali del 2016 al Museo Riso di Palermo e alla Pinacoteca provinciale di Teora, nei dintorni di Avellino, quindi l’invito a figurare, insieme ad altri 11 artisti, nella rassegna Ytalia – Energia Pensiero Bellezza allestita nel 2017 al Forte Belvedere e in Palazzo Marino Marini a Firenze. Nunzio Di Stefano vive e lavora tra Roma e Torino.