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“Il rovescio della testa” di Daumal, dodici brevi scritti spietati, e “Confessioni di un borghese” di Márai, scintillante romanzo in forma di autobiografia.

René Daumal
Il rovescio della testa

A cura di Claudio Rugafiori
Piccola Biblioteca Adelphi, 813
2025, pp. 93
isbn: 9788845939655
€ 12,00 · In libreria dal 31 gennaio
Dodici brevi scritti spietati, che ci obbligano a porci domande essenziali su chi siamo e da dove possiamo iniziare a cercarci.
SINOSSI
Dodici brevi scritti che sembrano saltellare dall’uno all’altro, ma che vanno in una direzione unica. Leggeri, non privi di humour, spietati e accattivanti, si muovono alla ricerca di ciò che una volta si sarebbe chiamata verità e ci stimolano a porci domande essenziali su chi siamo e da dove possiamo iniziare a cercarci, offrendo così un prezioso aiuto per limitare i rischi di un falso pensare, quello che si paga con la perdita di tempo o con l’autoinganno.

Sándor Márai
Confessioni di un borghese

A cura di Marinella D’Alessandro
gli Adelphi, 698
2025, pp. 513
isbn: 9788845939747
€ 15,00 · In libreria dal 31 gennaio
in copertina
Thomas Mann e Sándor Márai (Budapest, 1935)
©collection of mnmkk – Petőfi, literary museum
Un fascinatorio, scintillante romanzo in forma di autobiografia sullo sfondo del tramonto della civiltà danubiana e dell’Europa tra le due guerre.
SINOSSI
“Confessioni di un borghese è ben più di un libro di memorie sul cuore e dal cuore della Mitteleuropa, e la sua originalità consiste nell’essere un magnifico romanzo di formazione che nasconde tra le righe, e a tratti rivela, un trattatello esoterico sull’arte di diventare scrittori… capace di evocare ambienti e personaggi memorabili e di imprimere a ogni dettaglio il ritmo avventuroso dell’immaginazione. È così che sotto gli occhi ipnotizzati del lettore, Márai riesce a trasformare se stesso nel personaggio fondamentale di Confessioni di un borghese senza lasciar prevalere nel suo autoritratto né una timida indulgenza né l’esibizionismo narcisistico di chi si confessa in pubblico: come se questa autobiografia di un uomo poco più che trentenne fosse stata scritta per tagliarsi via dal tumulto banale della vita cosiddetta normale, e entrare definitivamente in quella eccitata ed eccitante esistenza postuma che l’arte di scrivere pretende da chi la pratica fino alle estreme conseguenze».

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