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Intervista con il cantante e batterista che recentemente è uscito con il nuovo singolo “In attesa”. Edoardo di ha parlato della sua musica, del suo nuovo lavoro e dei progetti futuri.
“In attesa”, il nuovo singolo di Edoardo Fabbretti, racconta il desiderio estremo di trasformarsi in macchina, perdendo ogni stimolo umano e affidandosi ciecamente alla tecnologia. Il pop elettronico del brano accentua questa sensazione, mentre il violino emerge come segno di resistenza.
Abbiamo intervistato Edoardo per scoprire di più sulla sua musica e sulla visione che lo ha portato a scrivere questo brano.

Ciao Edoardo, benvenuto sulle pagine di Ottiche Parallele Magazine! Quando nasce il tuo amore per la musica?
Non lo so, è nata e basta. Forse è nata con me.
Cosa rappresenta per te la musica in generale e il tuo fare musica in particolare?
È una passione che non si schioda di dosso. A volte può essere anche pesante ma bisogna fare i conti con le proprie passioni. Soprattutto quando queste passioni si trasformano nel tuo lavoro. Cerco di divertirmi come quando da bambino giocavo con le macchinine in cameretta.
Quali musicisti hanno ispirato il tuo stile e la tua musica?
Il mio “fuori concorso” è Rino Gaetano. Mi fa impazzire De André, Guccini, De Gregori Jannacci, Gaber e molti altri mostri del passato che hanno segnato il mio modo di vedere la vita e non solo la musica. Sono stati in qualche modo la mia religione soprattutto negli anni del liceo. Cerco però di dividere gli ascolti dalla produzione. Voglio avvicinarmi quanto più possibile a me stesso e non tentare goffamente di somigliare a qualcuno. Non avrebbe nemmeno più senso. Su “in attesa” ho rotto qualsiasi schema si stava formando nel mio modo di pensare da musicista.

Da poco è uscito il tuo nuovo singolo. Di cosa parla il brano e cosa vuole trasmettere?
Ho iniziato a canticchiare il ritornello di questo brano un giorno mentre, in macchina, il navigatore mi suggeriva una strada che in realtà conoscevo già. Ho pensato “ma a cosa mi serve ora questa voce assillante?” La mia mente ha cominciato a viaggiare e ho immaginato questa dimensione, nemmeno troppo distante, dove l’uomo non ha più poteri e stimoli. Si fida più di “OK GOOGLE” e “ALEXA STOP” che del suo istinto e della sua memoria. Ho appuntato al volo il ritornello ed appena tornato a casa è nata la canzone. Le mie canzoni nella maggior parte dei casi nascono da ritornelli che senza motivo mi girano in testa! In attesa non è una critica ma una triste presa di coscienza.
A questo singolo ne seguiranno altri o stai lavorando ad un album?
Ho tante canzoni, sia in testa che già incise. Magari un giorno… chissà. Per ora mi godo questo momento!
Quali saranno i tuoi prossimi progetti?
Dobbiamo fare la legna per il prossimo anno perché sta finendo. Nel frattempo, si suona tanto e si lavora a testa bassa in studio.

Ringraziamo Edoardo per la disponibilità e Valentina Seneci di Red&Blue Music Relations per la preziosa collaborazione.
