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Ripartono oggi le visite al gioiello medievale e la Cappella della Maddalena è entrata a far parte del circuito “Chiese a porte aperte”. Sempre oggi riprendono le visite guidate alle ex miniere di talco.
Abbazia di Novalesa: la Cappella della Maddalena nel circuito "Chiese a porte aperte"

La celebrazione del Santo patrono S.Eldrado come ogni anno scandisce la ripresa delle visite all’Abbazia di Novalesa, gioiello medievale di arte, storia e cultura in Val Cenischia: un bene di proprietà da molti anni di Città metropolitana di Torino, affidato alle cure della comunità monastica benedettina. Da oggi, sabato 15 marzo, l’Abbazia riapre ai visitatori con i seguenti orari: visite Abbazia sabato ore 10.30 e 11.30, domenica ore 11.30; visite museo archeologico sabato e domenica ore 11-13.
Gruppi e scuole possono prenotare una visita dedicata – tranne al lunedì – scrivendo a viste@abbazianovalesa.org
Quest’anno, per i visitatori di apre una nuova possibilità in aggiunta al consueto percorso alla scoperta delle Cappelle all’interno dell’Abbazia: è entrata infatti nel circuito “Chiese a porte aperte” la Cappella della Maddalena. Si tratta di un’occasione unica e nuova per entrare ad ammirare la Cappella, esterna ai muri dell’Abbazia e finora chiusa al pubblico.



“Chiese a porte aperte” è il progetto che consente di visitare autonomamente i beni culturali ecclesiastici del Piemonte e della Valle d’Aosta con l’ausilio delle nuove tecnologie. L’applicazione gestisce molteplici operazioni dalla prenotazione della visita all’apertura automatizzata della porta: una volta effettuato l’accesso tramite QR si viene guidati alla scoperta del bene al suo interno.
“Siamo davvero contenti che il percorso di visite alla scoperta della Abbazia della Novalesa si amplii – commenta il vicesindaco di Città metropolitana di Toirno Jacopo Suppo – si tratta di un tassello importante nell’impegno della comunità monastica benedettina e del nostro Ente verso la celebrazione a gennaio 2026 del 1300° anniversario della fondazione di questo bene“.
Nuovamente visitabili le miniere Paola e Gianna dell’Ecomuseo di Prali



Da oggi, sabato 15 marzo, riprendono le visite guidate nelle ex miniere di talco Paola e Gianna di Prali, gestite dall’Ecomuseo delle miniere e della Valle Germanasca. Anche nel 2025 la Città metropolitana di Torino riconosce con il suo patrocinio il valore culturale e storico delle iniziative dell’Ecomuseo, che dagli anni ‘90 valorizza le tradizioni e le installazioni minerarie delle Valli Chisone e Germanasca. L’attività estrattiva è stata per lungo tempo il motore economico delle due valli e ne ha fortemente caratterizzato il paesaggio.



Alla fine degli anni ’80 la “coltivazione” del talco di Prali sembrava giunta al capolinea e il patrimonio minerario rischiava di andare perduto irrimediabilmente: i macchinari arrugginivano, le strutture rischiavano di crollare, gli archivi si dissolvevano e rischiava di scomparire la memoria della tecnologia, del lavoro e dei sacrifici dei minatori.
Nel 1993 l’allora Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca, sull’esempio di progetti avviati con successo in Gran Bretagna, Francia, Germania e Austria, avviò, nell’ambito di un’intensa cooperazione transfrontaliera, un progetto turistico-culturale di conservazione e valorizzazione del patrimonio minerario.



Nel 1998 nacque ScopriMiniera, la proposta di tour guidati nelle gallerie della miniera Paola, alla scoperta della vita e del lavoro dei minatori della Val Germanasca. Grazie alle connessioni con la realtà culturale e ambientale locale, ScopriMiniera ha creato e consolidato un movimento turistico e alcuni posti di lavoro. I risultati ottenuti, le nuove capacità e competenze acquisite, le relazioni create hanno stimolato e contribuito alla creazione del progetto di un Ecomuseo del territorio della Val Germanasca, riconosciuto nel 2003 dalla Regione Piemonte.



A ScopriMiniera si è affiancato da alcuni anni il percorso ScopriAlpi nella miniera Gianna, dove si può vedere il punto esatto in cui rocce originatesi negli oceani della Tetide sovrastano rocce di origine continentale, confermando la teoria che attribuisce la formazione delle Alpi allo scontro tra le placche continentali africana ed europea. A quasi 2 km di profondità dalla superficie, le gallerie della miniera Gianna hanno intercettato e reso visibile il contatto tra le due placche tettoniche e la cicatrice che testimonia lo scontro avvenuto 65 milioni di anni orsono tra i due continenti.



Il percorso conduce i visitatori attraverso gli anfratti, le gallerie e le strutture di una miniera aperta oltre 60 anni fa e utilizzata fino al 1995 per estrarre un talco bianco purissimo e apprezzato in tutto il mondo.
Maxi cartografie, videoproiezioni e installazioni multimediali, una “finestra di interpretazione geologica”, luci, suoni e voci narranti, apparecchiature e scenografie accompagnano i visitatori nelle tre ore di esplorazioni e scoperte.
Tutti i dettagli sulle visite guidate su prenotazione delle miniere e sulle attività didattiche dell’Ecomuseo sono consultabili nel sito Internet www.ecomuseominiere.it
