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Uno spazio che si amplia sull’onda dell’interesse suscitato dagli articoli dedicati al k-pop dalla preziosa redattrice Laura Calogero che si occuperà di questo “ampliamento”. Come la rivista si è avvicinata a questo “mondo”.
Quando a giugno del 2022 l’amica Laura mi ha chiesto di poter pubblicare su OTTICHE PARALLELE Magazine articoli relativi alla Korean Wave, l’ormai famosa “onda coreana”, e in particolare sul k-pop accettai immediatamente!
Chiaramente non avevo (come non ho ora) la sfera di cristallo per leggere il futuro, ma la prima sensazione che ho avuto a quella proposta, non è stata se la rivista avrebbe avuto qualche ritorno, ma se l’argomento poteva effettivamente generare qualche interesse.
Forse perché – e voglio essere completamente sincero – fino ad allora “ignoravo” questa importante cultura musicale o, probabilmente, non ci avevo fatto molto caso.


Da un lato ero “troppo” preso della proposta musicale italiana (ricevo qualcosa come una cinquantina di comunicati stampa di nuovi singoli, ep. e album) e, forse, anche perché allora i media nostrani snobbavano la portata di questo “fenomeno”.
In breve tempo, e per questo devo ringraziare Laura, ho scoperto che dietro al mondo K-pop in Italia c’è molto fermento, molta attesa e, soprattutto, c’è molta “attenzione su quanto si scrive e di dice”.
Dedicare spazio al K-pop mi era sembrato giusto e mi sembra tuttora giusto.
E diciamo che anche personalmente il fenomeno K-pop mi ha un po’ coinvolto: sono e resterò ancorato alla musica italica, specie se cantautorale di ieri, ma anche di oggi, ma ora annovero tra i pochi artisti stranieri che ascolto anche quelli coreani.
Inoltre come rivista sono orgoglioso di affermare che siamo stati qualche passo avanti rispetto ad altri.
Ma non ci siamo posti dei limiti e pian piano abbiamo iniziato a introdurre altri argomenti non strettamente collegati al solo ambito musicale perché korean wave è arte, eventi, moda e la cultura coreana tutta.


Ed è bene a questo punto fare un inciso: quando parliamo di Corea intendiamo quella del Sud e non il regime totalitario della Corea del Nord, giusto per fare chiarezza.
E mentre come rivista andiamo avanti nel solco che abbiamo tracciato altri media hanno iniziato – chi bene e chi un po’ meno bene – a seguire questo mondo.
Ascolto il TG1 delle 20 (ammetto che prima seguo L’Eredità e poi i pacchi di Affari Tuoi) e da qualche tempo capita che si parli di artisti del K-pop per un nuovo album o per un feat. con altro artista oppure per un concerto, ma anche della presenza delle star coreane alle Fashion week o di skincare coreana come recentemente in occasione del Cosmoprof.
Questo mi fa piacere perché forse nell’accettare la proposta di Laura ho “intercettato” la strada giusta (scrivo ho perché se Laura mi ha proposto questo è perché lei la strada giusta l’aveva già imboccata).
Ma torniamo al perché di questa mia dissertazione.
Messo un paletto dove siamo arrivati ho sollecitato Laura a spostare l’obiettivo un poco più in là e trovare nuovi argomenti da trattare e da proporre ai lettori.
Certamente per avvicinare alla rivista (e visto che è gratuita e che non ha nemmeno spazi pubblicitari non c’è dietro uno scopo economico) chi già si interessa di cultura coreana ma, anche, per diffonderla a chi la conosce poco o, addirittura, per niente.
Ora i tempi sono maturi e inizieremo a proporre altri argomenti che rientrino nell’ambito della cultura sudcoreana.


E prima di fare questo propongo a Laura Calogero, anima preziosa e insostituibile per questo ambito, alcune domande che ci aiutino a capire dove vogliamo andare a porre il nostro prossimo traguardo.
Laura cosa hai pensato per introdurre nuovi argomenti? Ce ne parli sinteticamente?
Negli ultimi tempi molti influencer si stanno dedicando alla promozione della cultura coreana e questo mi fa piacere, ma gli argomenti potrebbero essere più o meno sempre gli stessi perciò l’idea è quella di trattare alcune delle tematiche che più incuriosiscono i nostri lettori approfondendo le tematiche con ospiti speciali, quali attori, psicologi, giornalisti o semplicemente “amici” interni ed esterni alle vicende per una pluralità di punti di vista. Che non necessariamente saranno sempre lusinghieri. L’obiettivo è offrire l’opportunità di sfatare luoghi comuni e pregiudizi attraverso il dibattito e per questo ognuno potrà sentirsi libero di commentare e magari proporre nuove discussioni.
Il primo argomento che andremo a trattare domani?
Introdurremo un tema molto delicato come le relazioni miste partendo dall’analisi di uno dei K-drama più discussi dell’ultimo periodo “MOTEL CALIFORNIA” basato sul romanzo “Home, Bitter Home” di Shim Yoon-seo, avvalendoci di preziose collaborazioni.
Se tu dovessi consigliare perché seguire la cultura sudcoreana cosa diresti a chi te lo chiede?
La cultura sudcoreana abbraccia veramente tanti aspetti interessanti, non c’è solo la musica k-pop che non necessariamente debba piacere, perché si parla di gusti soggettivi, ma c’è il cinema e le serie tv, la moda, la storia, l’arte, la cucina, la cosmesi, i viaggi, la letteratura… È praticamente impossibile non trovare un gancio che possa generare curiosità e i coreani lo sanno bene considerando che hanno investito proprio in questa pluralità di interessi per emergere dall’anonimato dello scacchiere mondiale e posizionarsi, al momento, come uno dei Paesi più in voga. Insomma provare per credere, scegliete il vostro hobby e non rimarrete delusi…
Laura, tu come sei arrivata a seguire questo mondo?
Personalmente sono sempre stata affascinata dall’Asia, e dall’Oriente. La mia tesi delle superiori già aveva questo tema “Le influenze del mondo Orientale su quello Occidentale”, va da sé che appena raggiunta l’indipendenza abbia iniziato a viaggiare e scoprire questi luoghi affascinanti di persona. Il colpo di fulmine per la Corea del Sud è nato dalla lettura del romanzo La danzatrice di Seul di Kyung-Sook Shin. Da lì ho cercato su Netflix una serie o film che potesse mostrarmi una ricostruzione storica del periodo e mi sono imbattuta nella bellissima serie Mr. Sunshine e la mia curiosità non si è più fermata. Sono arrivate le OST (colonne sonore) nella mia playlist e per ultimo in K-pop! Lo avresti detto? Ho subito la fascinazione della Corea del Sud a 360%, frequentato corsi all’Istituto Culturale Coreano di Roma, visitato la Corea del Sud e conosciuto tante persone di tutte le età accomunate da questa passione che mantengono vivo questo interesse, nel bene e nel male, perché non è tutto rose e fiori, ma scopriremo insieme anche questi aspetti.
E ora non ci resta che dare appuntamento a domani con il primo articolo di questa “nuova serie”.
