Tempo di lettura: 3 minuti – 532 parole

Esposizione in Sala Liguria di Palazzo Ducale da venerdì 11 aprile (inaugurazione ore 18) fino all’11 maggio. L’artista di Bagheria ha lavorato per un lungo periodo all’ombra della Lanterna. Esposte ventiquattro opere tra dipinti e disegni.

Acqua, cenere e stelle, 2006 olio su tela, cm 145×150

L’esistenza di Giovanni Castiglia potrebbe essere sintetizzata, parafrasando la locuzione “Nulla dies sine linea”, coniata da Plinio il Vecchio per Apelle, nell’espressione “Nessun giorno senza la pittura”.
Inaugura venerdì 11 aprile alle ore 18 nella Sala Liguria di Palazzo Ducale la mostra dedicata a Giovanni Castiglia, pittore siciliano, nato a Bagheria, che ha lavorato per un lungo periodo della sua vita a Genova.
Acqua, cenere e stelle. Giovanni Castiglia, la vampa della pittura” questo il titolo della mostra che rimarrà aperta al pubblico fino all’11 maggio.

Senza titolo, 2015, olio su tela cm50x70

Il Comune di Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha appena aperto un museo dedicato all’ultimo periodo della sua opera, e la mostra allestita a Palazzo Ducale, curata da Sandro Parmiggiani, Matteo Fochessati e Sandro Ricaldone, ricostruisce per la prima volta nel suo insieme l’itinerario di questo autore, contribuendo a mettere a fuoco la sua rilevanza nel contesto dell’arte italiana contemporanea.

Vampa, 2007 Olio su legno cm127x151

Le opere esposte – ventiquattro tra dipinti e disegni – testimoniano il lungo percorso pittorico di Giovanni Castiglia, iniziato e concluso in Sicilia, dove era nato nel 1955 e si era formato, frequentando l’Istituto d’arte di Bagheria, e che ha trovato in Genova, dove si era trasferito nel 1982 ed è vissuto sino al 1988, un profondo mutamento d’indirizzo.

Radice, 2005 olio su carta cm127x151

Mentre i primi lavori degli anni Settanta testimoniavano un’attenzione incentrata sulla rielaborazione su scala monumentale di un realismo filtrato attraverso la lezione di Renato Guttuso, con il quale era entrato in contatto, e con le radici folkloriche del muralismo messicano degli anni fra le due guerre l’approdo genovese – a contatto con una nuova generazione di artisti estremamente vivace e con un territorio sconosciuto – determina l’abbandono della figurazione e l’elaborazione di un diverso linguaggio.
Castiglia assume in questo periodo nella sua pittura, in una nuova declinazione astratta, le tracce della realtà naturale facendo del dipinto uno spazio dinamico dove vengono ricreate le forze che plasmano e trasformano costantemente il mondo.

Crudo feroce, 2005 olio su carta cm.70×100

Questa modalità gli è valsa l’apprezzamento in Europa e negli Stati Uniti e si è sviluppata con intensità straordinaria nei dipinti realizzati negli anni della piena maturità.
Dopo il rientro nella regione nativa e, in particolare nelle opere realizzate dopo il 2000, sull’impianto elaborato nei fecondi anni genovesi, s’innesta un’esaltazione del colore che attinge una vibrazione bruciante, cruda e feroce, si potrebbe dire, riprendendo il titolo di una delle sue capitali opere di quel tempo.
Negli ultimi anni del suo percorso, terminato immaturamente nel 2019, all’età di sessantaquattro anni, si registra nel lavoro di Castiglia un riemergere della figura e, una volta ancora, l’artista sperimenta inedite soluzioni espressive

Acqua, cenere e stelle. Giovanni Castiglia, la vampa della pittura
11 aprile – 11 maggio
Palazzo Ducale – Sala Liguria

Orario: tutti i giorni 9-19
Sabato e Festivi 10-18
Ingresso libero
Catalogo SAGEP