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Il redattore di Ottiche Parallele ha visitato la Fiera del Cicloturismo che si è svolta nei giorni scorsi a Bologna e ci racconta di questa manifestazione e di questo settore che sta vivendo un momento di grande crescita.
Dal 4 al 6 aprile 2025, la Fiera del Cicloturismo ha riunito nel capoluogo emiliano oltre 15.000 appassionati, operatori turistici, istituzioni ed aziende del settore.
Più di una semplice esposizione, l’evento si è rivelato uno specchio delle trasformazioni in atto nel mondo della mobilità e del turismo sostenibile. Un’occasione concreta per riflettere sulle prospettive dell’uso della bicicletta nella società contemporanea: una risorsa ecologica, economica e soprattutto culturale. Ho trovato una vasta gamma di proposte soprattutto in relazione al turismo in bicicletta che a tutt’oggi viene offerto da tutte le regioni italiane. Alla Fiera sono stati presentati nuovi itinerari, pacchetti per famiglie, servizi per viaggiatori lenti, ma anche progetti pubblici per migliorare l’accessibilità e l’accoglienza cicloturistica. Il messaggio è chiaro: la bici non è solo sport o svago, è uno stile di vita e una leva per lo sviluppo economico locale.


Negli ultimi anni il cicloturismo ha smesso di essere un fenomeno di nicchia per diventare un vero e proprio movimento culturale, economico ed ambientale.
Non è soltanto una vacanza alternativa ma una scelta di viaggio consapevole che mette al centro il ritmo umano, il paesaggio e la sostenibilità.
La Fiera del Cicloturismo ne è stata una testimonianza lampante: stand affollati, pubblico variegato, proposte innovative.
Il messaggio che è emerso è chiaro: la bicicletta è il futuro del turismo lento.
Nel 2023 il cicloturismo in Italia ha generato un impatto economico diretto di oltre 5,5 miliardi dieuro, con un incremento del 35% rispetto all’anno precedente.
Sono numeri che testimoniano una tendenza di crescita solida in linea con l’interesse crescente per esperienze a basso impatto ambientale e ad alto contenuto emozionale.
Regioni come Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna, Toscana e Puglia guidano la classifica delle mete più amate dai cicloturisti, grazie a un mix vincente di paesaggi, accoglienza e infrastrutture dedicate.
Le ciclovie come la Via Francigena, la Ciclovia del Sole o il Giro del Lago di Garda sono solo alcuni esempi di itinerari che attirano ogni anno decine di migliaia di viaggiatori.
Il cicloturismo ha una caratteristica distintiva: non consuma il territorio bensì lo valorizza.


I viaggiatori in bici scelgono percorsi secondari, esplorano borghi spesso fuori dai circuiti di massa, si fermano nelle strutture locali, acquistano prodotti tipici. In questo modo contribuiscono a distribuire la ricchezza in modo più equo, sostenendo l’economia delle aree interne e rurali.
Inoltre, si tratta di un turismo “quattro stagioni”: con l’ausilio delle e-bike e dei servizi accessori (trasporto bagagli, bici a noleggio, mappe digitali), è possibile pedalare in ogni periodo dell’anno, ampliando l’offerta turistica anche nei mesi di bassa stagione.
Alla Fiera di Bologna, numerosi operatori hanno presentato soluzioni smart per il cicloturismo: dalle app per la navigazione in tempo reale ai pacchetti “bike-friendly” per famiglie, fino ai servizi di logistica per lunghi viaggi in autonomia. Sempre più strutture ricettive si stanno attrezzando con ricoveri sicuri, officine, ricariche per e-bike e colazioni adatte ai ciclisti.
Un ruolo chiave è giocato anche dalle reti regionali e nazionali, come la rete Bicitalia ed EuroVelo, che puntano a collegare il Paese (ed il continente) attraverso itinerari ciclabili continui, accessibili e ben segnalati.
In un’epoca in cui il turismo di massa solleva sempre più interrogativi etici ed ambientali, la bicicletta si propone come una risposta concreta: consuma niente, inquina zero ed invita alla lentezza. Ma allo stesso tempo è anche un’esperienza trasformativa: chi viaggia in bici spesso racconta di scoperte inaspettate, incontri autentici, un senso di libertà che solo il movimento a pedali riesce a dare (unitamente al cammino).


Se in ambito turistico la bicicletta sta conoscendo una nuova primavera, sul fronte della mobilità urbana quotidiana il cammino è ancora costellato di sfide. Mai come oggi il desiderio di muoversi in modo più sostenibile è così diffuso tra i cittadini: evitare il traffico, ridurre l’impatto ambientale, migliorare la salute.
La bicicletta rappresenta la risposta perfetta a queste esigenze, ma troppo spesso resta una scelta difficile da attuare, soprattutto nelle grandi città.
Secondo i dati ISTAT, in Italia solo il 3% degli spostamenti urbani viene effettuato in bicicletta, una percentuale che impallidisce se confrontata con il 10% della Francia o il 25% dei Paesi Bassi.
Le cause sono molteplici, a partire dalla carenza di infrastrutture sicure e continue: piste ciclabili discontinue, mal collegate o inadeguate scoraggiano anche i ciclisti più motivati.
La sicurezza stradale è un’altra barriera cruciale.
Il timore di incidenti, specialmente in assenza di corsie protette, è tra i principali motivi per cui i cittadini non si sentono a proprio agio nel pedalare nel traffico. A ciò si aggiungono fattori culturali radicati: in molte aree del Paese, la bicicletta è ancora percepita come un mezzo per chi “non può permettersi l’auto” piuttosto che una scelta moderna e consapevole.


Nonostante le difficoltà, i segnali di cambiamento non mancano. Durante e dopo la pandemia, l’uso urbano della bici ha conosciuto un picco in molte città italiane, spinto anche da bonus mobilità, limitazioni al traffico ed un rinnovato desiderio di autonomia. Questo dimostra che, se messi nelle condizioni giuste, molti cittadini sono pronti a cambiare abitudini.
Città come Milano, Bologna, Pesaro e Reggio Emilia stanno investendo con convinzione in piani per la mobilità ciclabile, creando reti ciclabili urbane, implementando zone 30 e promuovendo l’uso combinato bici + trasporto pubblico. Esperienze come la “Bicipolitana” di Pesaro – una rete di percorsi ciclabili ispirata al modello delle metropolitane – dimostrano che è possibile trasformare le città in spazi a misura di pedale.
Perché la bicicletta diventi davvero protagonista della mobilità urbana serve una strategia integrata che coinvolga urbanisti, amministrazioni e cittadini. Le priorità?
Piste ciclabili protette e ben progettate
Parcheggi sicuri nei pressi di scuole, uffici e stazioni
Velostazioni intermodali
Campagne educative rivolte anche agli automobilisti
Incentivi all’acquisto e alla manutenzione della bici.


Solo così si potrà trasformare un desiderio diffuso in una pratica quotidiana, ridisegnando lo spazio urbano e ridando centralità alle persone, più che ai veicoli. Bisogna creare una narrazione culturale che valorizzi la bicicletta come mezzo per muoversi ogni giorno. Questo concetto è stato ben sottolineato durante la Fiera mediante delle conferenze che si sono susseguite nel corso delle giornate.
Come rilevavo prima, uno degli aspetti più forti della “rivoluzione ciclistica” riguarda la salute.
Utilizzare la bicicletta ogni giorno riduce drasticamente il rischio di malattie cardiovascolari, migliora la resistenza fisica ed abbassa i livelli di stress. Pedalare è un’attività aerobica a basso impatto, adatta a tutte le età e rappresenta una forma di prevenzione sanitaria accessibile ed economica.
Studi dell’OMS mostrano che solo 30 minuti di pedalata al giorno possono aumentare l’aspettativa di vita e diminuire la spesa sanitaria pubblica. Inoltre, la bicicletta contribuisce a combattere l’inattività fisica, una delle principali cause di malattie croniche nei paesi industrializzati.
Il legame tra bicicletta e sostenibilità ambientale è indissolubile. Ogni chilometro percorso in bici al posto dell’auto comporta un risparmio di 140 grammi di CO₂. Se una percentuale significativa della popolazione adottasse la bicicletta per gli spostamenti brevi, le nostre città respirerebbero meglio in senso letterale.
La bicicletta, inoltre, non produce inquinamento acustico né richiede combustibili fossili, contribuendo a ridurre anche il traffico e l’usura delle infrastrutture stradali. È una risposta concreta all’emergenza climatica e una scelta etica, oltre che pratica.


L’esperienza della Fiera del Cicloturismo 2025 ha messo in luce una verità semplice ma potente: la bicicletta non è solo un mezzo di trasporto. È una chiave per aprire le porte a una società più sana, più equa e più verde.
Pedalare oggi non è più solo un gesto sportivo o una scelta romantica. È un atto consapevole, rivoluzionario nella sua semplicità. Un gesto quotidiano che, moltiplicato per milioni di persone, può cambiare radicalmente il nostro modo di vivere le città, il territorio e noi stessi.
