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Intervista con il cantautore che ha recentemente pubblicato l’album “PUNTO” che chiude un ciclo e da inizio a una nuova fase. L’artista ci parla di questo suo lavoro, di musica e di progetti futuri.

C’è chi nella musica cerca una via di fuga, chi una cura, chi ancora uno specchio in cui riconoscersi. Per MaLaVoglia, cantautore autentico e diretto, la musica è tutto questo insieme: un motore potente che accende le emozioni e dà forma a un percorso personale, fatto di vita vissuta e palchi calcati con tenacia.
Dopo anni di esperienze, gavetta e confronto con il pubblico, MaLaVoglia pubblica PUNTO, un album che segna una tappa importante del suo cammino artistico: la chiusura di un ciclo e l’inizio di una nuova fase, più consapevole e sincera. Dentro ci sono amore, solitudine, rabbia, ma anche speranza e desiderio di raccontarsi senza filtri, in un tempo che spesso abbaglia più che illuminare.
Lo abbiamo intervistato per scoprire le sue radici musicali, il legame profondo con la scrittura cantautorale e l’impatto che la musica può avere anche nei contesti più delicati, come una RSA per anziani, dove MaLaVoglia porta avanti con sensibilità la sua attività di animatore musicale.
Ecco cosa ci ha raccontato.
Ciao MaLaVoglia, benvenuto sulle pagine di Ottiche Parallele Magazine! Quando nasce il tuo amore per la musica?
Ciao a voi di Ottiche Parallele e grazie per l’invito. Il mio amore per la musica nasce da lontano, avevo 5 anni quando mi è stato regalato un canta tu portatile che mi ha portato a cantare ancora bambino. Poi da lì ho iniziato a cantare sui palchi dei vari oratori e scuole. Solo all’alba dei 20 anni, però, ho iniziato a capire che la musica mi stava chiamando in maniera convinta e ho iniziato a portare in giro le mie canzoni che scrivevo.

Cosa rappresenta per te la musica in generale e il tuo fare musica in particolare?
La musica è il mio motore, mi accende e mi rende vivo farla. Mi emoziona e mi emoziono nel raccontare in canzone ciò che vivo e che poi metto in musica, è qualcosa di potente rivedersi negli occhi di chi ti ascolta infatti prediligo i live e i palchi. Ne ho fatti tantissimi e ho un bel po’ di gavetta alle spalle. Inoltre, sono un animatore musicale in una RSA per anziani e mi piace vedere l’effetto benefico e immediato che la musica crea in chi conosce bene il valore del tempo.
Quali musicisti hanno ispirato il tuo stile e la tua musica?
Ascolto tanta musica di diverso tipo ma sicuramente ho preso ispirazioni ascoltando i nostri grandi cantautori, da Dalla a Battisti, De Andrè e de Gregori, Bennato, Fossati. Anche se poi le mie sonorità sono molto diverse da quel mondo c’è però il filo connettore con il mondo del cantautorato italiano.
Da poco è uscito il tuo nuovo album. Di cosa parla e cosa vuole trasmettere?
Sì, è uscito PUNTO, il mio album il 28 di marzo. Vuole essere la fine e allo stesso tempo un inizio; la fine di una prima parte di vita legata anche al mio percorso artistico ma anche l’inizio di qualcosa di nuovo che vi racconterò attraverso i miei prossimi brani. Vuole trasmettere il mio vissuto attraverso le mie esperienze, c’è amore, solitudine, rabbia, attenzione scettica verso questi tempi così abbaglianti e pieni di niente. C’è tutto ciò che non sono più ma anche un po’ di ciò che sarò.

C’è un filo conduttore che lega i brani dell’album?
Il bisogno di uscire a raccontarsi e di farmi ascoltare. Il filo conduttore è il mio vivere questo mondo con la musica addosso e raccontarlo alla gente.
Quali saranno i tuoi prossimi progetti?
Mi sto concentrando sui live e con la data di release dell’album dell’8 maggio a Milano. Invito tutti i lettori a seguirmi sui miei profili social da dove posterò tutte le info.
Ringraziamo MaLaVoglia per la disponibilità e Valentina Seneci di Red&Blue Music Relations per la preziosa collaborazione.
