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Nei giorni 4, 5 e 6 luglio ad Alessandria si svolgerà l’edizione 2025. Nei giorni scorsi abbiamo presentato l’evento con un articolo. Oggi vi proponiamo una intervista a due voci: quella di Simonetta Cerrini, storica e saggista, e di Gian Piero Alloisio, drammaturgo e cantautore, le due “anime” del Festival che hanno risposto alle nostre domande.

Gian Piero, come nasce l’idea di organizzare un Festival dei Templari in Alessandria?
Il Festival Internazionale dei Templari ha un precedente, lontano nel tempo ma prestigioso. Nel 1997, al Festival di Taormina Arte diretto da Giorgio Albertazzi, con Simonetta Cerrini sperimentammo per la prima volta l’idea di intervallare gli interventi degli storici e saggisti (Franco Cardini, Alain Demurger, Massimo Introvigne, Peter Partner), con alcune canzoni agite da me con mia sorella Roberta. La produzione era del Teatro della Tosse di Genova, quello di Emanuele Luzzati e Tonino Conte. Cinque anni fa, durante un incontro con il Comune di Alessandria in cui si parlava di realizzare semplicemente la presentazione del libro di Simonetta Cerrini e Franco Cardini “I Templari in otto oggetti”, venne fuori la proposta, politicamente “bipartisan”, di realizzare un evento in più giorni.
Gian Piero perché chiamarlo “Festival”?
Perché è, a tutti gli effetti, una rassegna in più episodi degli interventi scientifici dei maggiori studiosi internazionali dei Templari, supportati emotivamente dal contributo di vari artisti: cantautori, attori, musicisti classici, cantanti pop, cantanti lirici, corali, cultori della musica elettronica, rievocatori e ricostruttori storici.
Simonetta, Alessandria ha tradizioni templari?
I frati cavalieri rossocrociati avevano una domus anche ad Alessandria, situata nel quartiere Bergoglio, che fu rasa al suolo nel XVIII secolo per fare posto alla Cittadella. Oltre alla domus, sempre nello stesso quartiere, possedevano anche una chiesa dedicata a santa Margherita e chiamata Margaritota o Margherita da Sterpono. Inoltre fuori le mura, sulla strada per Asti, vi erano due edifici, la Torre del Tempio e la Cascina Masone, che Giulia Quarantini, in un bel blog dedicato ad Alessandria medievale (medioevoinalessandria), identifica nelle Cascina Masone e Cascina della Torre, in località Astuti, presso San Michele, lungo la strada Torrevecchia che si incontra in direzione Moncalvo. Tuttavia non ci sono documenti che attestino la presenza della domus templare prima del 1268, quando il commendatore Manfredo da Alessandria partecipò a un capitolo generale dell’Ordine a Piacenza. Il fondamentale libro di Elena Bellomo (The templar order in North West Italy), oltre a Manfredo, cita altri sei templari provenienti da Alessandria, tutti della seconda metà del XIII secolo: Guglielmo, Giovanni, Giacomino, Gerardo Aquarelli, Busco e Guglielmo Rubeo. Comunque possiamo dire che Alessandria è legata ai Templari grazie a Umberto Eco, che ai celebri frati cavalieri ha dedicato un romanzo e molte incursioni.
Gian Piero come si è evoluto in questi anni il Festival?
Nella forma cambia a seconda degli studiosi che partecipano. Nello schema non cambia molto. Nei contenuti e nei partecipanti cambia in continuazione, ma secondo uno schema invariato: conferenze-spettacolo, tavole rotonde, presentazione di libri, semplici conferenze. Questo favorisce la fruizione da parte del nostro pubblico che, malgrado una certa esclusività degli argomenti, rimane un pubblico popolare: appassionati di storia ma anche famiglie che seguono una divulgazione varia e anche divertente. Il fatto stesso di raccontare il passato ci ha dato la possibilità di trattare i tanti temi che i Templari suggeriscono in ordine cronologico, e questo ha creato un percorso obbligatorio, e quindi semplice e comprensibile, dalle origini del Tempio nel XII secolo trattate nel primo Festival, al Templarismo del XIX secolo e non solo, che è il tema di questa quinta edizione.

Simonetta, come avviene la ricerca del tema da proporre per l’edizione?
Dipende di solito dalle mie ricerche. Ad esempio, nel 2023 ho partecipato a un Convegno internazionale a Palmela portando una relazione sulle donne del Tempio e così ho pensato di dedicare a quel tema l’edizione del Festival dello scorso anno. Quest’anno, volevo sintonizzare il Festival sul prossimo Convegno della TREF, che si svolgerà a Troyes nell’ottobre prossimo e che sarà interamente dedicato al mito templare.
Gian Piero, solitamente in eventi del genere si propongono ben distinti momenti di conferenza e momenti di spettacolo. Voi unite le due anime del Festival in “conferenze – spettacolo”: che obiettivo vi siete posti nel proporre questa formula?
Quello di spostare continuamente l’attenzione degli spettatori dal ragionamento all’emozione. Naturalmente gli interventi degli artisti non possono che essere al servizio dei contenuti dei relatori. Sono gli scienziati che guidano i ragionamenti profondi, ma sono gli artisti che li rendono lievi.
Simonetta, la scelta di relatori e artisti è vincolata agli argomenti trattati: ma quanto “corteggiamento” c’è prima di presentare l’elenco di chi partecipa al Festival?
Per fortuna esiste una comunità scientifica internazionale e una serie di amici che coinvolgo a seconda del tema e delle disponibilità di ciascuno: sono disposti a seguirmi in quella che resta un’avventura! Propongo loro cose inusuali: cinque minuti su un certo tema, dieci su un altro… Tenendo naturalmente conto delle competenze di ciascuno. Chi non è potuto venire di persona mi ha comunque rilasciato delle interviste. Non siamo in tanti a essere specialisti di Templari e di Ordini militari, ma il tema trattato permette, e a volte richiede, punti di vista extra-templari! In ogni caso, il Festival è come un abito cucito addosso a ogni relatore: cambia forma a seconda di chi partecipa.
Veniamo a quest’anno… ci ricordate il tema di questa edizione?
Il Templarismo. Ovvero, i Templari dopo la fine dei Templari. Quando, con l’abolizione dell’Ordine nel 1312 e il rogo di Jacques de Molay del 1314, finisce la storia dei Templari e incomincia il loro mito.
Simonetta, su quali argomenti ruoteranno le due conferenze – spettacolo?
Il tema delle due conferenze-spettacolo è: i Templari dal Medioevo a Napoleone. Da Gerusalemme e Hollywood. Ci saranno la storica e romanziera Barbara Frale, officiale dell’Archivio apostolico Vaticano, Napoleone in persona tornerà ad Alessandria (Roberto Colla è uno dei tre autorizzati a vestire gli abiti dell’imperatore), lo storico Kristjan Toomaspoeg ci introdurrà agli aspiranti eredi dei Teutonici e dei cavalieri di San Giovanni, lo stuntmen Walter Siccardi ci porterà a Hollywood, scopriremo i misteriosi sigilli dei Templari con Arnaud Baudin, faremo un salto nel neotemplarismo contemporaneo con don Stefano Tessaglia e… non posso spoilerare oltre!

Gian Piero, Simonetta ci ha parlato della parte conferenza, per lo spettacolo invece?
Per la parte artistica, con Gianni Martini eseguirò alcune canzoni scritte con Ivano Fossati, Maurizio Maggiani e altre scritte per Francesco Guccini e Gianni Morandi, Elisabetta Gagliardi presenterà il suo progetto musicale Pills for Reels, Chiara Sorce e Rodrigo Leal presenteranno due brani di Mozart e arriveranno anche Filippo il Bello e Giuseppe Garibaldi.
Simonetta, particolare e interessante la tavola rotonda di sabato?
Sì, sabato pomeriggio ci sarà una notevole relazione su “i Templari e i fumetti” curata da Stefano Priarone, giornalista e lui stesso sceneggiatore di fumetti. Poi presenteremo alcuni libri dedicati ai Templari ricchi di spunti, con firmacopie, e ascolteremo in anteprima l’episodio del podcast di Brunello Vescovi dedicato a Umberto Eco, Alessandria e i Templari. Come da tradizione, quello è il momento per rispondere alle domande del pubblico: Templari non stop!
Simonetta, ma esiste una “Via dei Templari” in Italia, un po’ alla guisa della Francigena o della Longobarda? Anche l’evento conclusivo di domenica può suscitare parecchio interesse: ce ne volete parlare?
Il Festival dei Templari ospita la TREF, che è appunto la Via del patrimonio templare europeo. È un’associazione internazionale che forma una rete dei siti templari in Europa, da Tomar a Temple Church a Londra, dall’Aube nella Champagne a San Bevignate a Perugia; con l’aiuto della Via Francigena, aspira a diventare un Percorso culturale europeo. Domenica, nello splendido Palatium Vetus, sarà allestita una mostra temporanea per illustrare la diffusione della TREF. Noi ne siamo membri, come “bene immateriale”! Domenica pomeriggio, sempre a Palatium Vetus, scopriremo tre siti templari iconici: l’unica costruzione templare piemontese del XII secolo: la chiesa di Santa Maria Isana di Livorno Ferraris, nel Vercellese; la splendida chiesa perugina di San Bevignate con uno dei cicli pittorici templari più importanti del mondo e la Domus del Tempio di Parigi: pensate che i Templari giunsero a possedere un decimo della città! Fu Napoleone a volere la distruzione della celebre Torre del Tempio.

Gian Piero volevo chiudere chiedendoti di lanciare un messaggio di invito all’evento?
Venite perché non esistono altre manifestazioni che parlando del passato parlano dell’oggi in un modo così elegante e familiare, così esclusivo e così popolare.
Ringrazio Simonetta e Gian Piero per la disponibilità e per le risposte esaustive che, sinceramente, a me hanno fatto venire ancora più forte la voglia di assistere a questa tre giorni che si preannuncia interessantissima.
A questo link https://otticheparallelemagazine.com/2025/06/10/alessandria-quinta-edizione-del-festival-internazionale-dei-templari-la-vera-storia-la-storia-della-loro-leggenda/ è possibile collegarsi all’articolo che abbiamo pubblicato nei giorni scorsi.

