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Il genio irrequieto del Novecento nella più ampia antologica mai realizzata: cinque mostre in cinque luoghi chiave della vita di Mattia Moreni (1920 – 1999) per celebrare il suo profondo legame con la Romagna, da settembre 2025 a maggio 2026. Si comincia dall’Ex Convento di San Francesco a Bagnacavallo (RA) con “Dagli esordi ai cartelli” a cura di Davide Caroli e Claudio Spadoni dal 21 settembre 2025 all’11 gennaio 2026. Le prossime mostre a Forlì, Santa Sofia, Bologna e Ravenna.

A partire da domenica 21 settembre 2025, prende forma la più grande antologica mai dedicata a Mattia Moreni, figura centrale e inquieta dell’arte italiana del secondo dopoguerra. Il progetto Mattia Moreni. Dalla formazione a “L’ultimo sussulto prima della grande mutazione”, a cura di Claudio Spadoni, è un percorso che coinvolge cinque musei della Romagna: un omaggio corale a un artista che ha attraversato le principali correnti del Novecento – dal neocubismo all’informale – senza mai aderire passivamente a nessuna. Nato a Pavia nel 1920 e formatosi artisticamente a Torino, Mattia Moreni trovò nella Romagna non solo un rifugio, ma la sua patria elettiva: un territorio che segnò profondamente la sua vita e la sua arte. Proprio da questo legame prende avvio il progetto espositivo, che si propone di rileggere la sua opera mettendone in luce il ruolo di lucido comunicatore e di straordinario anticipatore di temi oggi più che mai attuali.

Mattia Moreni – In morte di De Pisis, 1956 – 120×120 cm – Collezione privata – Ex Convento di San Francesco, Bagnacavallo (RA)

Ad aprire il ciclo espositivo è il Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo, nella sede distaccata dedicata all’arte contemporanea dell’Ex Convento di San Francesco, con la mostra Dagli esordi ai cartelli, a cura di Davide Caroli. Promossa dal Comune di Bagnacavallo e dall’Associazione “Mattia”, e organizzata in collaborazione con il Museo Civico delle Cappuccine, l’esposizione sarà visitabile dal 21 settembre 2025 all’11 gennaio 2026.
Oltre 40 le opere in esposizione, provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private – molte delle quali raramente visibili – tra cui alcuni lavori già presentati alla Biennale di Venezia, alla quale Moreni partecipò più volte a partire dal 1948, alla Quadriennale di Roma e in importanti musei europei. Il percorso si concentra sui primi vent’anni della sua attività, un periodo ricco di premi e riconoscimenti, segnato dalle influenze dei pittori nordici, del Liberty e dei Ferraresi del Quattrocento. Ad accompagnare le opere, un’accurata documentazione che restituisce la vivacità della sua stagione giovanile, subito accolta con interesse dalla critica, tra cui anche un giovanissimo Italo Calvino che nel 1946 scrisse “Spiritato, diabolico, lunatico, irrazionale, capriccioso, bizzarro, giovane pittore di sbrigliata fantasia e orgogliosi intenti”.
In quegli anni Moreni, che era stato in Romagna nel 1940 e nel 1943 per sfuggire lui partigiano alle rappresaglie fasciste, viaggiò molto cambiando ripetutamente la sua residenza: da Antibes a Grado, da Frascati a Bologna, cercando di trovare un luogo nel quale potersi sentire a casa. La sua ricerca, nella scia delle grandi dialettiche artistiche di quegli anni, lo portò ad aderire al cosiddetto movimento dell’astratto/concreto, invitato da Lionello Venturi a far parte del Gruppo degli Otto – insieme ad Afro Basaldella, Renato Birolli, Antonio Corpora, Ennio Morlotti, Giuseppe Santomaso, Giulio Turcato ed Emilio Vedova – partecipandovi tuttavia con uno stile caratteristico e sempre molto personale che non lo fece mai essere convinto fino in fondo di quella strada.

Il passaggio successivo, decisivo per la sua affermazione internazionale, fu l’avvicinamento alla pittura informale, di matrice soprattutto francese. Tra il 1956 e il 1966, vivendo tra Parigi e Palazzo San Giacomo di Russi nel ravennate, Moreni raggiunse forse il culmine della sua visibilità, esponendo regolarmente in Francia, Germania e nelle principali gallerie europee.
L’ultima sezione della mostra di Bagnacavallo racconta, infine, come la sua pittura prese una via del tutto personale, nella quale la pennellata informale si modificò per descrivere e raccontare nei cartelli, tema dei lavori di questi anni, una realtà che Moreni vedeva destinata alla repentina scomparsa.

Mattia Moreni – Un’anguria della bassa nel campo, 1965 – 130×162 cm – Collezione privata – Museo Civico San Domenico, Forlì

Il progetto proseguirà poi in altre quattro sedi nelle quali saranno approfonditi ulteriori momenti del percorso artistico di Mattia Moreni: al Museo Civico San Domenico a Forlì dal 18 ottobre 2025 all’11 gennaio 2026 saranno esposte le opere che risalgono al periodo delle Angurie, a cura di Rocco Ronchi; alla Galleria d’Arte Contemporanea Vero Stoppioni di Santa Sofia (FC) dal 15 novembre 2025 all’11 gennaio 2026 saranno visibili gli Autoritratti e le opere conservate presso la Galleria che rappresentano il nucleo più cospicuo delle opere di Moreni conservate in un museo pubblico, a cura di Denis Isaia; al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna del Settore Musei Civici del Comune di Bologna dal 30 gennaio al 17 maggio 2026 si intende rievocare la grande mostra del ’65 all’allora Galleria d’Arte Moderna di Bologna (poi diventata MAMbo) curata all’epoca da Francesco Arcangeli che rappresenta la prima personale di Moreni all’interno di un’istituzione pubblica, per la cura di Pasquale Fameli e Claudio Spadoni; e infineal MAR Museo d’Arte della città di Ravenna dal 27 febbraio al 3 maggio 2026 saranno presentate le opere appartenenti al periodo della Regressione della specie e gli Umanoidi, a cura di Serena Simoni.

Mattia Moreni. Dalla formazione a “L’ultimo sussulto prima della grande mutazione” rappresenta un’occasione unica per riscoprire, con sguardo unitario, l’opera di un maestro scomodo, potente, necessario. Un artista che – già negli anni Cinquanta – critici del calibro di Michel Tapié e Pierre Restany avevano inserito tra i pochi italiani protagonisti della scena europea, riconoscendone l’assoluta originalità. Il progetto, realizzato grazie alla preziosa collaborazione e al prestito di generosi collezionisti, e al supporto di Manifattura Ceccarelli e Teikos Solutions, è accompagnato da un catalogo edito da Dario Cimorelli Editore che include le fotografie di tutte le opere esposte nelle cinque sedi.

Mattia Moreni. Dalla formazione a “L'ultimo sussulto prima della grande mutazione”
A cura di Claudio Spadoni
Cinque mostre da settembre 2025 a maggio 2026
Mostra Dagli esordi ai cartelli, a cura di Davide Caroli e Claudio Spadoni
Date: 21 settembre 2025 – 11 gennaio 2026
Sede: Ex Convento di San Francesco, via Cadorna 14, Bagnacavallo (RA)
Promossa da: Comune di Bagnacavallo e Associazione “Mattia”
Organizzata da: Museo Civico delle Cappuccine e Associazione “Mattia”
Ingresso: gratuito
Orari di apertura
martedì e mercoledì: 14.30-18
giovedì: 10-12.30 e 14.30-18
venerdì, sabato e domenica: 10-12.30 e 14.30-19
Dal 26 al 28 settembre, in occasione della Festa di San Michele, orario ampliato dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 23 / domenica 29 settembre orario continuato 10-23 / 1° novembre, 8 dicembre, 26 dicembre e 6 gennaio 2026 aperto con orario 10-12.30 e 14.30-19
Chiuso il lunedì, il 25 dicembre e il 1° gennaio
Opening: sabato 20 settembre 2025, ore 18.00
Info
Museo Civico delle Cappuccine
Tel. +39 0545280911/13
centroculturale@comune.bagnacavallo.ra.it
www.museocivicobagnacavallo.it
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