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La poetessa sceglie di mettere in scena un equilibrio tra introspezione e apertura al mondo, tra esperienza individuale e riflessione civile. Il libro, composto da ventotto poesie, è costruito come un percorso scandito da suoni e immagini, nel quale la musica diventa sia fonte d’ispirazione che struttura portante.
Quando si parla di poesia contemporanea, il rischio è di ridurre ogni nuova raccolta a una testimonianza intima, chiusa in un orizzonte privato. Con Pentagramma di parole, pubblicato da Aletti Editore nel 2025, Tiziana Celano sceglie invece di mettere in scena un equilibrio tra introspezione e apertura al mondo, tra esperienza individuale e riflessione civile. Il libro, composto da ventotto poesie, è costruito come un percorso scandito da suoni e immagini, nel quale la musica diventa sia fonte d’ispirazione che struttura portante.
Celano, nata a Novara e oggi residente a Venezia, dove insegna Lettere, non è nuova alla scrittura.
Nel 2007 aveva esordito con La penna e il cuore (Kimerik Editore), volume dedicato al rapporto madre-figlia, e nel 2024 ha partecipato all’antologia M’illumino d’immenso 68, pubblicata in occasione del centenario ungarettiano. In Pentagramma di parole si avverte la maturità di un percorso che intreccia formazione umanistica, pratica didattica e attenzione al quotidiano. Le sue poesie non nascono in astratto: sono legate al vissuto e allo stesso tempo si aprono a suggestioni più ampie, soprattutto di tipo musicale.

Fin dall’introduzione, l’autrice afferma di aver scritto ascoltando spartiti di compositori e interpreti che considera punti di riferimento: Andrea Vanzo, David Garrett, Tony Ann, Dawid Nowaczyk.
Da questa premessa si comprende come il libro sia organizzato in modo da richiamare il linguaggio musicale. I versi brevi, le ripetizioni, le pause frequenti funzionano come battute di uno spartito, invitano il lettore a una lettura lenta, quasi scandita. La poesia non si limita a evocare la musica, ma ne assorbe la logica: il ritmo non è accessorio, è parte della sostanza stessa della scrittura.
L’universo tematico della silloge è ampio ma coerente. Ci sono testi che si collocano nell’orizzonte simbolico e cosmico, come Luna, in cui il satellite diventa interlocutore e custode: “Luna parlante, di dolci bagliori acquerellati d’oro / e riflessi argentei cullati da un suono lontano.” Qui l’immagine naturale è tradotta in linguaggio affettivo e sonoro, in un processo di immedesimazione che porta la luna a parlare la lingua dell’umano. Ci sono poesie che raccontano la sfida con se stessi e con la vita, come Capitano: “Hai seguito quella meta coraggiosa – sfidato il tuo Ulisse. / Hai irretito le sirene, ed il loro canto, / mascherando il tuo Ego: allora salpa o Capitano.” In questo caso il mito e la metafora si intrecciano per suggerire la necessità di affrontare le tempeste senza perdere di vista un punto luminoso, un faro.
Altrove emerge il tema della resilienza e della tensione tra logica ed emozione, come in Cavaliere senza testa: “Ho richiamato in campo / il Cavaliere senza testa / che arpiona la logica / e sbandiera il Cuore.” Qui Celano adotta un linguaggio diretto, privo di ornamenti, che restituisce con efficacia l’urgenza di una lotta interiore.
Oltre alla dimensione simbolica e personale, la raccolta affronta anche riflessioni civili.
La prefazione di Hafez Haidar mette in luce questo aspetto, sottolineando come la poetessa sappia tradurre in poesia la necessità di rifiutare la violenza e di aspirare a un mondo più giusto.
L’immagine di “sganciare bombe di pace e pezzi di pane sulle città infuocate” diventa emblematica del progetto di Celano: usare la parola poetica come strumento di resistenza gentile, come invito alla convivenza pacifica.
Dal punto di vista stilistico, la raccolta privilegia un registro accessibile, caratterizzato da un lessico chiaro e diretto. Non ci sono sperimentazioni linguistiche ardite né costruzioni complesse. La forza risiede nella misura e nella capacità di bilanciare semplicità e densità. L’uso di immagini ricorrenti – la luna, il mare, le stelle, il vento – contribuisce a dare continuità al libro, creando un tessuto simbolico che lega le singole poesie in una trama comune.
Il narratore è quasi sempre interno: è la voce della poetessa a guidare la lettura, ma spesso si rivolge a un “tu” implicito, che può coincidere con una figlia, con il lettore o con una parte di sé. Questo rende la raccolta coinvolgente senza essere autoreferenziale. L’io non è chiuso, ma aperto al dialogo. Il lettore ideale di Pentagramma di parole è chi non cerca virtuosismi letterari, ma una poesia che accompagna e che può essere letta senza filtri specialistici. È un libro adatto a chi crede che la poesia possa ancora offrire spazi di riflessione personale e insieme collettiva, capace di raccontare sia la vita interiore sia i conflitti del presente.
In un panorama dove la poesia rischia spesso di restare confinata a cerchie ristrette, la proposta di Celano è diversa: una poesia che invita all’ascolto, che si lascia attraversare come una melodia sommessa, che unisce immagini private e richiami universali. Non un libro che cerca clamore, ma un libro che sceglie di durare nel silenzio di chi legge.
Titolo: Pentagramma di parole
Autrice: Tiziana Celano (tizianacelano.it)
Editore: Aletti Editore
Anno di pubblicazione: 2025
Numero di pagine: 90
