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Sabato 8 e domenica 9 a Sassuolo si celebra il “Premio Pierangelo Bertoli”: in questo articolo Fabrizio racconta quello che è il suo pensiero sull’evento mentre oggi pomeriggio nello spazio eventi delle Ottiche Musicali pubblicheremo il comunicato stampa con il programma del premio.

Chino sulla tastiera del computer mi stavo accingendo a scrivere l’articolo che ogni anno dedico al “Premio Pierangelo Bertoli” quando mi sono immediatamente bloccato… e ho pensato.
È già passato un anno dall’edizione 2024: eppure l’impressione che avevo è che erano passati solo pochi giorni dalla mitica serata con Claudio Baglioni e Marino Bartoletti e poi quella con Filippo Graziani, Andrea Mingardi, Federico Sirianni…

È già passato un anno dal ritorno del Premio al Teatro Carani di Sassuolo, luogo naturale per celebrare e ricordare un grande artista qual è Pierangelo Bertoli, prima di tutto uomo di grande spessore culturale fortemente legato alla sua “terra”…

Riccardo Benini e Alberto Bertoli – (dalla pagina Facebook del Premio)

Sono passati, invece, solo alcuni mesi (era la fine del mese di luglio, in pratica l’altro ieri) da quando ho rivisto gli amici Alberto Bertoli e Riccardo Benini, direttori artistici del Premio ma soprattutto colonne portanti dell’evento.
Sabato e domenica prossimi, 8 e 9 novembre, sarà l’occasione di ritrovare con immenso piacere altre persone: in primis la Bruna, moglie di Pierangelo e mamma di Alberto che dal palco del Premio di certo non le manda mai a dire.
E poi Marco Dieci (storico musicista della band di Pierangelo), Andrea Barbi (l’immancabile e insostituibile presentatore), Maurizio Tirelli (musicista e arrangiatore)… e tanti altri cui si condivide l’atmosfera che si viene a creare intorno all’evento, perché, a mio avviso, il “Bertoli” non è solo il “Premio” ma un momento di grande confronto culturale a 360°.
Il bello che mi sono detto iniziando a scrivere questo articolo: questa volta non voglio parlare di me… ma alla fine ci sono cascato “perché sono fatto così e non ci posso fare niente”.
Ma è impossibile non sentirmi coinvolto perché se inizi a frequentare il Premio ti senti uno di famiglia, ti senti inglobato in un gruppo che non ha confini chiusi ma confini aperti a chi vuole ricordare Pierangelo portando avanti il pensiero e l’impegno artistico di chi ha affrontato la vita a muso duro con lo sguardo dritto e aperto nel futuro.

Il mio plauso è rivolto a chi porta avanti il nome di Pierangelo Bertoli e lo fa con grande onestà morale e intellettuale, fatto che permette ogni anno di affrontare le problematiche, che sicuramente ci sono, e assegnare i “premi” a personaggi di rilievo del panorama musicale italiano, sempre nel solco del pensiero dell’artista sassolese.
E poi sempre con motivazioni più che condivisibili e mai scelte fatte “tanto per riempire la casella dell’albo d’oro dei premiati”.

Ma il successo della manifestazione non risiede solo nei nomi dei big premiati e nel confezionamento di un programma sempre molto appetibile ma lo si palpa anche nella sezione del Premio dedicato ai nuovi cantautori: ogni anno cresce il numero delle adesioni, una crescita che viaggia di pari passo con la qualità dei testi proposti.

Alberto Bertoli e Fabrizio Capra

E non è sempre un qualcosa di assodato.
Sono particolarmente solleticato dal programma dell’evento di quest’anno, la cui scelta è sempre molto oculata, ma in particolare la mia curiosità è rivolta ad Alberto Bertoli che canterà due canzoni dall’album “Frammenti” che non ha mai interpretato.
Alberto canta le canzoni del padre facendole sue ma senza snaturarle: pertanto sono curioso di ascoltare “A Bruna” e “Nuova Emigrazione” nell’albertiana versione.
Due brani sicuramente non scelti a caso e le cui motivazioni, spero, Alberto ce le svelerà dal palco del Teatro Carani.
Lo so mi sto perdendo in un giro vizioso di parole dal quale rischio di non uscire, però quando parlo del “Premio Bertoli” mi faccio prendere dalla frenesia di raccontare sensazioni che poi sono difficili da spiegare perché solo se assisti al “Bertoli” certe atmosfere le puoi vivere.
Alla fine (interpretando liberamente “Certi momenti”) il mio fine era “volevo dedicare quattro righe per quello che può valere un mio articolo”…  e spero di esserci riuscito… anche quest’anno.
Concludo ringraziando Alberto, Riccardo, Benedetta e tanti altri perché per due giorni, sono assolutamente sicuro, mi faranno sentire parte di una grande famiglia che si riunisce per ricordare che Pierangelo è sempre tra di noi e che le sue canzoni sono sempre molto attuali.
E anche se ci si vede una, forse due volte (quest’anno con Riccardo tre), all’anno ogni occasione per un qualcosa di decisamente coinvolgente.

Oggi pomeriggio nelle Ottiche Musicali pubblicheremo il programma dell’evento.