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Ottiche Parallele Magazine da qualche tempo riporta sotto il logo che “… La rivista condanna fermamente ogni forma di violenza, sia verbale che fisica, e si impegna a promuovere il rispetto, il dialogo e la dignità di ogni persona”.
E in una giornata come questa in cui si celebra la Giornata contro la Violenza sulle Donne abbiamo ritenuto necessario scrivere di questo lasciando la parola proprio alle donne rimarcando, forse in modo retorico ma se lo si fa è perché si rende necessario, che tutti i giorni è necessario un impegno serio e concreto per compiere passi in avanti affinché di violenza sulle donne in primis se ne parli sempre meno perché il comportamento umano è diventato più consapevole.

La prima donna che ci parla è Christine de Pizan: nel Medioevo riflettendo sulla condizione della donna nella società ha scritto un piccolo trattato indirizzato al figlio. Nel 1402 scrive su come bisogna comportarsi con le donne.
Tralasciando le parti che sono troppo legate alla concezione che predominava in quel tempo (anche nella testa femminile) evidenziamo alcuni passaggi con le parole rivolte al figlio.
…  non ingannarle , le donne, non andare in giro a sedurle e poi magari vantartene, non parlare male di loro, non fare come tutti gli altri uomini che quando hanno bevuto cominciano a ridacchiare e dire che le donne sanno solo parlare, sanno solo piangere, e a parte questo sono buone solo a letto: non ripetere anche tu queste stupidaggini… non è la tua serva… fai che tua moglie ti rispetti e ti obbedisca, ma non picchiarla”.
E ci pare tile ripeterlo che la moglie (come tutte le altre donne) non va picchiata.

Laura Calogero, redattrice di Ottiche Parallele Magazine

Laura Calogero

La violenza di genere non è un raptus, nasce dalla pretesa di possesso, dalla paura di non controllare.
Quando un uomo capisce che non è più un ‘dovere’ stare con lui, che il suo potere economico o sociale non è più necessario, la sua fragilità esplode in rabbia.
​Ogni passo che facciamo verso la nostra autorealizzazione è un mattone in meno nel muro del patriarcato.
Per me, celebrare il 25 novembre significa gridare: ‘Coraggio, non sei sola!’.
Ma il vero empowerment non è uno slogan: è l’atto pratico di proteggersi, di rompere la dipendenza e di ricostruire la propria autonomia, anche da zero. ​La battaglia è culturale.
Dobbiamo smettere di misurarci sullo sguardo altrui e avere il coraggio di creare il nostro futuro e il nostro progetto di vita
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Maria Marchese, poetessa, curatrice d’arte, influencer

Maria Marchese

Scelgo la donna
Lavorando con le parole, vado sul prezioso – e quasi dimenticato – cattiva eh!? – dizionario; cerco parole che fanno rima con donna: Madonna, condanna, osanna, inganna…
Ne scelgo alcune: gentildonna, colonna, manna…
Oggi sottolineo quanto sia importante la capacità di scegliere e voglio disegnare un immaginario dove: “Chi dice donna dice… dono! – il danno è altro –.”

In una giornata “dedicata” al “no alla violenza”, oltre a censurare quest’ultima vorrei coltivare un seme importante: il pensiero che “alligni” – e che parolona Marchese!… – l’essere femminile a tutto ciò che è dono, confidando che radichi, fruttifichi, fiorisca…
Ogni giorno possiamo scegliere… spesso dimentichiamo questo particolare.

Melania Iacobellis, modella

Melania Iacobellis – foto Giustino Fini

Ogni anno il 25 novembre il calendario ci ricorda una data che ha segnato per sempre la storia…
‘La violenza sulle donne” è antica come il mondo e ogni giorno dell’anno oramai ci mette difronte a questa triste realtà; ma oggi avrei voluto sperare che una società avanzata, civile e democratica non nutrisse le cronache di abusi, omicidi e stupri!
La violenza verbale è proprio la prima tappa della violenza contro le donne e finché ci sarà una sola donna minacciata in quanto donna, non ci sarà mai la pace!
La violenza io la descrivo come il rifugio degli incapaci, dei deboli, dei frustrati, è inferiorità che sfocia con la cattiveria!
A mio avviso impegnarsi e lottare per i diritti delle donne è un obbligo dell’intera umanità, perché le donne devono potersi sentire libere!
Anche il silenzio che si nasconde dietro a una violenza… è violenza! E va combattuto!
Vorrei che il 25 novembre non fosse solo una ricorrenza, ma fosse il punto di inizio per un mondo migliore in cui regni davvero la libertà e il benessere femminile.
È compito di ognuno di noi batterci affinché tutto questo sia possibile… affiancando, sostenendo e aiutando le donne in questa battaglia cosicché si possa finalmente raggiungere il rispetto e la dignità che meritano!

Micol Pambieri

Avevo chiesto anche un intervento alla mia cara amica Micol Pambieri, attrice, anche se non speravo in un suo contributo perché impegnatissima a teatro.
Invece ieri a sorpresa, con mio immenso piacere, Micol mi ha telefonato e ne è nata una profonda (e a tratti senza peli sulla lingua) chiacchierata da cui è emerso come oggigiorno la donna, purtroppo, deve vivere con la paura e che “deve imparare a difendersi da sola”.
La donna deve essere pronta a supportare questo peso di dover contare sempre (o quasi) sulle sue forze per non dover più sopportare quello che contro di lei viene perpetrato.
Micol ha più volte evidenziato nella nostra chiacchierata come oggi quando si va in giro si ha paura, si teme che qualcosa possa succedere, si è sempre sospettose.
E una donna, quando è passato un quarto di anni del ventunesimo secolo, può ancora avere timore di colui che dovrebbe essere un suo alleato, uno che cammini al suo fianco?
Forse, purtroppo, si… deve ancora averne timore perché il fenomeno anziché regredire sembra peggiorare sempre più.

Come uomo ringrazio Laura, Maria e Melania per i loro interventi e Micol per la chiacchierata e voglio chiudere con una frase di William Shakespeare che ho utilizzato per gli auguri della Festa della Donna ma che trova egual importanza in questa giornata:
Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subìto, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo: in piedi Signori, davanti a una Donna!(William Shakespeare)