Torino, la Iulia Augusta Taurinorum degli antichi romani, la città sabauda e prima capitale d’Italia, è un luogo capace di suscitare forti sensazioni in chi la visita e proviamo a scoprirla con gli occhi del nostro direttore responsabile.
Nel nuovo “corso” della rivista, quella dopo la mia “pausa forzata”, ho deciso di introdurre il racconto di luoghi e monumenti che hanno acceso in me la scintilla della curiosità e ho deciso di iniziare con Torino (un articolo un po’ generale ma tratterò anche di singoli luoghi).

Torino è una città che mi ha sempre affascinato ma che ho scoperto da non molto tempo: un conto è frequentarla andando per uffici, un’altro conto è visitarla con gli occhi del viaggiatore curioso alla scoperta di quanto è noto e, soprattutto, di quanto la gente non conosce o conosce poco.
Torino mi ha affascinato forse per la sua storia o per il suo mistero o per la sua magia oppure per l’insieme di tutte queste caratteristiche.
Torino da sempre è considerata una città magica: situato sul 45° parallelo, quindi esattamente sulla metà del nostro emisfero, il capoluogo piemontese ha sempre mantenuto questa sua fama.

La leggenda narra che a fondare Torino furono gli Egizi. Il principe Pa Rahotep, chiamato Eridano in onore della stirpe da cui discendeva, fratello di Osiriside, sbarcò sulle coste liguri, dopo aver lasciato l’Egitto all’epoca del faraone Amenophi I in seguito a litigi e problemi avuti con la casta sacerdotale; attraversati gli Appennini, dopo lungo girovagare alla ricerca di terre da conquistare, giunse sulle rive del Po, che gli ricordò il fiume a lui sacro, il Nilo, mentre la Dora, Iside la sua sposa. Qui fondò una colonia egizia, impose ai suoi sudditi il culto del dio Api, raffigurato in un toro, e fece costruire un tempio dedicato a Osiride nel luogo dove ora sorge la Gran Madre.
Questa è solo una leggenda, priva di prove (però, guarda caso, a Torino c’è il museo Egizio che per i reperti conservati, a detta degli esperti, è secondo solo a quello del Cairo).
Sicuramente prima dell’avvento dei Romani erano i Taurini, popolo celto-ligure, ad abitare questa zona e il loro villaggio si chiamava Taurasia o Taurinia.

Torino è altresì collocata al vertice di due triangoli magici: il “triangolo bianco“, con Lione e Praga, e il “triangolo nero“, con Londa e San Francisco.
Torino, poi, sorge nel punto d’incontro di due fiumi, caratteristica altamente magica: uno “maschile”, il Po, che rappresenta il Sole e uno “femminile”, la Dora, che rappresenta la Luna.
Torino, inoltre, si trova sopra un importante nodo energetico, un centro sacro di energie telluriche: l’antica Torino è identificata nel punto di incontro di tre linee sincroniche, veri e propri canali su cui viaggiano flussi di pensiero tra i mondi e dai nodi dei quali è possibile trarre tutte le energie e le informazioni universali.
Infine fu per secoli centro di potere della dinastia sabauda, i cui legami con l’esoterismo erano molto forti.

Non a caso la città divenne meta di personaggi del calibro di Paracelso (medico, astrologo e alchimista svizzero del cinquecento), Cagliostro (avventuriero, alchimista ed esoterista italiano del settecento), Fulcanelli (pseudonimo di un autore di libri d’alchimia del XX secolo la cui identità non fu mai resa nota), del misterioso Conte di Saint-Germain (alchimista e avventuriero francese del XVIII secolo), di Nostradamus (astrologo, farmacista, speziale e scrittore francese del cinquecento), quest’ultimo invitato appositamente a Torino dalla regina Margherita di Valois.
Torino diede, inoltre, i natali a Gustavo Rol, sensitivo e veggente contemporaneo, una delle figure esoteriche più discusse in questi ultimi tempi. Nella ricorrenza del ventennale dalla sua morte, in Via Silvio Pellico n. 31, in zona San Salvario, dove abitò per sessantaquattro anni, è stata affissa una targa che ricorda la sua figura.
Alla città di superficie, si sviluppa quasi parallelamente una città sotterranea, un universo parallelo di gallerie, cripte, cunicoli e ambienti ipogei, tra cui le leggendarie Grotte Alchemiche, luogo segreto di potere situato all’incrocio d’importanti linee geomantiche (la geomanzia è un’antica arte divinatoria).
Vi ho voluto raccontare questo perché è il motivo per cui Torino mi affascina e per invogliare il lettore a visitarla con gli occhi curiosi di chi viene ammaliato dalla magia e dal mistero.
