Ospitiamo un interessante scritto nel quale, attraverso il “pensiero” della figlia, Daniela ci racconta dei primi mesi di maternità, delle difficoltà, delle problematiche, del rapporto tra la maternità stessa e il lavoro. Volutamente non abbiamo messo alcun passaggio in neretto… è tutto da leggere.

Ciao, mi chiamo Vittoria e sono nata il 18 Gennaio 2022. Ho da poco compiuto 4 mesi. Ho deciso di venire al mondo una settimana prima della scadenza, grazie a questo la mia mamma ha guadagnato ben 7 giorni in più a casa con me. Oggi 25 maggio (ieri, ndr) scade il periodo di maternità obbligatoria quindi in teoria dovrei essere pronta a cavarmela ‘da sola’. Mi chiedo come, visto che da 4 mesi non ho che preso il latte dalla mia mamma e non so neanche cosa sia un biberon, forse doveva abituarmi a prenderlo così avremmo potuto organizzarci meglio. Per non parlare dello svezzamento, parola curiosa che significa sostituire l’alimentazione esclusiva a base di latte con altri liquidi e solidi. Ma se il biberon potrei prenderlo, per lo svezzamento sono ancora piccina, la pediatra ha detto dai 5 mesi e mezzo in poi, peccato perché quando i miei genitori mangiano mi viene l’acquolina in bocca, chissà che gusto! Ma purtroppo non sono ancora fisiologicamente pronta per assumere cibi solidi.
Da qualche giorno ho imparato a rotolare da pancia in su a pancia in giù, riesco a tirare su la testa e vedo finalmente il mondo da un’altra prospettiva. Però non riesco ancora a stare seduta bene, ci provo ma cado sempre in avanti. Tantomeno a gattonare, anche se vorrei tanto. Dicono ci vogliano almeno altri due mesi. Peccato perché se crescessi più velocemente potrei essere già più autonoma.
Ma torniamo ad oggi, 25 maggio 2022. In teoria la mia mamma dovrebbe andare a lavoro (per 6 ore) e io affidata a qualche tata visto che qui siamo soli senza nonni o altri parenti. Sì ecco anche questo mia madre avrebbe dovuto organizzarlo meglio. Dice che siamo qui a Milano per lavoro, davvero non capisco, qualcosa non mi torna.

Daniela Miniace

Per fortuna questa mattina dalla tata non ci sono andata e la mia mamma è qui con me come tutti i giorni. Mi ha detto che siamo entrate in facoltativa/ferie, capire il match vincente di queste due componenti è stato un rebus, non sappiamo neanche se poi funzionerà. Il piano è tutto su excel: 2 gg di ferie, 3 di maternità facoltativa, così non ci calcolano come congedo i sabati e le domeniche. Ma cosa c’entra il sabato e la domenica? Boh.
Se la mamma avesse lavorato qualche settimana in più, ovvero fino al giorno della mia nascita, allora il giorno del rientro a lavoro l’argomento tata sarebbe stato più fattibile. Avrebbe potuto occuparsi lei del mio svezzamento e avrebbe anche visto in anteprima le mie piccole e grandi conquiste motorie. Non so cosa significhi per una mamma il settimo, ottavo o nono mese di gravidanza, posso soltanto raccontarlo dal mio punto di vista, stavo molto stretta e tiravo calci giorno e notte, ascoltavo le voci intorno a me e ricordo bene quella della mamma che spesso mi parlava. Credo fosse stanca, che camminasse un po’ affaticata e che le pesasse la pancia. Avete mai provato a stare seduti/e per tante ore con un cocomero nella pancia in continuo movimento? Ecco penso la sensazione sia un po’ quella.
Credo che la mamma sia un po’ preoccupata ma lei dice che ce la caveremo anche col 30% dello stipendio per qualche tempo.
Abbiamo letto più articoli che definiscono l’Italia come un paese anziano perché nascono pochi bambini, ecco questo mi torna, se è così che funzionano le cose allora sono coraggiose le donne che decidono di fare dei figli. Il coraggio è un valore di tutto rispetto, so che i miei genitori ci credono tantissimo, ma per fare la mamma o il papà non dovrebbe servire, l’amore, quello sì.

Spero che la mia mamma non debba mai dover scegliere tra carriera e famiglia perché so quanto ami il suo lavoro che la fa sentire indipendente e piena di energie. Credo anche che ogni tanto le manchi un po’ la sua vita di prima, il suo team e i discorsi da grandi. Sono sicura che le piaccia anche fare la mamma di due gnomi (mio fratello ed io), anche se in tanti dicono che il secondo figlio sia moltiplicatore di complessità, se questo è vero in teoria sono io a portare il caos in famiglia. Non si possono semplicemente fare entrambe le cose se è ciò che si desidera? Vorrei che le mamme fossero felici, e vorrei lo fosse anche la mia.
Ora vi lascio, grazie per aver dedicato il vostro prezioso tempo a leggere questi miei pensieri. Stiamo per uscire a fare una delle nostre passeggiate, lei cammina e mi guarda, io guardo lei e il paesaggio, e un po’ dormicchio.