Eccoci con lo  speciale dedicato alle mostre. Palazzo Cipolla a Roma ospita la mostra dedicata al pittore della gioia. L’esposizione alla Fondazione Ragghianti di Lucca. A Torino Camera propone l’antologica del grande fotografo francese.

 “RAOUL DUFY. Il pittore della gioia”
a cura di Sophie Krebs e Nadia Chalbi
fino al 26 febbraio 2023
Palazzo Cipolla
Roma

Dufy Raoul – La Jetée-promenade a Nizza, 1926 ca. – Olio su tela – 38×46 cm – AM Paris – Paris Musées / Musée d’Art Moderne Droits d’auteur © ADAGP © Raoul Dufy by SIAE 2022
La pittura, i soggetti e i colori sgargianti saranno i protagonisti della prima grande esposizione in Italia dedicata al grande artista Raoul Dufy, ospitata a Palazzo Cipolla di Roma fino al 26 febbraio 2023. Dufy, il pittore della gioia, della luce e del colore contribuì a cambiare il gusto del pubblico della prima metà del ‘900 adattando le sue innovazioni e la sua vivacità a tutte le arti decorative. Con 160 opere provenienti dalle più importanti collezioni pubbliche e private francesi, la mostra percorre l’intera parabola artistica di uno dei più grandi interpreti della storia dell’arte, a cavallo tra impressionismo e fauvismo. La mostra, promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale per volontà del suo Presidente Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, è realizzata da Poema con il supporto organizzativo di Comediarting e Arthemisia, ideata dal Musée d’Art Moderne de Paris e curata da Sophie Krebs con il contributo di Nadia Chalbi.
Catalogo edito da Skira. Autore di opere monumentali come La Fée Electricité (La Fata Elettricità, 1937 – 1938, Musée d’Art Moderne de Paris) - uno dei dipinti più grandi al mondo, di una lunghezza complessiva di 6 metri, composto da 250 pannelli e commissionatogli dalla “Compagnie Parisienne de Distribution d’Électricité” per essere esposto nel Padiglione dell'elettricità all’Esposizione Internazionale del 1937 a Parigi -, Dufy fu un grande pittore, scenografo e disegnatore francese di inizio ‘900 che, per la sua capacità di catturare le atmosfere, i colori e l’intensità della luce e a trasferirli sulle sue tele, divenne - per antonomasia - il pittore della gioia e della luce. Suddivisa in 13 sezioni tematiche, la mostra racconta l’intero percorso artistico del pittore francese, attraverso molteplici opere che abbracciano varie tecniche nei diversi decenni del Novecento, dagli inizi fino agli anni Cinquanta, quando Dufy cercò nuovi temi a causa della guerra e della malattia che lo costrinse a rimanere nel suo studio nel sud della Francia.Un excursus che trova il suo leitmotiv nella violenza cromatica, nella magia di quel colore che diventa elemento indispensabile per la comunicazione di emozioni e stati d’animo. Un’evoluzione che vede Dufy inizialmente prosecutore di quella tradizione impressionista germogliata con Monet proprio nella sua città natale di Le Havre e poi insieme ai Fauve che, radunati attorno alla figura di Matisse, reagiranno presto alla pittura d'atmosfera e a quel dipingere dominato dalle sensazioni visive, per poi approdare infine ad abbracciare l’austerità cezanniana con la quale le forme, le zone piatte di colori accesi o addirittura violenti sono indipendenti dalla linea che accenna appena a circoscriverle.
Curata dalla Chief curator Sophie Krebs e Nadia Chalbi responsabile delle mostre e delle collezioni del Musée d’Art Moderne de Paris, la mostra è un viaggio emozionale attraverso i temi prediletti dall’artista, dove le sensazioni visive ridotte all’essenza della realtà, l’utilizzo della composizione, della luce e del colore sono gli elementi emblematici che caratterizzano le sue opere.

“NUOVE TENDENZE
Leonardo Dudreville e l’avanguardia negli anni Dieci”
a cura di Francesco Parisi
fino all’8 gennaio 2023
Fondazione Ragghianti
Lucca

Leonardo Dudreville, Autunno (1913), olio su tela, 157 x 167,5 cm. Galleria Giannoni, Novara
Non solo Futurismo. All’inizio del Novecento sono molte le realtà artistiche che cercano una nuova estetica e, tra queste, il gruppo Nuove Tendenze, fondato a Milano nel 1913 dal critico Ugo Nebbia e dall’artista Leonardo Dudreville, cui la Fondazione Ragghianti dedica fino all’8 gennaio 2023 la mostra NUOVE TENDENZE. Leonardo Dudreville e l’avanguardia negli anni Dieci, a cura di Francesco Parisi. Interessato alle tematiche musicali e relative agli stati d’animo, il movimento Nuove Tendenze ha molte assonanze con i gruppi di matrice secessionista su scala europea, ed è caratterizzato da un’assoluta libertà sperimentale. La mostra offre una lettura all’interno del contesto delle avanguardie internazionali e delle “mostre di fronda” italiane, affrancandoNuove Tendenze dall’etichetta di para-futurista, per quanto abbia con il movimento di Marinetti molte tangenze, soprattutto comunicative. Grazie ai materiali provenienti dall’Archivio Leonardo Dudreville e da varie collezioni pubbliche e private, NUOVE TENDENZE. Leonardo Dudreville e l’avanguardia negli anni Dieci analizza il contesto artistico in cui si forma Nuove Tendenze, indagando alcuni momenti dell’avventura artistica di Leonardo Dudreville (Venezia, 1885 - Ghiffa, Verbano-Cusio-Ossola, 1976), partendo dalla sua visita con Umberto Boccioni allo studio di Vittore Grubicy, fino alle incursioni nella tecnica divisionista, ed esponendo un corpus di opere prodotte tra il 1905 e il 1919.

“ROBERT DOISNEAU”
a cura di Gabriel Bauret
fino al 14 febbraio 2023
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia
Via delle Rosine, 18 – Torino

L’antologica di grande successo dedicata al maestro francese Robert Doisneau, uno dei più importanti fotografi del Novecento, arriva a Torino nelle sale di CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia, aperta tutti i giorni fino al 14 febbraio 2023. Curata da Gabriel Bauret e promossa da CAMERA, Silvana Editoriale e Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, la mostra presenta oltre 130 fotografie dell’autore in un percorso che comprende le sue immagini più iconiche insieme a scatti meno noti ma altrettanto straordinari, selezionati fra gli oltre 450.000 negativi di cui si compone il suo archivio. Fra i fotografi più famosi al mondo, Robert Doisneau è considerato, insieme a Henri Cartier-Bresson, uno dei padri della fotografia umanista francese e del fotogiornalismo di strada. A partire dalla sua fotografia più conosciuta – che ritrae il bacio di una giovane coppia indifferente alla folla dei passanti e al traffico della place de l’Hôtel de Ville di Parigi – l’esposizione ne racconta la carriera attraverso i temi ricorrenti da lui affrontati in più di cinquant’anni con la fotocamera sempre pronta a scattare: la guerra e la liberazione, il lavoro, l’amore, i giochi dei bambini, il tempo libero, la musica, la moda, gli artisti. Che si tratti di fotografie realizzate su commissione o durante le lunghe giornate a girovagare per Parigi, Doisneau racconta il proprio tempo attraverso uno sguardo guidato dalla disobbedienza e dalla curiosità, indicati da lui come ‘i due requisiti principali di questo mestiere’. Ad accompagnarlo in queste passeggiate sono gli amici scrittori, come Jacques Prévert, Robert Giraud e Blaise Cendrars, dei quali diceva “quando trovavo un’immagine pensavo a uno di loro, che poi era il primo a cui la mostravo. Un po’ glielo dovevo, poiché erano stati loro a insegnarmi a vedere”. Non sorprende, quindi, quanto le sue immagini siano impregnate di un surrealismo ‘premeditato’, data la spiccata capacità nel comporre scene all’apparenza spontanee, come nel caso dell’iconica fotografia del bacio. Fortemente narrativi, questi scatti hanno la capacità di testimoniare un’epoca in cui le persone cercano un nuovo equilibrio all’interno di una società in trasformazione, con i suoi riti, le sue contraddizioni e i suoi numerosi attimi di inaspettata felicità. La mostra a CAMERA si articola in 11 sezioni tematiche. L’esposizione è accompagnata dal catalogo “Robert Doisneau”, edito da Silvana Editoriale.