Uscito con il singolo “Mediocrità” (di cui abbiamo scritto nei giorni scorsi) abbiamo rivolto qualche domanda a Daniele Nick per parlarci del brano, del suo fare musica e di musica in generale. Il brano è prodotto da Orange Park Records e distribuito da Believe Distribution.
Ciao Daniele. Inizio con il chiederti se puoi raccontare ai nostri lettori da dove nasce il brano “Mediocrità”?
“Mediocrità” nasce da un’esigenza. La mia, di dare finalmente una risposta a tutti coloro che giudicano il percorso altrui rimanendo fermi all’apparenza. È quella risposta che avrei voluto dare quando mi sono trovato in quelle situazioni.

Quanto c’è di personale in questo testo e quanto di percepito nell’osservare gli altri?
C’è tanto di personale e tanto del vissuto altrui. Ho ritrovato situazioni mie nei racconti di chi mi è vicino, spesso ho provato rabbia, non trovo giusto che davanti a tanta mediocrità si risponda sempre con il silenzio. Quindi questo brano parla di me, ma è anche la voce di tutti quelli che hanno avuto il mio stesso vissuto.
Ci parli del video di “Mediocrità” (che vi riproponiamo in calce all’articolo)?
Per questo singolo abbiamo pensato di realizzare una versione di me cartone animato che canta dall’interno delle cuffiette, proprio come fossi una sorta di “grillo parlante” che tra lampi di luce e luci colorate suggerisce le parole giuste. Mi è piaciuta l’idea di creare un paradosso tra il brano e l’immagine dove il primo risulta aggressivo, con un Rock potente che si fa spazio tra colori e luci.
Dopo questo singolo cosa hai in programma?
Inizio con il dire che nel mese di luglio è prevista l’uscita di un nuovo singolo, ed una possibile terza raccolta di brani più una bonus track tra ottobre e novembre.
Con i tuoi brani vuoi trasmettere qualcosa a chi ti ascolta?
Certamente, questo è il motivo per il quale ho iniziato il percorso da solista. Oltre all’esigenza di inserire all’interno dei miei brani la mia opinione, il mio vissuto, vorrei che la mia musica sia un’ancora di salvezza per chi, come me, si rifugia nella musica quando è giù.
Quanto c’è di provocatorio nei tuoi testi?
Il 100% di provocazione. Riesco ad esserlo anche in una ballad. Di natura sono una persona che ama dire le cose fino in fondo, senza usare mezzi termini.
Nel comunicato stampa vieni definito uno sperimentatore di idee e generi…
Per me la sperimentazione è fondamentale. Non credo assolutamente che abbiano già inventato tutto nell’ambito musicale, quindi sono alla costante ricerca di innovazione di suoni, melodie, a livello compositivo mi piace molto sperimentare per quanto il mio genere è sempre Rock.
Che cosa significa la musica per te?
La musica è la mia donna perfetta. Sono totalmente dedito a lei. Più volte ho provato ad allontanarla per vivere altre cose, nonostante il mio forzato rifiuto è riuscita a riprendermi sempre. Non mi fa sentire mai fuori luogo, sono in pace quando la ascolto, quando compongo.

Daniele ti viene naturale ascoltare i tuoi brani oppure, come Guccini, preferisci non riascoltarti?
A dire il vero difficilmente riascolto i miei brani. Quando accade tutto avviene molto per caso, riascoltandomi a stento mi riconosco, mi estraneo proprio dai miei brani. Ritrovarmi in quelle parole, in quella melodia rievoca in me i ricordi del “perché ho scritto quel pezzo”.
A parte che ti riascolti o meno, che musica ascolta Daniele Naticchioni?
Mi piace ascoltare qualsiasi cosa, credo che amarla significa conoscerla in tutte le sue sfaccettature e tutti i suoi generi. Ovviamente la mia preferenza va al Rock. L’ascolto di un determinato brano dipende dall’esigenza emotiva che ho in quel momento. Un brano in particolare però lo ascolto in ogni stato d’animo ed è “THESE DAYS” dei Foo Fighters.
Cantanti che ti hanno ispirato?
Nello scenario del Rock italiano sicuramente Ligabue, che seguo e stimo sin da piccolo. Anche i Negrita sono una grande fonte d’ispirazione. Ma metterei, sicuramente, al primo posto i Foo Fighters. Dave Grohl è il mio mito e la mia fonte d’ispirazione.
C’è qualcosa che vuoi aggiungere a quanto ci siamo detti?
Direi di no, abbiamo già detto tutto.
Ringraziamo Daniele per la disponibilità e Marco Latini di Parole e Dintorni per la collaborazione.
