Intervista con il titolare dell’agenzia SAAS – Organizzazione Eventi – Management Artisti di Alessandria e patron del concorso canoro nazionale IL MICROFONO D’ITALIA.

Abbiamo incontrato Samuel Accomo, titolare dell’agenzia SAAS – Organizzazione Eventi – Management Artisti di Alessandria e patron del concorso canoro nazionale IL MICROFONO D’ITALIA, che ci ha rilasciato questa interessante intervista.

Buongiorno Samuel, vorrei iniziare questa intervista con il chiederti di raccontare brevemente ai lettori di Ottiche Parallele che cos’è la SAAS, come è nata…
La Saas è nata in una notte insonne, dopo anni di lavoro sul campo e tanti mal di pancia. Mal di pancia spesso portati da situazioni che per molti erano normali nel mondo eventi, ma volevo fare qualcosa di diverso, senza limitarmi ai classici eventi. Vent’anni fa il mercato degli eventi era decisamente diverso rispetto a quello attuale. Io lo studiavo all’epoca e l’ambiente era molto favorevole per i professionisti. Saas punta invece a far crescere in termini di visibilità e notorietà i talenti. Il mercato premia nuove abilità, quali la creazione e lo sviluppo di nuovi format. Sono dell’idea che oggi ci troviamo a vivere in quello che sono solito definire “sistema premiante a clessidra”, cioè quel meccanismo che oggi favorisce e premia il vero talento. Un mondo finalmente fatto di opportunità e di aspettative che apre le porte e sostiene i più bravi.

E chi è Samuel Accomo, oltre che titolare della SAAS?
Mi piace definirmi figlio della crisi, perché avendo intrapreso il mondo lavorativo dal 2005 in poi, eravamo già nel pieno di una crisi economica ed essendoci nato, ho sempre preferito vedere il bicchiere mezzo pieno piuttosto che mezzo vuoto. Ho sempre avuto ed ho tutt’ora idee sovversive, diverse, sicuramente in molti casi UNICHE e non smetterò mai di dire che “o ti distingui o ti estingui”. Fuori dal contesto lavorativo sono una persona normalissima, anche se sul palco o negli eventi porto la stessa persona che sono fuori, una persona umile, che ama ridere e scherzare, ma molto determinato agli obiettivi nella vita e nel lavoro.

Da circa un mese sono partite le selezioni del concorso IL MICROFONO D’ITALIA: possiamo tracciare un primo bilancio?
Un bilancio sicuramente positivo, non dato solamente dai numeri che è un po’  ciò che mediaticamente tutti si aspettano di leggere, ma dato da feedback più che positivi dati sia dai partecipanti al contest, sia dai tecnici che vi hanno preso parte nelle varie selezioni. Un bilancio che può essere racchiuso in una frase: “la nave è partita, i passeggeri ci sono, a volte si cambia qualcuno al comando, ma il vento è favorevole e raggiungeremo il porto successivo”.

Avrai fatto un ragionamento prima di dare vita a questa iniziativa: ma si sentiva la mancanza di un nuovo concorso canoro?
L’Italia è piena di concorsi canori, locali e non, forse troppi, forse molto simili. Si sentiva la mancanza di cambiamento, di obiettivo di un concorso concreto e non di un concorso tra tanti.

Appunto… l’Italia pullula di molti concorsi canori e tanti che si sviluppano a livello locale: per che cosa IL MICROFONO D’ITALIA si differenzia?
Il Microfono d’Italia si differenzia sicuramente a livello di coerenza, professionalità e trasparenza. Possono sembrare cose normalissime, ma non lo sono. È un contest che spaventa, lo abbiamo visto con i nostri occhi, perché c’è serietà professionale dietro e non una gara di karaoke fine a se stessa.

Secondo te che cosa si porta a casa uno che partecipa al tuo concorso? E non parlo di coppe e coppette, targhe e targhette ma di qualcosa di più personale, di qualcosa che può nascere dentro…
Coppe e coppette e fettine di salame non sono per noi. Ciò che si porta a casa un partecipante è sicuramente la possibilità di avere un giudizio tecnico fatto da tecnici, tanti spunti per migliorare e si porta a casa non solo una serata di competizione, ma di spensieratezza e di buona musica.

La SAAS non è solo IL MICROFONO D’ITALIA: ci vuoi riassumere la attività in essere? Nei prossimi mesi vedremo ampliarsi lo spettro d’azione della tua agenzia?
La Saas non è solo Il Microfono d’Italia ovviamente. Partiamo da presupposto che Saas è un’Agenzia di organizzazione eventi e management artisti a livello nazionale nel mondo musica e moda. Non è la classica agenzia di eventi. Per me ogni evento è un mondo a se, un qualcosa di creato appositamente per il pubblico o per il singolo cliente. Le collaborazioni che ho intrapreso con pochi, ma ottimi collaboratori, porterà a sentire il nome Saas in tutta Italia, ma soprattutto in differenti format. Continueremo con Il Microfono d’Italia ovviamente, ma abbiamo in cantiere per il mondo musica, format specifici, nuove idee che arriveranno fino alla Tv, ma non posso dire di più al momento. Quel che è certo è che tutto sarà fatto con competenza e serietà. Nel mondo moda abbiamo in cantiere la creazione di un vero e proprio database fatto di professionisti e emergenti, sia modelle/i che fotografe/i ed ogni altra figura che possa essere di aiuto nella creazione di eventi per i clienti, dalla pubblicità allo spot, al calendario, al lancio di nuovi business.

Samuel, l’agenzia ha sede in Alessandria ma intende operare in aree più vaste: ci sono difficoltà partendo dalla provincia?
Mi sento di dire di no. Siamo nell’epoca in cui non è la sede, ma il ciò che si fa che porta al risultato. Se mi dovessi fermare a lavorare solo su Alessandria sarei fallito ancor prima di partire. Alessandria mi ha dato sicuramente tanto. È stata la sede della prima uscita del “Festival Musica e risate” nel 2023, de “Il Microfono d’Italia” nel 2024 e sarà sede sicuramente di tante altre iniziative, ma i confini vanno varcati e si stanno varcando.

In un periodo di grandi incertezze in generale c’è richiesta di eventi? Com’è la situazione?
La richiesta di eventi è molto promiscua. Io per scelta ho deciso fin da subito di non prendere qualunque evento, anzi di fossilizzarmi su quegli eventi che potessero lasciare un segno, non solo per grandezza, ma per contenuti.

Cosa può offrire la SAAS in questo settore? Perché uno che vuole organizzare un evento deve preferire la tua agenzia?
Penso si possa racchiudere la risposta con una semplice parola “UNICITA’”. Un evento, lo considero evento quando realmente provoca l’effetto “wow” che non è dato solo da cose stratosferiche, ma semplicemente dalla competenza che viene fuori in ciò che si fa.

Organizzare un evento, qualunque esso sia, è un lavoro molto complicato che chi è al di fuori non se ne rende conto… qual è il momento di una organizzazione evento più critica e quale il più gratificante?
La parte più critica, anche se è la più divertente è quella della stesura del format evento, in cui le criticità vengono fuori dal dover evidenziare fin da subito tutti gli attori che in un modo o nell’altro faranno parte della macchina chiamata “evento”. La parte più gratificante sono i sorrisi, le lacrime agli occhi, le strette di mano “vere” del pubblico e dei clienti.

Come ogni lavoro si può essere più o meno portati: per gestire un’agenzia eventi cosa bisogna avere?
Bisogna avere creatività, una giusta dose di follia e soprattutto avere competenze trasversali su tutto. Dal tecnico audio alle luci, al conoscere normative sui luoghi. Il lavoro dell’organizzatore eventi è quello del regista. Deve avere tutto sotto controllo, saper fare tutto e avvalersi dei giusti collaboratori sempre avendo un ruolo di controllo.

Di questi tempi cosa temi di più: invidia, cattiveria, ignoranza…
Sono tre aggettivi che in realtà sono unibili. l’invidia è data dall’ignoranza e porta cattiveria. Purtroppo, al contrario di ciò che si crede, l’invidioso non è colui o colei che vede che tu hai di più, perché molto spesso lo ha anche lui/lei, ma l’invidioso è colui che vede in te una luce che lui/lei non ha e questo nella mente umana porta a reazioni a volte brutte. Non temo in realtà l’invidia e ciò che ne consegue, perché l’amore che metto nei miei progetti e che condivido con i miei collaboratori più stretti, non ha eguali, supera tutte le stanchezze e mi porta ad andare avanti sempre più con coscienza di causa e se devo brindare, lo faccio anche agli invidiosi perché spesso mi permettono di aprire gli occhi e vedere molto più lungo!