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Primo appuntamento del 2025 con nonnoatipico che ci racconta il suo “atipico” inizio d’anno con la visita a Loreto e con le sue riflessioni su questa “nuova” esperienza e le motivazioni che lo hanno spinto in questo splendido luogo non lontano dalla sua residenza e con la mente un ritorno al passato…

Ho iniziato il nuovo anno in maniera per me inconsueta.
Alle 7,30 della mattina del primo giorno dell’anno ero a Loreto e, mentre percorrevo il corso principale dopo avere parcheggiato l’auto, riflettevo sulla motivazione che mi aveva portato ad essere in quel posto.
Tutto frutto di un ragionamento che avevo fatto tra me e me nei giorni precedenti che riguardava la diffusa ricerca di nuovi posti da visitare sempre più lontani ed inaccessibili mentre a pochi minuti dalle nostre case si trovano meraviglie uniche nel panorama mondiale.
Questo per dire che quest’anno tra le altre cose realizzerò periodicamente dei piccoli viaggi con orizzonte regionale che effettuerò principalmente utilizzando mezzi pubblici o altri per lo meno inconsueti (come da mia abitudine) e tenterò di colmare una lacuna particolarmente grave: quella di non conoscere i posti dove vivo ed opero prevalentemente.
Passeggiando per Loreto, a quella ora della mattina, tutto era ovattato ed accogliente.
Le poche persone che incontravo trasmettevano serenità e pace.
Arrivato alla piazza ove sorge la Basilica sono rimasto particolarmente colpito dalla bellezza e maestosità della stessa stante anche una magnifica giornata di sole che si stava alzando nel cielo.
Mi ricordo quando tanti anni fa al giorno dell’epifania ci si ritrovava in questo luogo a celebrare il nuovo anno con migliaia di motociclisti durante il tradizionale motoraduno lauretano.
Oggi invece niente motori, rumore e persone in una atmosfera che favorisce il raccoglimento.
Entrato nella Basilica ho assistito alla prima celebrazione eucaristica del giorno (non lo facevo da tanto tempo) e mi sono trovato a fare parte di una piccola comunità di fedeli particolarmente coinvolti nella liturgia.
Alla fine, ho fatto un bel giro nella Basilica e, prima di entrare nella S. Casa, l’ho visitata in maniera approfondita godendo delle bellezze che vi sono custodite ed apprezzando una volta in più la fortuna che abbiamo nel vivere la bellezza, la cultura, l’arte nel nostro quotidiano.

L’ingresso nella Santa Casa mi procura sempre una sensazione di pace e di gratitudine ed alla mia uscita mi sono seduto su di una panca a riflettere riguardo le sensazioni fortissime che mi hanno avvolto.
Innanzi tutto, sono sempre colpito dai profondi solchi che solcano il gradino marmoreo che circonda la costruzione.
Sono il segno fisico della devozione che aleggia tra queste mura, testimonianza del passaggio nel corso dei secoli della moltitudine di pellegrini che hanno lasciato un segno indelebile del loro passaggio.
La mia mente è ritornata a tanti anni fa quando ebbi la fortuna di visitare il luogo da cui tutto questo è iniziato.
Nazareth, dove sorgeva questa piccola casa prima che fosse trasportata dagli Angeli sino a qui.
La leggenda narra che nel 1291, quando i crociati persero la Terra Santa, la casa di Maria fu miracolosamente trasportata dagli stessi dalla città di Nazareth, in Galilea, per proteggerla dalla profanazione musulmana.
Dopo alcune tappe intermedie (secondo la tradizione fu posata prima in Dalmazia e poi in un bosco nella regione di Recanati, nelle Marche), la Santa Casa giunse definitivamente a Loreto il 10 dicembre 1294.
Gli studi archeologici confermano che le pietre della Santa Casa, conservate oggi nel santuario di Loreto, provengono effettivamente dalla Palestina e presentano caratteristiche architettoniche tipiche delle case ebraiche del I secolo.
Ho avuto l’impressione che si fosse compiuto un percorso che mi trovava protagonista inconsapevole come se quel periodo a Nazareth fosse stato l’inizio e questo 1° gennaio a Loreto fosse la fine.
Perché?
Per andare dove?
Non lo so ma confesso che poco mi importa!
L’essenziale è percepire l’inizio di un nuovo periodo della vita e la conclusione di un ciclo peraltro esaltante.
… E quella piccola figura, la Madonna scura che riempie questo ambiente con la pienezza della sua presenza?
L’ho già incontrata!

Dalla altra parte del mondo in una Basilica dalle caratteristiche architettoniche tanto diverse da Loreto.
Una piccola figura…una enorme presenza!
Nostra Signora di Guadalupe a Città del Messico!
Una altra situazione che mi porta così lontano nello spazio e nel tempo!
Una medesima percezione della fede popolare universale.
Situazioni così dissimili tra di loro legate a eventi straordinari e percepiti come interventi soprannaturali.
Entrambe rappresentano un ponte tra il Cristianesimo e le culture locali radicandosi profondamente nell’identità collettiva delle popolazioni a dimostrazione che le due figure Mariane, pur in contesti estremamente differenti, hanno ispirato fede cultura e spiritualità in modo simile, consolidando il ruolo centrale di Maria nella vita religiosa delle popolazioni.
Un altro tassello è andato al suo posto!

Soddisfatto di questo ed incuriosito su quale sarà la prossima casella a completamento del puzzle della mia vita, mi sono diretto all’esterno della Basilica ed ho girovagato per le strade Lauretane lentamente e con attenzione cercando di metabolizzare al massimo tutte le sensazioni sensoriali che mi raggiungevano.
Ho già fatto un piano per visitare le nostre bellezze e, prima o poi, ritornerò a Loreto per una visita più “terrena ed umana”: i camminamenti di ronda che circondano la Basilica.
Percorrendoli, alla vista del mare e del Monte Conero con la costa slava nascosta dalle brume chissà che non trovi un’altra tessera!
Non lo escludo!
