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Nei giorni scorsi Romina Falconi ha pubblicato il nuovo singolo, brano a cui abbiamo dedicato un articolo. Oggi vi proponiamo l’intervista che abbiamo realizzato con l’artista parlando di questo suo nuovo lavoro, dell’album in programma e di altro, regalandoci alcune definizioni che sono vere e proprie perle.

Ciao Romina è uscito “Ti saluta questo canto”, il tuo nuovo singolo: ce lo vuoi raccontare?
Ciao Fabrizio, grazie per questa opportunità. Ho preparato un disco che vedrà la luce in primavera, è stato un lavoro enorme. Volevo concedermi una parentesi extra, prima del viaggio di “Rottincuore”. La canzone “Ti saluta questo canto” parla di fantasia, di una coppia che si inventa un mondo intero, stando semplicemente dentro casa. Ho cercato di inserire nel brano un senso di tenerezza, un romanticismo goffo. Mi sono immaginata uno scenario semplicissimo nel quale esiste questa coppia che canta, si sposa davanti una tisana, vuole invecchiare insieme e lo fa a modo suo. Poi ho inserito quello che è un programma che amo molto: Sanremo. Lo seguo con grande interesse da quando sono piccola, mi piaceva l’idea di inserire quella che è la vetrina musicale più importante e longeva che abbiamo in Italia.
Cosa ti ha ispirato nel realizzare questo brano?
La voglia di leggerezza. Mi sento grata perché ho imparato che la musica indipendente può permettersi una libertà che è sacra. Mi sono sempre sentita poco portata per il romanticismo ma mi piaceva l’idea di maneggiare la tenerezza di due innamorati, raccontandola a modo mio. Quando vedo sui social le dichiarazioni d’amore sotto la Tour Eiffel, o quando vedo qualcuno inginocchiarsi con un anello in mano di fronte la persona amata alle Maldive, penso sempre:” ma in questi posti da fiaba sono buoni tutti…”. Il ‘ti amo’ più bello della mia vita mi è stato detto in una cucina allagata, io che impazzivo dietro un lavandino e il mio uomo ha sussurrato: “hai visto, amore, ti ho portato a Venezia. Ma sai che io ti amo?”. Si è fermato il tempo, ci siamo accorti che volevamo fare tutto insieme, proprio lì, in una situazione tremenda. Certo, non è una cosa che puoi raccontare alle amiche senza ridere, non è proprio come cenare al chiaro di luna a Capri, ma la tenerezza vince a mani basse proprio nelle situazioni grottesche. E lì ho puntato.

Questo singolo lo trovo molto coinvolgente: tu cosa ti proponi di raggiungere con questo brano?
Quando scrivo non ho mai certezze e non so mai in che mani finirà una canzone. L’unica certezza che ho è che mi piace raccontare cose difficili nel modo più semplice e diretto possibile. Non so se ci riesco, ma ci provo con grande passione. Mi piace l’idea di mostrare ombre e difetti, particolarità e aspetti grotteschi degli esseri umani. Non mi piacciono tanto le cose semplici, sono sempre stata outsider. Quella diversità, quel sentirmi perennemente poco omologabile, prima mi metteva paura, ora è la mia bandiera. Un po’ come dire: “sì, sono diversa, embè?”. Abbiamo solo un dovere nei confronti di noi stessi: imparare a volerci bene ed imparare a rispettare la nostra essenza, e ti assicuro che è un lavorone. Al resto, tanto, ci pensa la vita.
Il nuovo singolo è un nuovo tassello sulla strada dell’album “Rottincuore”: come ti stai avvicinando a questo lavoro?
La verità è che è stato un viaggio bellissimo ma disumano, mi ci sto avvicinando come una che ha passato cinque anni a costruire aquiloni e si ritrova poi in un mondo che chiede carri armati. Non so come mi sento. Ho imparato che quando una persona sa quello che vuole, non riesce a volere nient’altro.
Ci puoi anticipare qualcosa di questo nuovo album?
“Rottincuore” è una galleria di peccatori. In un mondo pieno di persone che sui social ci tengono a mostrarsi sempre al top, che vogliono essere da esempio per gli altri e che si preparano la maschera quotidiana da indossare con grande maestria, io continuo ad innamorarmi perdutamente degli sbagliati, di quelli un poco crepati che mostrano pure le proprie magagne. Non riesco a descrivere una cosa cercando di mantenere un certo distacco. Io mi ci rompo la testa sulle nostre questioni irreparabili. Ho voluto raccontare molte ombre e difese psicologiche di noi umani. Ogni canzone rappresenta un peccatore che ha la sua ferita in bella mostra. Certi momenti spiazzanti li abbiamo vissuti tutti, io lì dentro ho messo cose anche molto private che per me sono delle ferite lunghe come le rotaie. Alcuni capitoli saranno ironici ed estremi, altri molto drammatici. Forse, proprio perché viviamo in una società che ci vuole sempre pronti e performanti, avevo una voglia matta di fare una carezza a chi si sente un poco crepato, e invece volevo schiaffeggiare coloro che si credono sempre moralmente superiori, quelli che cavalcano quella che chiamo positività tossica, quelli che con molta facilità puntano il dito. Mi sono sentita fragile e poi mi sono sentita un coccodrillo, il tutto davanti una piccola scrivania. Avevo il DSM in mano, il dizionario dei sinonimi e i contrari, una matita e ogni giorno partivo all’avventura. Alle volte mi pareva di andare in guerra con uno scolapasta al posto dell’elmetto, ma è questo il bello della scrittura, devi perdere il senso del pudore, devi rischiare. Non so come andrà, ma posso assicurare che, ad oggi, questo è stato il viaggio più bello della mia vita.

Nel darci appuntamento con una intervista più approfondita quando uscirà l’album ti chiedo se ci racconti qualcosa sul “ROTTOCALCO”?
Quando ho cominciato a scrivere i primi brani di “Rottincuore”, avevo questa domanda che mi martellava: si può descrivere un’ombra in tre minuti di canzone? La risposta era sempre No. Allora, mi sono detta, facciamo che ad accompagnare ogni singolo, ci sia un libro. Altra sfida bellissima. Volevo fosse un lavoro corale e passare dagli aspetti analitici a quelli viscerali di un’ombra. Ho chiesto a miei amici giornalisti, scrittori, illustratori ed artisti di aiutarmi a parlare di queste ombre. In ogni libro, inoltre, c’è l’intervento della sociologa e antropologa Elena Nesti, quello della psicologa Monia D‘Addio e il fumetto di Marco Albiero. Senza questi alleati preziosissimi sarebbe stato tutto più triste. Sono grata e sfacciatamente orgogliosa.
Ringraziamo Romina per la disponibilità e per le sue risposte. Un grazie particolare a Silvia Eccher di Parole & Dintorni per la preziosissima collaborazione.
