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Fino al 15 giugno i Musei di San Salvatore in Lauro ospitano la mostra sul movimento artistico che ha rivoluzionato la tradizionale stampa giapponese. La mostra di Roma non è solo un’occasione per ammirare opere di straordinaria bellezza, ma anche un importante contributo alla diffusione della conoscenza dell’arte giapponese in Italia. La recensione della nostra redattrice, inestimabile “penna” per quanto riguarda la cultura orientale.
Torna in Italia per la seconda volta una mostra sul movimento artistico che ha rivoluzionato la tradizionale stampa giapponese ukiyoe all’inizio del XX secolo. “Gli Shinhanga. Una rivoluzione nelle stampe Giapponesi“, sarà a Roma fino al 15 giugno 2025 nelle sale dei Musei di San Salvatore in Lauro.
Visitare la mostra “Gli Shinhanga. Una rivoluzione nelle stampe Giapponesi” a Roma è stata un’occasione per apprezzare la bellezza e la raffinatezza dell’arte giapponese e per scoprire come la tradizione possa rinnovarsi senza perdere la propria identità.


L’esposizione ha portato in Italia, opere magistrali mai viste, provenienti da collezioni private e dalla Japanese Gallery Kensington di Londra.

Un importante omaggio a un movimento artistico giapponese fiorito nei primi decenni del Novecento, che fonde magistralmente la tradizione delle stampe ukiyoe, le stampe tradizionali, con sensibilità occidentali, creando opere di straordinaria bellezza.
Le oltre 100 incisioni in mostra hanno offerto una straordinaria panoramica di questo movimento artistico, presentando una selezione curata di stampe che ne illustrano perfettamente l’essenza e l’evoluzione. Passeggiando tra le sale espositive, ci siamo trovati immersi in un mondo di paesaggi suggestivi, scene di vita quotidiana e ritratti femminili di squisita fattura.
Dalle ceneri di una Tokyo devastata dal grande terremoto del Kantō del 1° settembre 1923, il naturale riflesso artistico è proiettato verso una nuova scia di rinnovamento. Il paesaggio che muta e con esso la sua figura più importante, la donna, che esce dalla sfera domestica e da quella dell’intrattenimento notturno tipico degli ukiyoe.

Una nuova sensibilità, frutto dell’incontro con l’arte europea, ma anche delle trasformazioni in atto nella società e nel paesaggio giapponese.
Artisti come Kawase Hasui, Ito Shinsui e Hashiguchi Goyō hanno saputo reinterpretare i temi classici del paesaggio e della vita quotidiana con nuove tecniche.
La prima impressione entrando negli spazi espositivi è stata di meraviglia di fronte alla vivacità dei colori e alla delicatezza delle linee che caratterizzano queste opere, elementi che nessuna riproduzione digitale o stampata può realmente catturare nella loro essenza.
L’allestimento della mostra ha saputo valorizzare le opere, creando anche degli spazi intimi arricchiti con oggetti della vita quotidiana, oggetti di arredo, splendidi kimono e fotografie.
Lo Shinhanga (新版画), letteralmente “nuova xilografia”, nasce ufficialmente nel 1916 grazie a questi artisti che prediligono ambientazioni più periferiche, ancora non raggiunte dalla modernizzazione.
Tra gli artisti più rappresentativi il maestro dei paesaggi è senza dubbio Kawase Hasui, considerato uno dei massimi esponenti.

Le sue opere, caratterizzate da un uso magistrale della luce e delle condizioni atmosferiche, catturano l’essenza dei paesaggi giapponesi con straordinaria sensibilità. Particolarmente impressionante è stata “Neve al parco di Shiba“, dove l’artista riesce a trasmettere la quiete e il silenzio di un paesaggio invernale attraverso sottili gradazioni di blu e bianco. La tecnica di stampa multistrato permette di apprezzare dettagli raffinatissimi, come i fiocchi di neve che sembrano quasi galleggiare davanti ai nostri occhi. Il suo approccio lirico ai paesaggi invernali giapponesi riesce a catturare e trasmettere momenti di quiete contemplativa.

Di particolare interesse sono state anche le opere di Itō Shinsui, maestro del genere “bijinga”, immagini di belle donne. Le sue raffigurazioni femminili si distinguono per l’eleganza delle pose, la delicatezza dei lineamenti e la sensibilità nella rappresentazione dei kimono e degli accessori tradizionali. Attraverso il suo lavoro, Shinsui è riuscito a modernizzare un genere classico dell’ukiyoe, infondendovi una nuova vitalità e un senso di realismo psicologico precedentemente assente.
Hashiguchi Goyo realizzò solo 14 opere durante la sua vita, e ad oggi sono considerate tra le più pregiate e costose stampe giapponesi moderne.
Oltre ai paesaggi e alle belle donne, un altro tema ricorrente saranno i ritratti degli attori kabuki, immortalandoli nelle interpretazioni più famose, come custodi di un’antica arte che resisteva alle contaminazioni moderne.
A chiudere questo suggestivo percorso, le influenze nell’arte dell’arrivo degli stranieri che anche nel popolo giapponese accende il desiderio di viaggiare. L’impatto con l’Occidente gode dello stesso travolgente senso di fascinazione. Emozioni che si riversano anche negli shinhanga che iniziano a rappresentare anche paesaggi iconici d’oltreoceano.


Per chi non avesse ancora avuto l’opportunità di visitare questa straordinaria mostra, che rimarrà aperta al pubblico fino al 15 giugno nella splendida cornice dei Musei di San Salvatore in Lauro, presso il complesso monumentale del Pio Sodalizio dei Piceni, consiglio vivamente di non perdere questa occasione unica per immergersi nel raffinato mondo dello Shinhanga.
La mostra di Roma non è solo un’occasione per ammirare opere di straordinaria bellezza, ma anche un importante contributo alla diffusione della conoscenza dell’arte giapponese in Italia.


Iniziative come questa sono fondamentali per arricchire il panorama culturale italiano e per stimolare un dialogo interculturale basato sulla reciproca comprensione e apprezzamento.
La mostra “Gli Shinhanga. Una Rivoluzione nelle Stampe Giapponesi” è stata ideata e realizzata da Vertigo Syndrome in collaborazione con Il Cigno, NipPop e con la Japanese Gallery Kensington di Londra.
L’esposizione si avvale del patrocinio del Padiglione Italia a Expo 2025 Osaka, della Fondazione Italia-Giappone e del Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne dell’Università di Bologna diretto da Paola Scrolavezza, esperta di Cultura e Letteratura Giapponese, affiancata da Fusako Yoshinaga e con la consulenza artistica di Eddy Wertheim.
Ad arricchire l’esposizione, anche un ricco calendario di eventi correlati. Workshop artistici, conferenze, laboratori per bambini.


Il prossimo appuntamento del 19 aprile alle ore 16.00 sarà un incontro a cura di Giorgia Sallusti. Un invito a esplorare la storia del Giappone, le sue leggende, gli oggetti della vita quotidiana, i personaggi e gli artisti che ne hanno costruito l’identità e molto altro attraverso undici vie d’accesso, undici parole che aprono finestre su un mondo in buona parte ancora da scoprire.
Tutte le informazioni sono disponibili sul Sito https://shinhanga.it/
Per approfondimenti è disponibile un catalogo edito da Il Cigno con i testi di Paola Scrolavezza.
