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editoriale tra il serio e l’ironico sui temi della rivista… e non solo!

Care lettrici, cari lettori
buongiorno o buonasera (scegliete voi, dipende dall’ora in cui mi state leggendo) o se preferite un bel “ciao”… più informale ma che va bene a tutte le ore (e mi toglie il peso di pensare a che ora sto scrivendo e a che ora esce il pezzo).
Bando alle divagazioni mi presento: sono Bastiàn Cuntràri e come dice il mio nome non me ne va mai bene una… o quasi!
Spero di avere sempre una lingua tagliente ma libera da ogni condizionamento così come libero è Ottiche Parallele, ed è per questo che mi sono deciso di provare a scrivere per questa rivista.
Voglio iniziare questa mia collaborazione parlando, pardon, scrivendo sul mondo della moda, un argomento che è sovente trattato sulla rivista.

Bastiàn Cuntràri by Saralin Genova

Nello scorrere i programmi di alcuni eventi estivi (e non solo di questa estate che sta finendo) ho notato che in vari contesti vengono organizzate improbabili sfilate di moda.
Non voglio scendere a paragoni con le sfilate milanesi (anche lì bisogna fare dei distinguo perché non tutte sono organizzate con medesima professionalità), però leggendo di sfilate, sfilate e sfilate mi viene da dire ma quanti si improvvisano organizzatori di sfilate di moda?
Persone che più che di sfilate potrebbero essere intenditori (o intenditrici) di… sfilatini.
Non basta per realizzare una sfilata la passione per la moda.
Una sfilata di moda, da quello che so, si realizza attraverso la collaborazione di varie figure che mettendosi insieme creano un evento… perché nella moda, come in ogni settore, non si può essere tuttologi.
Invece ti accorgi che in molte realtà a organizzare l’evento ci sono persone che alla moda ci stanno come la colatura di alici su un gelato (non volevo dire che fanno orrore, le sfilate, ma l’ho pensato).
Purtroppo ci sono troppe persone che si improvvisano (e non solo nel mondo della moda) e ti accorgi di loro perché in quello che fanno non c’è un minimo di fantasia, di creatività.
Il saper interpretare una sfilata significa calarsi nella location e negli outfit che vengono indossati e non trasformare una passerella in uno struscio domenicale nella via principale della città.
Qui non si tratta di “portare il via lavoro a qualcuno” ma di “non saper fare un lavoro”.
Non dico di attingere da direttori artistici, registi e coreografi delle grandi sfilate… non basterebbe sicuramente tutto il budget dell’evento ma anche sul territorio c’è qualcuno che non si improvvisa o almeno ci mette un quel qualcosa in più… e sicuramente invece si potrebbe creare qualcosa di valido invece che di patetiche camminate sul tappeto rosso dove le presunte modelle (a volte veramente improbabili, forse perché non vengono seguite come si dovrebbe) appaiono come l’essere in fila al mercato per fare la spesa.
E alla fine ti trovi ad assistere a un evento che vorresti tanto dimenticare ma non ci riesci!
Vostro Bastiàn Cuntràri.