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Ho visitato il paese del pittore del “Quarto Stato” scoprendo il fascino e le emozioni che il borgo riesce a trasmettere.
Quando ho ricevuto l’invito per la presentazione alla stampa della mostra che si terrà alla GAM di Milano e dedicata a Giuseppe Pellizza da Volpedo è cresciuta in me la voglia di raccontare, prima della mostra, il paese che ha visto i natali e la fine di questo grande artista.
Pur essendo distante da Alessandria solo una trentina di chilometri non ho mai avuto l’occasione di visitare questo luogo come si deve.

Nel paese delle pesche e del “Quarto Stato” c’ero già stato almeno tre/quattro volte ma mai mi ero soffermato così tanto per scoprirne il fascino e le emozioni che sa trasmettere.
Non guidando ci sono arrivato con i mezzi (treno + autobus) e alle 8 del mattino di un sabato di inizio settembre sono “sbarcato” a Volpedo.
Appena sceso dal bus mi sono addentrato per le vie del borgo antico: un’emozione unica passare nelle strade che un tempo hanno visto passeggiare e trovare ispirazione il maestro del Divisionismo.
La prima azione che ho fatto è stata quella di mettere in silenzioso lo smartphone: anche solo il breve suono della notifica di una mail poteva risultare un qualcosa che andava a rompere una situazione “magica” fatta di emozione e sogno che si stava creando tra le case del paese.



Passeggiare per le vie del centro di quello che è uno dei Borghi più belli d’Italia, uno dei primi, avvolti da un pacifico silenzio e da un cielo azzurro è qualcosa di inspiegabile.
Quello che si prova dentro è davvero inimmaginabile: ti senti parte integrante di una realtà più volte ritratta da Pellizza.
Anche se nel corso dei decenni qualcosa è cambiato è facile immaginare quello che si poteva provare a cavallo tra il XIX e il XX secolo.
E poi sedersi all’aperto, quando pian piano il paese prende vita, a prendere un caffè in Piazza Libertà, non lontano dal Palazzo Comunale, e contemplare uno scorcio di cielo che sicuramente il grande pittore avrà visto molte volte.
Se devo raccontare tutta la verità, nel passeggiare un paio d’ore tra le vie del Borgo Antico ho percepito che spesso il mio sguardo risultava rapito da quanto mi circondava: un museo a cielo aperto dove ogni angolo ha riferimenti alle opere di Pellizza.


Anzi a volte potevo come sentirmi uno dei personaggi che immortalava nei suoi quadri.
Nell’attesa di “imbucarmi” in un gruppo che dalla metà mattinata aveva in programma la visita di alcuni luoghi pellizziani mi sono goduto anche i vicoletti che potevano sembrare insignificanti e che invece hanno saputo trasmettermi ulteriori sensazioni, anche solo per piccoli particolari.
Credo che esclusivamente (o quasi) questo modo di vivere la visita di Volpedo si possa considerare appagante.

Non voglio perdermi nel raccontare le varie realtà visitate nel corso dell’interessante tour organizzato dall’Associazione Pellizza (www.pellizza.it): per conoscere storia e caratteristiche dei luoghi volpedesi è sufficiente navigare un po’ su internet per trovare tutto quello che si vuole sapere.
Ma su internet non si trovano le sensazioni che si prova a visitare questi luoghi: poi visitare alcune realtà di Volpedo con una guida come Giulio ti rendi conto che le sensazioni che hai provato nel girovagare si amplificano con un appassionato racconto capace di farti fare un tuffo nel passato e immedesimarti nel periodo spiegato.
Così ho visitato, accompagnato dalle preziose parole di Giulio, la Pieve romanica di san Pietro, lo studio- museo di Pellizza, piazza Quarto Stato e il museo didattico.
Chiaramente l’emozione più forte è stata quella di entrare in quello che fu lo studio del pittore: qui Pellizza ha creato le sue opere e qui ha messo fine alla sua vita.
Uno spazio che non è semplicemente da osservare ma che deve, soprattutto, farti sentire incorporato nel suo contesto.
L’aver visitato questo meraviglioso borgo (questa volta con un occhio attento e lo spirito coinvolto) mi ha trasmesso emozioni che certamente si manifesteranno ancora più forti quando nei prossimi giorni visiterò a Milano la mostra dedicata a Pellizza da Volpedo, un pittore decisamente legato al suo territorio e penso che ritroverò nei suoi quadri scorci che ho vissuto nella mia visita.
Mi permetto un consiglio.
Andate a visitare Volpedo e non ne rimarrete delusi.
Però ricordatevi: Volpedo lo si vive e lo si sente ancora di più se arrivate al mattino presto e il cellulare lo spegnete e lo mettete in silenzioso… come è consigliato passeggiare in silenzio per le vie.


Per approfondire consiglio
https://www.comune.volpedo.al.it/it-it/vivere-il-comune/storia
https://www.comune.volpedo.al.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere
https://www.comune.volpedo.al.it/it-it/vivere-il-comune/itinerari
